È tornato il Generale dei Ranger? Un’analisi del cinematic finale del Sanctum del Dominio

Ragazzi e ragazze, bentrovati! Questa che sta per finire è stata senza alcun dubbio la settimana del nuovo raid Sanctum del Dominio e, soprattutto, del suo cinematic finale. Un cinematic che ha diviso la community, fatto discutere. Posto che il filmato e la direzione presa da Blizzard possa non piacere (come sembra essere per molti) o piacere (per alcuni altri), proviamo ad analizzare quello che abbiamo visto cercando di intuire dove la storia vuole andare e da dove viene. Ovviamente, questo articolo conterrà SPOILER!

Prima di iniziare con la nostra analisi, una premessa importante. Su Facebook, su Instragram, abbiamo visto molta gente lamentarsi di questo cinematic. Alcune motivazioni erano e rimangono tutt’ora giuste (ne parleremo più avanti), ma altre meritano un chiarimento, o per meglio dire una precisazione. Diverse persone hanno avanzato la critica che questo cinematic non desse risposte, che fossero per i piani del Carceriere o di Sylvanas ecc, ma quello che sfugge è forse un piccolo particolare. Ragazzi, è la prima major patch dell’espansione, non la fine dell’espansione. Quello che abbiamo visto, che ripetiamo, può piacere o meno, è solo un pezzo del puzzle, non il puzzle completo. Ovviamente questo cinematic ha dei problemi (io personalmente lo ritengo offensivo per il personaggio di Sylvanas), ma non dobbiamo dimenticare che ci mancano ancora dei pezzi per dare un giudizio definitivo. Premesso tutto questo, partiamo con la nostra analisi passo passo del finale del Sanctum del Dominio.

Sylvanas, assoluta protagonista

Quello che mette subito in evidenza il cinematic è chi sia la sua star, l’assoluta protagonista di quello che stiamo per vedere, ovvero Sylvanas. Questa scelta, onestamente, non mi è piaciuta. Focalizzare tutto il lato emotivo su un personaggio può sfociare nella monotonia, anche perché in questo filmato la musica gioca un ruolo di pochissimo rilievo. Ma come inizia il tutto? Il filmato si apre con il Sigillo dell’Arbiter, l’ultimo tassello che mancava al Carceriere, che si trasferisce da lei a Zovaal. Thrall, Bolvar e Jaina sono in catene. Anduin è in piedi davanti a loro, chiaramente ancora sotto il controllo del Signore della Fauce. Noi, i campioni di Azeroth (o in questo caso delle Shadowlands) abbiamo senza ombra di dubbio, perso. Ma in questo cinematic, come detto, i protagonisti non siamo noi. È in questo che la star trionfante dello spettacolo fa il suo drammatico ingresso in scena scivolando su una scia di fumo nero. Quella che vediamo all’inizio è una Sylvanas giustamente trionfante. Lei è riuscita nel suo intento, lei è il Carceriere hanno vinto. Tutti i sigilli sono in loro possesso e la creazione di un mondo basato sulla libertà per tutti può finalmente diventare realtà. La vediamo mentre guarda con orgoglio mentre l’ultimo sigillo viene reclamato da Zovaal. Esso si inserisce nel foro toracico del Carceriere e c’è un lampo di luce brillante. Ma ecco che quando la sua vista si schiarisce, il volto di Sylvanas cambia, quello che era evidente orgoglio, quasi gioia, viene sostituito dal sospetto. La nostra Banshee ha già visto qualcosa di simile… Ed è in questo esatto momento che la vista di Sylvanas si schiarisce non solo letteralmente, ma anche a livello di realizzazione.

“Che bello abbiamo vinto” vs “Ho già visto questo outfit da qualche parte”

Il Carceriere costringe quindi Thrall, Jaina e Bolvar, ancora incatenati, ad inginocchiarsi davanti a lui e loro lo fanno come i burattini che sono in quel momento, come evidenza gli occhi azzurri che tutti e tre hanno. Sylvanas non riesce a credere a quello che sta succedendo. Dice al carceriere di aspettare, che la strada è ormai libera, che hanno già tutto quello che vogliono, che ora tutti dovrebbero essere liberi. “Abbiamo già quello che ci serve” dice Sylvanas. Cioè la libertà, no? Come aveva detto nel filmato introduttivo di Shadowlands, ricordate? “Io ci renderò tutti liberi”, ed è questo quel momento, no? Ora che lei e Zovaal hanno tutto. Sbagliato.

Confermando le sue paure e il suo peggior incubo, il Carceriere riconosce, getta la maschera sul fatto che lui non persegue lo stesso scopo di Sylvanas, che i loro obiettivi non sono mai stati gli stessi. Il Carceriere, come prevedibile, non vuole la libertà, non gli interessa minimamente. Zovaal vuole servizio. Sylvanas si rende conto di essere stata usata. Di nuovo.

Ci viene in mente qualcosa che sia noi che la Regina Banshee abbiamo già sentito: “Tutti serviranno nella morte” è una delle frasi più celebri del Re dei Lich. Il Carceriere continua aggiungendo “troppo a lungo ho sopportato il disegno fallace dei Creatori. Plasmerò una nuova realtà, dove tutti serviranno…”. In questo momento Sylvanas guarda Anduin. E qui ragazzi, dobbiamo tornare indietro. Provate a rivedere adesso il cinematic “La scelta di Sylvanas”

Sylvanas si rende conto che Anduin aveva ragione. Era come esattamente come aveva detto lui. È stata di nuovo delusa. La sua vita si sta ripetendo. E per sottolineare il punto, sente le voci di Ner’zhul e di Arthas nella sua testa che ripetono quella parola chiave “serviranno” ed il Carceriere che completa la frase “…me.”

E Sylvanas, essendo Sylvanas, attacca il Carceriere. Un attacco, ovviamente simbolico, un gesto di ribellione, è naturale che la Banshee non si aspetti di ferire il Carceriere. E Zovaal ora si rivolge a lei. È intimidatorio, dominante, ma Sylvanas, come sempre, non è intimidita da nessuno e ripete quella che ora sappiamo essere la sua filosofia, “Non servirò mai”. Questo è il punto di svolta, il centro di tutto il cinematic.

Ci avevi preso in pieno, leoncino

Tuttavia, per me, è anche il problema più grande dell’intero filmato. Perché questo momento, ragazzi, per quanto drammatico, fa sembrare il personaggio di Sylvanas stupido. Ed è proprio questo ciò a cui mi riferivo quando all’inizio parlavo di cinematic offensivo per Sylvanas. È obiettivamente poco credibile che la Dama Oscura capisca solo adesso di essere stata manipolata da un essere cosmico della potenza del Carceriere. Nel corso degli anni, Sylvanas ci ha abituati ad essere un personaggio molto pragmatico. Un personaggio avvezzo agli intrighi, ai giochi di potere, un personaggio astuto. Per questo motivo fa restare quantomeno perplessi questa “caduta dal pero” in questo momento. È impossibile che il personaggio che è Sylvanas (o forse a questo punto che era) possa aver pensato di essere un pari del Carceriere che egli non la stese manipolando. Questo secondo me è il punto più grave del cinematic, il suo vero problema. Fatta questa piccola parentesi personale, proseguiamo con la nostra analisi.

A questo punto, Sylvanas sveste i panni del villain (o almeno nell’ottica di Zovaal). Ed è lo stesso Carceriere a darcene conferma, dicendo che lei è “ancora incatenata dalla mortalità”. E di nuovo, torniamo al cinematic che abbiamo sopra. Anduin sapeva questa cosa, l’aveva vista. “…come se la Regina Banshee non avesse completamente eclissato il Generale dei Ranger.”

Arriviamo quindi al secondo punto focale del cinematic. Vediamo Zovaal ripagare Sylvanas per l’aiuto che le ha dato, restituendole l’anima che Frostmourne si era presa quando Arthas la uccise durante la Terza Guerra. Ma si tratta davvero di una “ricompensa”? In realtà, è estremamente probabile che il Carceriere abbia voluto punire la Banshee per la sua ribellione, restituendole quel piccolo ma importantissimo frammento che potrebbe cambiare tutto, ovvero “resettare” il personaggio di Sylvanas e farle provare sofferenza per tutto quello che ha fatto fino a quel momento. Su questo aspetto torneremo comunque più in la.

“Ti lascio alla loro mercé” è la frase che il Carceriere utilizza per uscire di scena, intendendo Thrall, Jaina e Bolvar. È interessante come questi tre personaggi siano alla fine fortemente simbolici. Essi infatti rappresentano l’Orda, l’Alleanza e qualcuno che lavora con entrambi, in un certo senso, noi. Zovaal presuppone che la puniremo e che sarà si compirà la vendetta delle forze di Azeroth. E spezza le catene di Thrall, Jaina e Bolvar proprio per questo motivo, perché crede che facendo così stia gettando Sylvanas in pasto ai leoni. Ma è davvero così? O forse la sta lasciando in balia della speranza, della vita e della compassione? Il Carceriere quindi va via, entrando nel portale e portando Anduin con sé.

Ma un altro interessante evento avviene in questo momento. Quando Anduin si gira per seguire Zovaal, vediamo cadere la bussola di Varian, l’ultimo lascito del Re Gladiatore al figlio. Sebbene questa scena possa essere interpretata come una perdita da parte del leader dell’Alleanza della sua umanità. c’è anche un’altra ipotesi da tenere in considerazione. È possibile che Anduin abbia fatto cadere la bussola volontariamente? Sappiamo che nel prossimo (?) futuro assisteremo ad una nuova cutscene, che vedrà coinvolta proprio la bussola. Ad essa verrà infatti applicato un incantesimo che ci farà vedere una conversazione tra Anduin e Sylvanas antecedente al raid. Il cinematic in questione è attualmente stato denominato “Anduin’s Goodbye”, ma non sappiamo se il titolo definitivo sarà effettivamente questo. È possibile che in questa cinematic, Anduin abbia concordato con Sylvanas una sorta di segnale per qualcosa?

Arriviamo così alla parte finale del cinematic. Sylvanas viene lasciata in ginocchio, sola davanti alla base del portale. Svuotata, abbandonata, in una posizione che il Carceriere pensa la porterà alla sua punizione. La vediamo incorniciata dalle gambe di Bolvar e di Thrall che si muovono verso di lei. La bussola è aperta, proprio dietro alla Banshee ed in effetti quello che stiamo vedendo è ciò che resta di Sylvanas e di Anduin. Mentre ci avviciniamo a lei, Sylvanas alza lo sguardo e vediamo che i suoi occhi sono diventati blu (attenzione, un blu ben diverso da quello dato dall’influenza del Carceriere!). Durante i precedenti cinematic abbiamo potuto notare come ci sia una scelta dei colori ben precisa in questi filmati. Il blu ed i colori freddi indicano infatti noi ed i colori caldi, come il rosso, indicano il Carceriere. Gli occhi di Sylvanas che passano dal rosso al blu suggeriscono che non la Banshee è ora “integra”, ma che probabilmente al suo risveglio troveremo non più la Dama Oscura, ma il Generale dei Ranger.

“Non permettete che raggiunga la…” gracchia lei, e sviene. Mentre cade, la telecamera ruota con lei, così che, sebbene sia svenuta, la vediamo in piedi. Sylvanas può essere giù, ma in senso figurato potrebbe essere in piedi. Potrebbe essere tornata quello che era.

Le due anime, un fatto ormai acclarato

Torniamo ora sulla questione delle due anime di Sylvanas e facciamolo con una premessa. Non possiamo parlare di questo aspetto senza avere davanti uno dei cinematic che hanno anticipato l’uscita di Battle for Azeroth, ovvero Araldi della Guerra: Sylvanas.

In questo cinematic, ripercorriamo quella che è stata la storia di Sylvanas ed i suoi momenti chiave. Uno tra i più importanti è sicuramente quello della sua morte. Quando, attraverso Arthas, il Carceriere ha portato via parte dell’anima della sua anima quando il Flagello ha invaso quelle che ora chiamiamo Terre Spettrali. Così come scopriamo in Aldilà: Bastione che l’anima di Uther è stata divisa, così è successo a Sylvanas in quel momento. Da una parte la Banshee, la Dama Oscura e dall’altra il Generale dei Ranger. E vediamo questa cosa proprio nel filmato qui sopra. Per un attimo l’anima di Sylvanas è una sola, poi si sottomette alla rabbia e alla disperazione ed i suoi occhi diventano rossi. Ovviamente in quel momento non avevamo nessun elemento che suggerisse una “divisione” dell’anima di Sylvanas, ma alla luce degli ultimi avvenimenti, appare ora un fatto molto evidente.

Il momento dello “spezzamento” dell’anima di Sylvanas? Da notare anche qui i colori blu e rosso.

Dobbiamo comunque dire che questa storia dello spezzamento delle anime è molto frammentaria. Dobbiamo quindi per forza di cose aspettare che Blizzard chiarisca quest’aspetto per avere un quadro completo della situazione e di come questo processo effettivamente avvenga. Certamente, un elemento molto forte a sostegno di questa che ad oggi è una teoria, l’abbiamo avuta nel nuovo libro Folks and Fairy Tales of Azeroth, che potete trovare qui.

Detto questo, se questi elementi confermano che l’anima di Sylvanas è stata divisa al momento della sua morte per mano di Arthas, e se si dovesse interpretare che la scheggia d’anima che è arrivata alla Fauce fosse in realtà l’incarnazione del coraggio di Sylvanas, e che questo è ciò che le è stato restituito da Zovaal, allora possiamo certamente aspettarci che quest’aspetto influenzerà molto il personaggio della Banshee al momento del suo risveglio.

Tornando ad Araldi della Guerra: Sylvanas, è interessante soffermarsi ora al dialogo tra l’allora Warchief dell’Orda e Delaryn Summermoon, l’elfa della notte che si trovava sulle rive di Darkshore prima del Rogo di Teldrassil. Visivamente, Delaryn è vestita di verde ed oro, in un abito non uguale ma molto simile a quello del Generale dei Ranger. In un certo senso, sempre alla luce di quanto abbiamo detto prima, si potrebbe sostenere che in qualche modo Sylvanas, in quel momento, stesse effettivamente parlando a sé stessa. Ella dichiara quindi guerra alla vita e alla speranza a sé stessa, con l’altra parte che si dispera, e le lacrime sul viso di Delaryn rispecchiano quelle bruciate nel suo. Questo è stato sicuramente un punto di svolta per Sylvanas (come ha fatto notare il nostro Kentel nell’ultimo Focolare). Qui lei ha cercato di abbandonare il Generale dei Ranger, di lasciarselo alle spalle, di abbracciare completamente il “lato oscuro”. Con il cinematic finale del Sanctum del Dominio, tuttavia, sappiamo che non ha avuto completamente successo in questo sforzo. Come accennato, Anduin vede questa cosa in Sylvanas, così come essa può essere vista quando Tyrande schernisce Sylvanas su Nathanos durante il loro combattimento a Selvarden. Tutti questi elementi, alla luce di quello che abbiamo visto, possono quindi essere interpretati come segni, come indicazioni che ci fosse ancora speranza per Sylvanas.

Sylvanas sta parlando sé stessa?

La speranza. Un problema per Sylvanas

Come abbiamo detto poco fa, Sylvanas ha dichiarato guerra alla vita e alla speranza e ha cercato di spegnere quest’ultima a Teldrassil. In questo preciso intento ha sicuramente fallito, ma possiamo pensare che lei credo di averla comunque “dominata”. Anduin tuttavia non la vede in questo modo ne “La scelta di Sylvanas” ed infatti dice alla Banshee “se riesci a farmi abbandonare la speranza, finalmente potrai farlo anche tu”. E lei subito a dire “Smettila!” Anche parlare di speranza la fa arrabbiare. Ma lei non può rinunciare alla speranza, e sa che Anduin non lo farà. In quest’ottica quindi, anche se il Carceriere la tradisce, lei ha la speranza di aver frainteso, che lui non stia dicendo quello che lei pensa che stia dicendo. Anche la sua decisione di combattere, di scoccare quella freccia al Carceriere, nasce dalla speranza; l’avrebbe scoccata se non avesse avuto speranza? Quella speranza è ciò che mette il Carceriere contro di lei, e che quindi potrebbe rimettere dalla parte dei vivi, degli imperfetti e degli speranzosi, cioè dalla nostra. La speranza è la sua debolezza. Alla fine, nemmeno Sylvanas è riuscita ad ucciderla.

Chi è adesso Sylvanas?

Come da titolo, chi è ora Sylvanas? Quando il Carceriere le restituisce l’anima, e lei probabilmente sente, percepisce, immediatamente tutto ciò che ha fatto, ci troviamo davanti ad un bivio, a due personalità. Zovaal ci ha restituito Sylvanas la Dama Oscura e Sylvanas il Generale dei Ranger. E vedere quale strada imboccherà il personaggio sarà fondamentale. Chi è la Sylvanas che è svenuta? È ancora la Regina Banshee? O è il Generale dei Ranger? Un misto di entrambe le cose? Quando la vediamo alzare la testa, c’è la possibilità che sia stata sopraffatta dal suo io passato. Quando dice “non deve raggiungere…” tutti abbiamo pensato si riferisse al Carceriere ed al Sepolcro dei Primi ma sarebbe così strano se si stesse riferendo ad Arthas ed al Pozzo Solare? Ad ogni modo, la storia si ripete. Quando Sylvanas si sveglierà, ricorderà anche cosa è successo in tutti questi anni? Sarà molto interessante conoscere la nuova Sylvanas, chiunque essa sia.

La scelta, un ideale chiave

La caratteristica che ha contraddistinto Sylvanas in tutti questi anni in cui il suo arco narrativo è stato sviluppato, è sicuramente quello della scelta. Sylvanas fu ridotta in schiavitù dal Re dei Lich e costretta a eseguire i suoi ordini. Questo l’ha segnata per tutta la (non)vita. Il suo amore per la sua gente e la sua terra era così grande che ha affrontato Arthas con la praticamente certezza di soccombere per poi essere costretta a combattere contro tutto ciò che fino a due minuti prima amava alla follia. Alla fine, come sappiamo Sylvanas si libera dal controllo del Re dei Lich e difende quello che diventa il suo nuovo popolo, i Forsaken. Ma era sfregiata, sia fisicamente che mentalmente. Questo perché essere costretti a servire è, per lei, l’incubo finale, una sorte ben peggiore della morte stessa.

Ma precisiamo una cosa fondamentale. Quando viene rianimato un non-morto, gli viene data la possibilità di scegliere cosa fare con la sua (non)vita. Questo è mostrato chiaramente proprio in game nell’area di partenza dei Forsaken ed ha addirittura una personificazione nel personaggio di Lillian Voss. Sylvanas ha avuto molta scelta. Tutto ciò che lei ha fatto, lo ha compiuto deliberatamente, con coscienza di quello che stava facendo. Nella sua mente questo è ciò che lei desidera più di ogni altra cosa. Questo è ciò che pensava il Carceriere le avesse offerto, la libertà di scegliere. Ma è una libertà che lei ha comunque avuto, ed è per questo che adesso non bisogna assolvere Sylvanas da tutto quello che ha compiuto in questi anni.

La bussola come simbolo

Esaurito l’argomento Sylvanas, passiamo ora a parlare di Anduin. Uno degli elementi più forti di questo cinematic è la bussola di Varian che vediamo cadere a terra. Come abbiamo detto prima, ci sono diverse letture possibili per questo evento: potrebbe essere Anduin che perde la sua umanità, o la sua mortalità, potrebbe essere lui che lascia la sua umanità perché gli altri se ne prendano cura fino al suo ritorno, o potrebbe essere un messaggio. Ma potrebbero essere tutte e tre le cose. Nel ritratto, Anduin è un bambino. Questa scena potrebbe esssere vista nell’ottica che Anduin non è più quel ragazzino, che si stia lasciando l’infanzia alle spalle, che forse ora può badare a sé stesso. Dove sta andando il Carceriere, l’umanità non può seguirla, quindi Anduin deve lasciare la sua umanità alle cure degli altri. L’ultima volta che abbiamo visto la bussola in cinematic, poi abbiamo assistito alla morte di Varian, alla fine di un arco narrativo che riconciliava simbolicamente padre e figlio dopo anni di divergenze e problematiche varie. Quello che abbiamo visto alla fine del Sanctum del Dominio potrebbe facilmente simboleggiare lo stesso per Anduin. Anche perché la bussola è per definizione un dispositivo pensato per aiutare a ritrovare la strada, e magari in futuro la useremo per ritrovare Anduin, in tutti i sensi.

Stiamo vedendo Arthas da mesi e non ce ne siamo accorti?

In chiusura, non possiamo fare a meno di parlare di quello che ormai è un parallelismo continuo ed evidente: quello tra Anduin ed Arthas. Anche nell’ultimo cinematic, i richiami sono stati fortissimi, sia in in termini di inquadrature che di “pose”.

Identici.

In questi lunghi mesi di Shadowlands abbiamo visto come Blizzard non abbia mai rilasciato dichiarazioni su Arthas in questa espansione. Confermando che ci sarà, ma non fornendo nessun ulteriore dettaglio. Di fatto, non abbiamo mai visto nessun riferimento diretto a lui nel regno dei morti di Warcraft. Ma è possibile che, in realtà, noi stiamo già vedendo Arthas? La scena in cui Zovaal ridà l’anima a Sylvanas è anch’essa un rimando ad un’altra scena, quella della forgiatura di Kingsmourne, la spada di Anduin. Anche in quell’occasione abbiamo visto il Carceriere “prelevare” un’anima da un luogo non meglio precisato per forgiare la lama. Ebbene, è possibile che quella sia proprio l’anima di Arthas che ricordiamo è finita nella Fauce senza passare dal giudizio dell’Arbiter? Potrebbe essere che in futuro affronteremo Anduin e l’anima di Arthas venga fuori proprio in quel frangente?

Con questo interrogativo ragazzi, si chiude qui questa lunghissima analisi. Io ringrazio chiunque abbia letto fino a qui ed ora la rimetto a voi. Qual è la vostra chiave di lettura di questo cinematic? Siete d’accordo con quanto detto qui sopra o avete delle idee diverse? Fatecelo sapere ed al prossimo aggiornamento!