Drek’thar, il visionario dell’Orda (parte 2, finale)
Tempo dopo che Rexxar partì per vagare nelle terre selvagge di Kalimdor, Drek’Thar tornò nelle terre dei Frostwolf nella Valle d’Alterac, dove continuò a guidare il suo clan, ma ancora in quei giorni, portava con sé il senso di colpa per le sue azioni durante i primi giorni dell’Orda, non riuscendo a perdonarsi.
Tuttavia, quando l’anziano sciamano apprese che sulle rovine di Draenor, le Terre Esterne, esisteva ancora un clan non contaminato dalle energie demoniache, i Mag’har, egli volle subito unirsi al viaggio che Thrall compì per visitare questo clan, guidato dalla Grande Madre Geyah. Questa fu la prima visita di Drek’Thar a Draenor dall’esilio del clan Frostwolf su Azeroth.
Con l’avanzare del tempo, Drek’Thar divenne sempre più uno sciamano esperto, tanto da essere il più rispettato del Circolo della Terra, anche se il suo corpo non lo accompagnava più come prima. Di lui si diceva che avesse perso la forza non solo nelle braccia, ma anche nella mente. Effettivamente, lo sciamano aveva iniziato ad avere visioni di un’imminente catastrofe che avrebbe colpito Azeroth, arrivando a parlare addirittura di un “fuoco che avrebbe consumato tutto” e molti iniziarono a credere che avesse perso il senno.
Ma Drek’thar non era diventato pazzo. Egli aveva colto l’irrequietezza degli Elementi, preludio a quello che sarebbe stato il Cataclisma che avrebbe cambiato per sempre Azeroth con il ritorno di Deathwing. Anche se ormai impossibilitato persino nel camminare, l’anziano sciamano aveva quindi cercato di avvertire l’Orda di quella che sarebbe stata l’imminente catastrofe, nell’ennesimo tentativo di redimere sé stesso dalle azioni compiute su Draenor.
Negli anni successivi, Drek’thar visse i vari eventi della storia di Azeroth restando sullo sfondo, ma continuando sempre ad essere un punto di riferimento per l’Orda e il suo popolo.