Thalyssra e gli altri ribelli furono scossi dalla prova di forza di Elisande, ma si misero subito al lavoro per cercare un modo alternativo per assaltare la Rocca della Notte. La svolta avvenne quando vennero intercettati alcuni messaggi di Ly’leth Lunastre, una consigliera di Elisandre, i quali rivelavano non solo i piani della Gran Magistra, ma anche l’esistenza di una breccia nel Santuario dell’Ordine che rappresentava quindi un alternativo (e possibile) ingresso alla Rocca.
Usando queste informazioni, Thalyssra inviò un campione e l’arcanista Valtrois per esaminare la presunta breccia sotto il Santuario dell’Ordine. Una volta trovato il luogo esatto, il quale era pesantemente sorvegliato, i due si fecero strada verso la breccia stessa, scoprendo però che essa era sigillata da una potente barriera magica. Valtrois esaminò la barriera, scoprendo come non fosse alimentata dal Pozzo della Notte, ma dalle energie delle linee di faglia di Suramar. Con queste conoscenze, l’arcanista iniziò subito a lavorare su un metodo per abbattere la barriera che proteggeva la breccia, arrivando infine all’elaborazione di un piano.
Posizionando dei disgregatori energetici in punti chiave della regione di Suramar, i collegamenti che portavano l’energia dalle linee di faglia per alimentare la barriera furono simultaneamente interrotti, rendendo così accessibile la strada per la Rocca della Notte. Immediatamente dopo aver abbattuto la barriera, gli Esuli Oscuri si mossero per proteggere la breccia e, dopo aver violato il Santuario dell’Ordine, furono affrontati da uno zelante Andaris Narassin. Grazie alla grande resistenza alla magia demoniaca (per cui si erano duramente allenati), i ribelli riuscirono ad uccidere il nuovo Primo Arcanista di Elisande, aprendo così un varco direttamente nella breccia. Così, insieme a Khadgar, Thalyssra ed i ribelli si prepararono a radunare le loro forze per l’assalto finale alla Rocca della Notte per porre fine in modo permanente alla minaccia di Elisande e della Legione Infuocata a Suramar.
La forza d’invasione si fece strada attraverso i tortuosi sotterranei della Rocca, trovando e distruggendo qui l’Anomalia Cronomatica e quest’atto liberò le forze ribelli che erano state bloccate nel tempo fuori dalla fortezza. Ben presto iniziò l’assalto al cortile principale stesso; lì, gli assalitori sconfissero Aluriel, il Capitano della Guardia di Elisande, e le sue forze prima di addentrarsi nella fortezza. La guarnigione demoniaca all’interno, inclusi il nathrezim Tichondrius ed il demone Krosus, così come i difensori dei Nobili Oscuri, alla fine furono sopraffatti dall’attacco. Molti dei principali luogotenenti e sostenitori di Elisande furono uccisi, mentre gli insorti convergevano sulla sommità della Rocca della Notte.
Alla fine, gli assalitori si trovarono finalmente faccia a faccia con la stessa Elisande, la quale diede fondo a tutti i suoi poteri per annientare gli invasori. Ma nonostante i suoi sforzi, venne uccisa. Tuttavia, subito dopo, un eco della Gran Magistra parlò ai ribelli, esprimendo incredulità per il loro continuo successo e decidendo di aiutarli in quella che sarebbe stata la battaglia finale contro l’ultimo nemico rimasto, colui che aveva innescato la serie di eventi che avevano gettato Azeroth nel caos e dato inizio alla terza invasione della Legione Infuocata: il Gul’dan alternativo.
La battaglia che ne seguì fu furiosa, con Gul’dan che evocò un gran numero di potenti demoni per tenere occupati i campioni di Azeroth mentre lui cominciava un rituale per iniziare ad incanalare il potere di Sargeras nel corpo di Illidan. Una volta che il rituale fu avviato, Gul’dan si impegnò personalmente a combattere contro i suoi avversari, potenziando la propria forza con le energie demoniache. Tuttavia, nonostante il suo grande potere, gli eroi iniziarono a sopraffarlo e per la disperazione, lo stregone ricorse addirittura all’apertura di un’immensa spaccatura nella Distorsione Fatua per potenziarsi ulteriormente. Ma mentre Khadgar stava utilizzando i Pilastri della Creazione ed il Cuore della Luce per riportare l’anima di Illidan nel suo corpo, lo spirito di Sargeras prese il controllo di quest’ultimo, rivelandosi nella forma del Demone Interiore.
La battaglia infuriò ancora di più, ma anche il Demone Interiore venne sconfitto, così come Gul’dan, il quale perse rapidamente tutti i poteri tornando alla sua fragile forma originale. Il portale originato dalla spaccatura nella Distorsione Fatua iniziò a fluttuare, ed un impulso di energia colpì la sospesa cristallina prigione di Illidan, mandandola a schiantarsi contro una statua vicina.
Gul’dan rimase così in ginocchio, a fissarsi le mani, da solo. E proprio in quel momento, un paio di ali nere si spiegarono dietro di lui; lo stregone si voltò lentamente solo per essere afferrato da una mano nera per la gola. Così, colui il quale aveva cercato di usare, strinse la gola di Gul’dan, fino a quando, proprio come lo stregone aveva fatto con Re Varian Wrynn, egli esplose in un lampo di energia verde. Tutto ciò che rimase del Gul’dan alternativo, fu ironicamente il suo teschio nella mano del suo assassino, il quale questa volta non esitò a distruggerlo immediatamente.
Illidan Stormrage era tornato su Azeroth…
IN ALTO: Illidan Stormrage. Illustrazione di Dmitry Prozorov.