Buongiorno e buona domenica, avventuriere e avventurieri assetati di conoscenza! Oggi vi proponiamo, in collaborazione con gli amici di DailyQuest, l’analisi di un’intervista rilasciata da Steve Danuser, Lead Narrative Designer di World of Warcraft, al sito francese JudgeHype. Le risposte alle varie domande poste a Steve forniscono interessanti dettagli e spunti sulla lore e storia di Shadowlands. Vediamo insieme i più interessanti: ma andate a leggere l’articolo di DailyQuest per scoprirli tutti!
Una questione importante è quella tra Uther e Arthas. Per Danuser è stato il loro particolarissimo rapporto, mescolato all’interazione tra le forze cosmiche di Luce e Morte, ad aver creato delle situazioni estremamente particolari e uniche per le quali, ad esempio, troviamo su Azeroth gli echi di Uther.
Come funzionano le Shadowlands? Ogni regno all’interno delle Terretetre è unico e si adatta perfettamente alla tipologia di anime che deve accogliere. Dato il numero infinito di anime che arrivano nelle Terretetre, nuovi regni si manifestano ogni volta per soddisfare le esigenze del reame della Morte. Inoltre, ritorna prepotente la questione del Tempo: Danuser chiarisce che sin tratta di un concetto legato alla forza cosmica dell’Ordine, non della Morte. Più ci si allontana dall’influenza dell’Ordine, meno significato ha il tempo. Su Azeroth invece l’Ordine influenza l’intera esistenza ed è per questo che i mortali percepiscono il tempo: senza il loro legame con il piano mortale, le anime non hanno più la stessa percezione. Le anime mortali, inoltre, possono essere riportate in vita anche dopo anni dalla loro morte. Queste anime, una volta tornate sul piano mortale, a causa di quanto detto sul legame del piano con l’Ordine e il Tempo non sembrano ricordare nulla di ciò che nel frattempo hanno vissuto nelle Terretetre. Questo implica che la resurrezione come non-morti non ha dei vincoli temporali, di conseguenza le anime arrivano a prescindere nelle Terretetre, ma da qui possono sempre essere richiamate indietro, probabilmente con la sola eccezione delle anime intrappolate nella Fauce.
Altro spunto interessantissimo è che l’anima dei non-morti, per quanto questi possano considerarsi dannati, o essere considerati tali da coloro ancora in vita, non è necessariamente perduta o condannata. Questo vuol dire che una volta morti definitivamente la loro anima arriverà nelle Terretetre e sarà giudicata a prescindere dall’essere stati o meno non-morti. Di fatto, in Shadowlands troviamo alcuni non-morti a Bastione.
Dalle Terretetre si può uscire – come abbiamo appreso nel filmato introduttivo di Maldraxxus con protagonista Draka – ma nella storia di Azeroth è dimostrato anche che le forze cosmiche come la Legione Infuocata possono entrare nel piano mortale. Nelle Shadowlands ci sono chiare prove che alcune forze cosmiche (di sicuro la Luce e la Legione) hanno provato ad invadere i regni della morte. Esistono regni, separati dal regno mortale, che confinano con le Terretetre pur non facendo parte di esse. Un esempio è Helheim, il Regno di Helya. Questo regno ha sempre a che vedere con la morte, ma non fa parte delle Terretetre. Un altro esempio, da quanto si è capito in altre dichiarazioni sempre di Danuser, è il Sogno di Smeraldo che sarebbe collegato a Selvarden: se il Sogno rappresenta le fronde di un albero cosmico, immerse nella primavera e nell’estate, Selvarden è invece le sue radici, piantate in un mondo d’autunno e inverno.
I regni delle diverse forze cosmiche possono quindi comunicare tra di loro in qualche modo. Per i mortali invece attraversare i confini tra questi regni richiede uno sforzo enorme, a meno che non vengano indeboliti i confini tra i reami come ha fatto Sylvanas e le cui conseguenze sono ben visibili a Rocca della Corona di Ghiaccio. Si vocifera, però, di entità in gradi di attraversare i reami e la Distorsione Fatua…