Capitolo 10: Ombre

Fu come essere investiti da un’onda gigantesca. Un mare di emozioni la travolse. Sbigottimento, incredulità, speranza, paura. Tutto si riversò in Lily.

‘E’ vivo… è vivo… non possibile….’

La mano che Kentel le posò sulla spalla la destò da quello stato confusionario.

“Lily…”

L’elfa del sangue si alzò di scatto. “Quando avete avuto questa lettera? Chi ve l’ha data? Dov’è adesso? Devo parlare con questa persona, subito!” Guardò la regina Yeonlang, in attesa di risposte. Quest’ultima davanti ad una finestra che dava sui giardini del palazzo reale. Non si voltò, né rispose. A parlare fu invece di nuovo Kentel.

“Lily, tu sei l’ultima ad aver visto Kharonte… può dirci con certezza che sia morto quel giorno?”

Il Comandante dell’Ordine della Fiamma non prestò attenzione alle parole dello sciamano. Si diresse invece con passo deciso verso Yeonlang arrivando dietro la Regina, ad un passo da lei.

“Voglio sapere subito chi vi ha dato questa lettera e dove trovarlo!”

La risposta di Yeonlang fu pacata, benché autoritaria. “Lasciateci sole, uscite tutti. Anche voi Lord Kentel.”

“Maestà…” iniziò il castellano Greatwall con fare preoccupato.

“Tornate a corte, mio buon castellano. Dite ai nostri ospiti che li raggiungerò a brevissimo.”

Greatwall chinò il capo. “Come ordinate, Vostra Grazia.”

Lily restò immobile dietro a Yeonlang. Sentì i passi di Kentel allontanarsi, poi delle porte chiudersi. Solo in quel momento la Regina iniziò a parlare.

“Dovete amarlo molto.” Si voltò. Gli occhi blu di Yeonlang sembravano brillare, danzare al fuoco delle torce che illuminavano la stanza.

“Quello che è successo è colpa mia” esordì Lily. “Sono due anni che vedo quel giorno davanti ai miei occhi, che lo rivivo ogni notte nei miei sogni. Se io fossi stata lì, con lui… Kharonte è tutto ciò di più bello mi sia capitato in questa vita. Quei momenti mi tormentano, sempre. Ho sempre davanti a me quel suo sguardo sofferente che si mischia ai nostri giorni felici, alle nostre avventure in giro per il mondo.” Fece una pausa, trasse un lungo respiro. “Io l’ho visto morire. Ho lasciato subito la nostra casa perché la vista del suo cadavere mi dava un dolore insopportabile. Ma ora questa lettera… se c’è una sola possibilità che sia sopravvissuto, io lo troverò. E ucciderò chiunque tenti di ostacolarmi. Nessuno può negarmi questo, nemmeno voi Maestà.”

“Ti capisco, Lily. Ma se quel che dici è vero, è molto probabile che questa lettera sia solo un pretesto per attirarti in una trappola.”

“Correrò il rischio. Se Kharonte è ancora vivo devo trovarlo al più presto. Non solo per me, ma perché avremmo un’arma in più contro gli Infiniti.”

Yeonlang iniziò a camminare, cominciando un lento giro della stanza. “Chi è questo Zihark?”

Lily restò invece ferma, seguendo la Regina con lo sguardo. “Un nostro amico, anche Kentel lo conosce. Non abbiamo notizie di lui da molto tempo. Zihark…. Zihark è un’ombra che inseguo da due anni. E’ colpa sua se la Rovina….”

…”è calata su di noi. Lo so, Kentel mi ha raccontato tutta la vostra storia, dei libri.” Yeonlang si era fermata davanti ad un dipinto appeso al muro. Quest’ultimo raffigurava un mondo piccolo piccolo sopra il quale erano rappresentati solo un bambino ed una volpe. Accarezzò la tela con una mano, come si farebbe ad un neonato.

“Se già lo sapevate, allora perché lo avete chiesto?”

“Per sentire la tua risposta. Da quel che mi è stato detto, questo Zihark era una brava persona. Uno studioso, gentile. Eppure, ora tu dici che insegui un’ombra.” Yeonlang tolse la mano la mano dal dipinto e passò oltre. “Cosa ha reso Zihark un’ombra? Il suo essere svanito nel nulla? O forse altro?”

Lily conosceva già la risposta a quella domanda. “I libri. Sono stati quei maledetti libri a rendere Zihark un’ombra. Non avremmo mai dovuto cercarli. Mai. Anche se le nostre intenzioni erano buone, volevamo aiutare Azeroth, renderlo un posto migliore…” L’elfa del sangue abbassò lo sguardo. Quante volte aveva maledetto quei tre tomi, quante volte…

La Regina Yeonlang aveva intanto compiuto il giro completo della stanza e tornò alla posizione di partenza, affiancandosi a Lily. Guardarono i giardini insieme. Dei musici stavano suonando ed alcuni danzatori ballavano allegramente attorno ad essi. La sovrana dei Kaldorei riprese a parlare.

“Il potere attira i peggiori e corrompe i migliori. Dicono che venga concesso solo a coloro i quali sono disposti ad abbassarsi per prenderlo.”

“Quindi anche voi vi siete abbassata, Maestà?”

Un sorriso amaro comparve sulle rosse labbra di Yeonlang. “Si, anche io. Io mi sono abbassata per la salvezza del mio popolo. Dopo la Rovina e la morte di Tyrande e Malfurion, c’era il caos. Tutti erano disperati, ed io sentivo di dover fare qualcosa. Sapete cos’ero prima di diventare Regina? Ero solo una giovane druida. Una ragazza innamorata della natura e delle sue creature. La Rovina ci ha portato via tutto, lasciandoci solo ombre. Non solo quelle che ora oscurano Azeroth, ma soprattutto quelle che gravano nei nostri cuori. Tu insegui un’ombra Lily, ma io ci convivo. La mia ombra sono gli sguardi che ogni giorno si posano sul mio corpo. Sguardi lussuriosi, celati da parole gentili. Più e più volte ho visto occhi posarsi sul mio seno, sulle mie gambe. Occhi che ardevano di fuoco ma dalle cui bocche scorreva miele velenoso. La mia ombra è la corona che porto sul capo. Il peso, la responsabilità di dover guidare il mio popolo con il fiato sul collo di quei mostri che banchettano nella mia corte. La realtà dice che sono una Regina, che vive in un palazzo d’oro tra le comodità che molti non hanno più. Ma nel mio cuore io vorrei ancora essere quella druida innamorata della natura.” Yeonlang di voltò verso Lily, le prese una mano. “Tuttavia, dobbiamo ancora combattere. La speranza sparirà da Azeroth quando anche l’ultimo di no i rinuncerà a battersi per essa. Io ho la speranza che un giorno riusciremo a sconfiggere il Lord dell’Infinito e tutti coloro che hanno cancellato i colori dal nostro mondo. E tu, Lily, hai la speranza di trovare il tuo Kharonte, anche se si tratterà di andare incontro ad una trappola. Non posso negare la speranza. Il castellano Greatwall ha già allertato i tuoi uomini. Due di loro verranno insieme a te, così come Lord Kentel. La lettera ci è stata consegnata dal nostro Sharuk, che a sua volta l’ha ricevuta da un elfo anziano, il quale diceva di essere fuggito dalla Torre Nera, è probabile che Zihark, o chiunque abbia scritto quella lettera si nasconda lì. Ma non vi manderò in quel posto senza nulla.”

Yeonlang lasciò la mano di Lily e si diresse verso il piccolo tavolo dove suonò la campanella. La porta da cui era entrato Kentel si aprì di nuovo, e da essa uscì uno degli inservienti di palazzo che portava un qualcosa avvolto da un panno rosso. Si inchinò e porse il panno alla sua Regina.

Yeonlang si avvicinò a Lily. “Questa spada è stata nascosta qui da anni. Venne ritrovata sul Monte Hyjal poco prima che la Rovina si abbattesse su Azeroth. Si dice che sia l’unica arma in grado di contrastare il potere del Lord dell’Infinito.” La Regina tolse il panno rosso e rivelò la lama. Lily non aveva mai visto una spada simile. La lama presentava delle seghettature verso il basso, ed era adornata di sinistri teschi, uno molto grande sull’elsa che era arrotondata sulla parte destra, ed un altro più piccolo verso la punta della lama. La spada era completamente rossa.

“Io ti faccio dono della Tempesta del Caos, Comandante Lily. Possa essa riportare la speranza e la luce su Azeroth, e scacciare via le ombre dal nostro mondo e dai nostri cuori.”

Il Comandante dell’Ordine della Fiamma chinò il capo.

“Maestà…” fu tutto quello che Lily riuscì a dire.

Illustrazione in evidenza di Zhongfeng Lee