Lo chiamavano Malboro

Molte sono le leggende, i miti e le storie appena sussurrate che si raccontano su quella che è stata, probabilmente, la più malvagia figura della Storia di Azeroth: stiamo parlando dell’Old God Y’shaarj.

Y’shaarj era il più potente dei quattro Old Gods che avevano costituito l’Impero Nero all’alba del pianeta Azeroth, ed il suo dominio si estendeva proprio dal centro del pianeta. Quando i Titan-forged, l’esercito creato dai Titano per combattere gli Old Gods, riuscirono a sconfiggere i Signori Elementali, che erano stati schiavizzati da queste entità maligne, essi si ritrovarono non solo nell’impossibilità di sconfiggere Y’shaarj, ma addirittura di avvicinarvisi. Il potere dell’Old God era infatti così grande che un suo solo respiro era capace di cambiare drasticamente l’animo nel raggio di migliaia di chilometri, gettando chiunque si trovasse “a tiro” nel terrore. Secondo le leggende infatti, Y’shaarj “inspirava coraggio ed espirava paura”.

Fu così che del più potente tra gli Old Gods dovette occuparsi personalmente Aman’Thul, l’Alto Padre del Pantheon in persona, che discese dai cieli su Azeroth e letteralmente sradicò Y’shaarj dalla superficie di quest’ultimo. L’atto tuttavia, provocò un vero e proprio cataclisma, con intere montagne che si fratumarono e centinaia di titan-forged (nel raggio di chilometri) che vennero letteralmente disintegrati. Azeroth arrivò veramente ad un passo dalla distruzione e fu per questo che i Titani decisero di imprigionare gli altri tre Old Gods, così che Y’shaarj diventò l’unico ad essere stato ucciso dei quattro.

Nel punto esatto in cui si trovava Y’shaarj, si creò un enorme cratere, dal quale iniziò a fuoriuscire il “sangue” di Azeroth. Per rimediare a quella ferita, i Titani decisero così di creare un lago incantato con lo stesso “sangue” del pianeta, che chiamarono Pozzo dell’Eternità.

Il corpo di Y’shaarj invece, fu fatto a pezzi, e solo una parte restò praticamente intatta: il cuore. Un giorno, mentre il Custode Ra viaggiava verso il sud-est dell’antico continente di Kalimdor (dove avrebbe costruito la fortezza di Uldum), egli si imbatté nel Cuore di Y’shaarj e decise che sarebbe stato saggio sigillarlo. Così, lo prese e lo portò con sé, fino a quando non arrivò nell’attuale Pandaria. Qui incaricò i suoi seguaci, i Mogu, di costruire una volta, e di sigillare il Cuore negli abissi della terra in quella che oggi è la Vallata dell’Eterna Primavera. Ra però, avvertì precisamente i Mogu, dicendo che “nessun mortale dovrà mai avvicinarsi a quel luogo, poiché quello che custodisce non appartiene loro. La dannazione eterna attende chi oserà aprire quelle porte.”

Y’shaarj fu inoltre l’unico dei quattro Old Gods a non venire mai chiamato per nome dai suoi seguaci, i quali si rivolgevano a lui chiamandolo solamente “Dio dalle Sette Teste”. Un’ultima leggenda infine, conduce il mito di Y’shaarj fino ai giorni nostri. Questa leggenda afferma che Xal’atath, la Lama dell’Impero che tanto è stata e continua ad essere protagonista degli ultimi eventi di Battle for Azeroth, venne creata proprio da un artiglio di Y’shaarj il quale la conferì ai propri adepti all’alba dei tempi, affinché la usassero per compiere sacrifici rituali… 

Illustrazione in evidenza di YeastSoldier