Per raccontare la storia di Galakrond, bisogna risalire all’Azeroth Primordiale, migliaia e migliaia di anni fa. Galakrond era un enorme proto-drago, noto come il “Progenitore” o Padre dei Draghi”. Si trattava davvero di un colosso enorme, basti pensare che la sua sola stazza era superiore a quella dei Cinque Aspetti messi insieme, che il suo ruggito poteva essere udito a miglia di distanza, e che il battito delle sue ali era in grado di generare vere e proprie tempeste.
Galakrond era solito cacciare con i suoi compagni proto-draghi e per lungo tempo fu visto come una benevola guida per la sua razza. Poi un giorno, improvvisamente, egli cambiò e divenne il terrore della preistoria di Azeroth. I suoi compagni proto-draghi non si riuscirono a spiegare cosa avesse causato un tale cambiamento, ma i compartamenti di Tyr, uno dei Guardiani incaricati dai Titani di vegliare su Azeroth, lasciarono intuire che egli stesso avrebbe potuto essere la causa del repentino cambiamento del grande drago.
Un giorno, dozzine di proto-draghi si radunarono per cacciare, e Galakrond apparve prendendo le loro prede, terrorizzando tutti i presenti. Tra tutti, un proto-drago dai colori bianco e blu si mostrò particolarmente curioso di sapere cosa avesse causato il cambiamento di Galakrond. Il nome di questo proto-drago era Malygos.
Quest’ultimo si dimostrò curioso di scoprire perché Galakrond avesse cacciato in quella zona quando non lo aveva mai fatto prima, e quindi chiese il parare di un altro proto-drago con cui aveva da poco stretto amicizia, un proto-drago grande per la media, dai colori neri, di nome Neltharion L’amico rispose che semplicemente in quella zona c’era più cibo, ma Malygos si affrettò a sottolineare che quel cibo era il LORO cibo. Come se ciò non bastasse, Galakrond iniziò ben presto a divorare dozzine di altri proto-draghi (assorbendo così anche parte dei poteri latenti in essi), il che era impensabile per gli altri poiché la loro razza non praticava il cannibalismo. Tuttavia, l’orrore non finì qui, poiché si scoprì inoltre che quelli cannibalizzati da Galakrond venivano successivamente rianimati come non morti, chiamati a quell’epoca “non viventi”, e ridotti in schiavitù.
Al comando di Galakrond i non viventi iniziarono a cacciare le loro controparti viventi e infettando inoltre coloro che veniva morsi. Un proto-drago di nome Coros cercò di emulare Galakrond credendo che quest’ultimo non avrebbe divorato quelli come lui. A tal fine Coros pianificò di incontrare Galakrond in segreto e di informarlo del tempo e del luogo in cui Talonixa, l’Alfa prescelta dai proto-draghi viventi, aveva deciso che l’esercito dei viventi avrebbe attaccato Galakrond. Apparentemente soddisfatto di queste informazioni e del pensiero del banchetto che avrebbe consumato, Galakrond volò via, risparmiando apparentemente Coros e i suoi compagni. Tuttavia, quando quest’ultimo ed i suoi seguaci spiccarono il volo verso il cielo, Galakrond tornò e li divorò rapidamente tutti.
Nonostante Talonixa fosse venuta a conoscenza del tradimento di Coros e avesse deciso così di colpire in un luogo e in un tempo diversi, Galakrond fu comunque in grado di usare le sue forze non viventi per attirare i suoi nemici in una trappola. Egli “eruppe” dalla terra quando l’esercito si era posizionato nei cieli e spazzò velocemente le loro fila. Dopo aver ucciso Talonixa tuttavia, Galakrond non fu in grado di divorare quest’ultima e gran parte dei draghi rimasti uccisi a causa delle azioni di Malygos e Neltharion, ai quali adesso si era unito anche un terzo proto-drago di solito schivo e solitario dai colori bronzei: Nozdormu. I tre tuttavia, capirono ben presto di non avere possibilità di vittoria, e così Malygos si ritirò, andando alla ricerca delle leader degli ultimi due stormi mancanti nella lotta contro Galakrond. Il drago bianco e blu trovò così Alexstrasza, considerata la più intelligente tra i proto-draghi e l’unica in grado di utilizzare una forma primitiva di linguaggio. Insieme al drago rosso si trovava inoltre la sorellina di quest’ultima, il piccolo drago dai colori verdi, Ysera. Le due furono concordi sulla necessità di fermare Galakrond, sebbene Ysera sostenesse che si potesse ancora cercare la pace senza combattere. Alexstrasza si dimostrò comunque molto presa dalla faccenda e ben presto si elevò al ruolo di leader della rivolta contro Galakrond. Ora tutti riuniti, i viventi attaccarono il Padre dei Draghi, attacco a cui si unì anche il Guardiano Tyr, che riuscì a scacciare Galakrond dopo averlo colpito con il suo martello da guerra.
Successivamente, Tyr incontrò i Cinque proto-draghi che per primi avevano iniziato la rivolta, informandoli che Galakrond stava adesso dormendo in una catena montuosa a nord e che quello era il momento perfetto per attaccare. Dopo aver raccolto le proprie forze, Tyr e gli altri si incontrarono vicino al luogo in cui dormiva Galakrond e subito ingaggiarono il colosso in battaglia. Nel corso di quest’ultima, Tyr usò nuovamente il suo martello, oltre ad un misterioso manufatto chiamatto “Scintilla di Tyr”, un disco dalla forma ottagonale che, secondo le parole del Guardiano “assicurava il futuro”. Vedendo la Scintilla, le enorme fauci di Galakrond si avventarono su di essa, strappando non solo quest’ultima da Tyr, ma mutilando persino il Guardiano della sua mano. Soddisfatto della sua vittoria, Galakrond iniziò a mutare ancora una volta, e perse i sensi, permettendo così la fuga dei suoi nemici.
Dopo aver ripreso conoscenza, Galakrond si ritrovò incapace di trovare prede da divorare poiché i viventi avevano iniziato a nascondersi e a non farsi localizzare. Con la fame in costante aumento, Galakrond, in una mossa che sbalordì e sorprese i futuri Aspetti Draconici, iniziò a divorare i suoi stessi alleati non-viventi, poiché essi erano gli unici a nascondersi da lui. Nonostante la sua fame tuttavia, Galakrond fu in grado di mostrare moderazione e di non scendere nella totale follia mantenendo abbastanza non-viventi “in vita” da servire da forza di scouting per dare la caccia alla sua preda preferita: i proto-draghi viventi.
Alla fine, Galakrond e le sue forze vennero attaccate dai Cinque nella regione che sarebbe diventata nota come Dracombra. Durante la battaglia finale, Malygos riuscì ad infilare un enorme masso nella gola di Galakrond, il quale iniziò freneticamente a cercare di rimuoverlo. Nonostante tutti i suoi sforzi però, Galakrond non riuscì a rimuovere il macigno dalla sua gola grazie alle azioni di due dei Cinque. Malygos infatti, usò il suo respiro ghiacciato per solidificare ancora di più il masso, mentre Neltharion fece letteralmente esplodere un non-vivente sul corpo del Padre dei Draghi, causando alla fine la morte di Galakrond per soffocamento. Da quel momento in poi, Malygos e Neltharion divennero migliori amici. Alexstrasza invece, per la grande leadership mostrata venne riconosciuta da tutti gli altri proto-draghi come la Regina della razza draconica.
Tuttavia, volendo mantenere segreta la verità sulla storia di Galakrond per impedire ad altri di emularlo, i futuri Aspetti incoraggiarono la diceria che i Titani li avessero creati dal cadavere di quello che era stato il Padre dei Draghi.
Illustrazione in evidenza di Glenn Rane
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