Capitolo 124: L’Ira dell’Ingannatore

La morte della Gran Magistra Elisande e di Gul’dan all’interno della Rocca della Notte mise la parola fine alla guerra civile a Suramar. La Legione Infuocata fu cacciata dalla regione e rivolse la sua attenzione ad altre aree. All’alba del nuovo giorno, i Nobili Oscuri ottennero così finalmente la loro indipendenza e libertà dall’occupazione demoniaca.

Tuttavia, c’erano ancora delle questioni da risolvere. Poco dopo la vittoria, Thalyssra tornò a palazzo per affrontare l’urgente questione di cosa fare con il Pozzo Oscuro. Accompagnata da Oculeth e Valtrois, la Prima Arcanista scoprì che la fonte del potere era diventata instabile e stava morendo senza l’Occhio di Aman’thul.

Valtrois suggerì di stabilizzare il Pozzo, permettendo così ai Nobili Oscuri di sfruttare ancora una volta i suoi poteri anche se non ne erano più dipendenti. Alla fine, tuttavia, Thalyssra decise di lasciar morire la fonte, sostenendo che il Pozzo Oscuro appartenesse ormai al travagliato passato di Suramar e che il futuro e il destino dei Nobili Oscuri ora erano su Azeroth. Testimoni della decisione, sia Lady Liadrin che Tyrande Whisperwind si ritennero soddisfatte.

Sulla scia della devastazione provocata dal conflitto, Thalyssra e gli Esuli della Notte stabilirono un nuovo governo, con a capo la stessa Thalyssra, su Suramar proprio dalla Rocca della Notte.

Per quanto riguardava il conflitto su vasta scala invece, l’esito dell’assedio alla Rocca vide il fallimento dei piani della Legione Infuocata nella regione. Il recupero dell’ultimo Pilastro della Creazione, l’Occhio di Aman’thul, segnò un importante passo in avanti per i difensori di Azeroth nella lotta contro l’invasione demoniaca.

Con tutti gli antichi manufatti in mano, il portale che facilitava l’assalto dei demoni sul pianeta poteva finalmente essere sigillato in modo definitivo, ponendo fine a quella terribile minaccia. Questo portale, tuttavia, si trovava proprio al centro della presenza della Legione sulle Isole Disperse: la Tomba di Sargeras. Per decidere il da farsi, venne quindi convocato un incontro dall’Arcimago Khadgar del Kirin Tor nella città di Dalaran, al fine di pianificare l’imminente assalto, con la presenza di rappresentanti di tutte le forze militari di Azeroth.

Durante l’incontro, Khadgar illustrò a coloro che si erano riuniti l’importanza di colpire immediatamente la Legione, ora che tutti i Pilastri della Creazione erano in loro possesso. Il profeta Velen continuò a predicare cautela e vigilanza ai presenti, ma all’insaputa di tutti, persino del draenei, qualcuno aveva i suoi occhi sul quel summit.

Il signore dei demoni Kil’jaeden in persona stava osservando quanto stava accadendo a Dalaran dal pianeta Argus. Infuriato nel vedere il suo ex amico, Kil’jaeden ordinò un massiccio attacco alla stessa città magica, dopo un piccolo diverbio con Sargeras.

Quando le forze della Legione iniziarono ad atterrare su Dalaran, gli eserciti dei difensori furono rapidamente mobilitati per affrontare la minaccia. I campioni di Azeroth guidarono un assalto ai demoni vicino alla Riva Dispersa, vedendo qualcosa che per millenni era stato impensabile: la collaborazione tra Illidan e Maiev Shadowsong.

Ma un nuovo capitolo della guerra, era appena iniziato…

IN ALTO: Khadgar osserva la Tomba di Sargeras. Immagine ufficiale Blizzard.