Tra i numerosi ordini che sono presenti nell’universo di Warcraft, uno in particolare si distingue per la sua tormentata storia: quello dei Cavalieri del Sangue.
Questa storia inizia venticinque anni dopo l’apertura del Portale Oscuro, quando l’ordine fu concepito per la prima volta dal Gran Magistro Rommath e da Astalor Bloodsworn, due maestri maghi che avevano cercato di trovare un uso migliore del “dono£ che il Principe Kael’thas Sunstrider aveva inviato a Silvermoon dalle Terre Esterne: il naaru M’uru.
Dopo che i maghi ebbero pacificato con successo quest’ultimo, Rommath convocò l’ex alta sacerdotessa Liadrin, che aveva conosciuto anni prima, subito dopo l’invasione del Flagello di Quel’Thalas, e aveva notato il disprezzo dell’ex sacerdotessa per la Luce mettendola al corrente dei suoi piani per creare un nuovo ordine di guerrieri della Luce che esercitassero i loro poteri attraverso la pura forza di volontà; dei soggetti padroni del loro potere, non servitori di esso. Liadrin, la cui vita era, in un certo senso, passata fino a quel momento da un estremismo all’altro – una devota e pia sacerdotessa un tempo ed ora una guerriera vendicativa – accettò di considerare l’offerta nella speranza di trovare un equilibrio nella sua vita, e dopo aver fatto la conoscenza di M’uru, si impegnò a guidare questo nuovo ordine. Da quel momento, l’ex sacerdotessa diventò Lady Liadrin, Matriarca e leader dell’ordine dei Cavalieri del Sangue.
Tuttavia, la creazione di questo nuovo ordine trovò tutt’altro che strada libera. I Lungopasso e il loro capo, il Generale dei Ranger di Silvermoon Halduron Brightwing, erano particolarmente contrari alla creazione dei Cavalieri del Sangue, ritenendo che i loro metodi per attingere e mantenere i loro poteri fossero immorali. Anche la popolazione generale guardava agli ancora inoperosi Cavalieri con diffidenza e a volte persino con repulsione per lo stesso motivo. Dal canto suo, il Reggente di Quel’Thalas, Lor’themar Theron, aveva i suoi dubbi, sebbene sperasse che il nuovo corpo militare si sarebbe dimostrato una risorsa preziosa a lungo termine. Dall’altra parte, la leadership dei Cavalieri del Sangue sosteneva che essi stavano semplicemente facendo ciò che doveva essere fatto per proteggere Quel’Thalas, e consideravano molti dei loro detrattori ingrati per il servizio che fornivano nel mantenere la loro gente al sicuro.
Posizione delicata era anche quella dei Magistri, i quali consideravano lo sfruttamento di M’uru, su cui si basava l’intero ordine, in modo pragmatico, sapendo che questo era l’unico modo affidabile in cui i cavalieri, la maggior parte dei quali erano giunti a vedere la Luce con disprezzo, potevano ora invocare i suoi poteri. Tuttavia, proprio i Magistri (così come tutti gli altri), avevano una falsa convinzione, ovvero che il naaru fosse effettivamente soggiogato agli Elfi del Sangue. In realtà infatti, gli eventi erano stati messi in moto al di fuori del loro controllo, e M’uru aveva finto di essere sottomesso e aveva concesso volontariamente ai Cavalieri del Sangue il suo potere in preparazione di quello che sarebbe stato l’ultimo passo di un piano preparato tantissimo tempo prima
Per quel che riguarda il reclutamento, l’ordine dei Cavalieri del Sangue attirava elfi di molti ceti sociali diversi. Tra loro si possono annoverare infatti ex sacerdoti e sacerdotesse che si erano allontanati dalla Luce dopo la Terza Guerra, proprio come aveva fatto Liadrin, mentre altri erano ex membri della Guardia Reale, fieri difensori di Quel’Thalas ed anche guerrieri ed eroi di guerra si unirono all’ordine, abbracciando i loro nuovi poteri. Ma l’addestramento di una nuova recluta non era affatto semplice. Sebbene non avessero un codice morale particolare o insegnamenti rigidi a cui aderire come era stato per il Silver Hand, l’esposizione a M’uru fece in un certo senso “da test” per gli aspiranti cavalieri, con risultati non sempre buoni. Alcuni venivano afflitti da mal di testa e dovevano superare il dolore fisico per invocare con successo i loro poteri, mentre altri affrontavano problemi emotivi repressi che venivano riportati in superficie. La stessa voce di M’uru – descritta come reminiscenza di “vetri in frantumi” – era spesso distorta e distante. Insomma, c’era ben poco calore nella strada per diventare un Cavaliere del Sangue, senza contare un altro importante limite: ovvero che più ci si allontanava da M’uru, più il potere dell’energia del naaru dei cavalieri si indeboliva.
Comunque, il nuovo ordine attirò anche l’attenzione di personalità malvagie. Seduto sul Trono Ghiacciato a Northrend, lo stesso Re dei Lich sviluppò un fascino per l’idea di guerrieri armati di Luce che invocavano i loro poteri senza bisogno di un codice morale, e ordinò alla sua pedina, il grande traditore Dar’Khan Drathir di catturare questi cavalieri e rianimarli poi come non morti. Ciò portò a una battaglia in cui un distaccamento dei Cavalieri del Sangue, che erano di stanza nelle Terre Spettrali combatté contro Dar’Khan e le sue orde di non morti. Questo evento segnò l’inizio di una nuova era per l’ordine, poiché le vittorie dei cavalieri iniziarono a portare l’opinione pubblica dalla loro parte.
Nonostante questo però, la vita dei Cavalieri del Sangue continuò ad essere tormentata e loro stessi guardati con diffidenza dagli altri Elfi del Sangue. Tuttavia, quest’ultimi erano fuorviati nella loro rabbia contro la Luce, poiché la verità per loro capacità calante di invocarla era dovuta ai loro dubbi interiori e al terrore provato di fronte all’invasione del Flagello, e non ad un abbandono della forza cosmica.
La situazione cambiò radicalmente alla fine della Crociata Ardente, che vide la morte di M’uru (proprio come il naaru aveva da tempo pianificato) e il restauro del mistico Pozzo Solare. Da quel momento e ancora oggi, i Cavalieri del Sangue esercitano i loro poteri attraverso questa fonte magica, le cui energie rinnovate non sono più solo una fonte di potere arcano, ma anche di Luce Sacra nata dall’ultima scintilla di M’uru.
Oggi, per esercitare la Luce attraverso il Pozzo Solare, un tipico Cavaliere del Sangue deve avere una forte forza di volontà e fiducia nelle proprie capacità e sebbene sia possibile “rubare” quel potere dal Pozzo nello stesso modo veniva fatto con M’uru, l’ordine non compie più questo genere di abuso. I Cavalieri del Sangue hanno abbracciato il Pozzo Solare e sono ora accettati dalla loro gente, mentre guidano il loro popolo verso un futuro più luminoso.
Per concludere una piccola curiosità. Ai tempi di The Burning Crudade, l’introduzione dei paladini nell’Orda e degli sciamani nell’Alleanza (con i Draenei) fu inizialmente controversa. La decisione di eliminare l’esclusività che le due classi avevano nelle due fazioni venne spiegata da Blizzard come un tentativo di “perfezionare e distinguere le due classi l’una dall’altra“. In precedenza infatti, paladini e sciamani avevano sofferto per i confronti delle loro abilità, e il tentativo di “bilanciarli” ed al contempo di farli rimanere distinti portò al risultato opposto, ovvero far diventare le due classi sempre più simili tra loro. L’introduzione del paladino nell’Orda e degli sciamani nell’Alleanza puntò così a risolvere la controversa questione dell’equilibrio delle fazioni. Tuttavia, questa decisione venne criticata da parte dei giocatori e persino gli sviluppatori Blizzard dissero che non fu una decisione facile da prendere.
IN ALTO: Un cavaliere del sangue. Illustrazione di ShadowPriest.