Capitolo 9: Luce e Oscurità
Con la vittoria dell’Orda nelle acque di Zul’Dare, l’Alleanza non fu in grado di opporsi allo sbarco di Orgrim Doomhammer sulle rive delle Alture di Colletorto. Pochissime difese erano preesistenti nella regione e le forze umane si precipitarono disordinatamente a difendere quel che potevano. Tuttavia, l’intero esercito dell’Orda riuscì a sbarcare (sebbene i draghi rossi si rifiutarono di andare oltre quello che avevano già fatto e di uccidere altri umani) ed iniziò a presidiare il territorio nell’entroterra. Dopo lo sbarco, le forze di Doomhammer marciarono verso le Montagne di Alterac, che nei piani del Warchief avrebbero fornito all’Orda un percorso più breve, anche se pericoloso, verso la capitale di Lordaeron.
Intanto, alle forze dell’Alleanza fu ordinato frettolosamente di bloccare il percorso degli Orchi, che il Comandante Supremo Anduin Lothar aveva scaltramente previsto. Sebbene tutti i percorsi settentrionali ed occidentali per la capitale furono tempestivamente chiusi, gli eserciti umani rimasero in uno stato fragile, terrorizzati dal numero schiacciante e dalla ferocia dei loro nemici, oltre che ovviamente dalla scoperta che Doomhammer potesse contare su una forza aerea ineguagliabile come i draghi. Nonostante questa situazione avversa, molti furono comunque rassicurati dalla presenza dei paladini del Silver Hand che, terminato il loro addestramento, ora cavalcavano tra i ranghi dell’Alleanza di Lordaeron.
Passò poco tempo prima che le due parti si scontrassero, in quella che fu la prima vera e propria battaglia campale tra l’Orda e l’Alleanza. Fu uno scontro molto duro e sanguinoso, ma pur in mezzo alla carneficina, le forze umane riuscirono a reggere. Questo perché Lothar non era certo rimasto fermo ad aspettare il nemico.
Conoscendo la forza dell’Orda infatti, il Leone di Azeroth aveva mandato messaggeri a Silvermoon, nel magico regno di Quel’Thalas, per chiedere l’aiuto degli Alti Elfi. Lothar era infatti l’ultimo discendente del leggendario Imperatore Thoradin e gli Elfi avevano un debito con la linea di sangue del sovrano dopo l’aiuto prestato loro durante le Guerre dei Troll millenni prima.
L’allora Re di Silvermoon, Anasterian Sunstrider, onorò il debito ma non era molto convinto della reale minaccia dell’Orda e così inviò solo un piccolo manipolo di truppe. A queste comunque si unirono, di loro iniziativa, alcuni ranger elfici guidati da Alleria Windrunner, così come alcuni potenti maghi del Kirin Tor agli ordini di Khadgar. Entrambi questi due gruppi fecero piovere la morte sui loro nemici, massacrando molti guerrieri dell’Orda.
Tuttavia, man mano che i combattimenti si intensificarono, una nebbia innaturale e mortale si insinuò sul campo di battaglia. Dove la nebbia toccava i corpi caduti dell’Alleanza, essi risorsero nella non-morte e si lanciarono contro i loro ex compagni. A capo di questa macabra magia c’era un gruppo di figure oscure e incappucciate in sella a cavalli scheletrici: i Cavalieri della Morte, il nuovo corpo militare che lo stregone Gul’dan aveva promesso a Doomhammer.
Questi empi maghi-guerrieri si dimostrarono molto efficaci in battaglia, essendo in grado di portare sul campo potenti magie negromantiche contro i loro avversari. Inoltre, i Cavalieri della Morte ebbero devastanti conseguenze psicologiche sui soldati umani. Profondamente inorriditi dai cavalieri a cavallo e dalla loro magia, le linee dell’Alleanza iniziarono rapidamente a cedere. Ma se l’Orda poteva contare sull’Oscurità, l’Alleanza aveva dalla sua parte la Luce. La situazione e l’esito della battaglia venne così deciso dai Paladini, che si lanciarono nella mischia brandendo il pieno potere della Luce Sacra. La loro radiosità rincuorò i loro fratelli umani, abbatté i morti rianimati e respinse la fosca nebbia dei cavalieri della morte.
Turalyon, Tirion Fordring, e soprattutto Uther the Lightbringer e gli altri paladini usarono i loro poteri per curare le truppe ferite dell’Alleanza e spronare coloro che erano ancora sul campo di battaglia. Dopo essersi radunati sotto l’aura ispiratrice dei Paladini ed essersi ripresi dallo shock iniziale, le forze dell’Alleanza si raggrupparono e si scontrarono con le linee dell’Orda con rinnovata determinazione, riuscendo infine a respingere gli Orchi.
IN ALTO: Lo scontro tra Cavalieri della Morte e Paladini nella Battaglia di Colletorto. Illustrazione di Wei Wang