Capitolo 5: Alleanza

Mentre l’Orda continuava la sua marcia da sud, nella capitale del Regno di Lordaeron avvenne qualcosa che non si vedeva da ben 2800 anni: una riunione di tutti i leader dei Sette Regni, in quello che sarebbe passato alla storia come il Concilio delle Sette Nazioni.

I presenti si ritrovarono a discutere sul dare una risposta adeguata alla minaccia degli Orchi, così come sui vantaggi che tutti loro avrebbero avuto da un’umanità unita. Al Concilio erano presenti tutti i principali sovrani delle nazioni umane di Azeroth, tra cui: Re Terenas Menethil II di Lordaeron, Re Genn Greymane di Gilneas, il Lord Ammiraglio Daelin Proudmoore di Kul Tiras, Re Aiden Perenolde di Alterac, l’Arcimago Antonidas di Dalaran e Re Thoras Trollbane di Stromgarde. Ovviamente, era presente anche Ser Anduin Lothar, rappresentante del Regno di Stormwind recentemente distrutto, insieme ad un allora diciassettenne Varian Wrynn.

Durante le discussioni, i rifugiati di Khaz Modan portarono la notizia del conflitto nella loro terra, così come le intenzioni dell’Orda di invadere il nord; notizia che scosse i leader umani e diede una sorta di senso di urgenza al Concilio. Re Terenas e Anduin Lothar fecero pressioni affinché tutti i Regni dell’umanità si unissero in un’unica potente Alleanza per difendere il loro popolo, incontrando inaspettatamente il supporto di molti loro “colleghi”. Il Lord Ammiraglio Proudmoore si mostrò ad esempio subito favorevole a quella soluzione, in gran parte grazie alla sua amicizia con Lothar e anche lo stretto rapporto di Re Thoras con Lordaeron assicurò l’appoggio del sovrano di Stromgarde. Perfino l’Arcimago Antonidas era a favore della nascita di un’Alleanza, avendo ricevuto resoconti di prima mano del potere degli Orchi.

Tuttavia ci fu anche chi si oppose. Opposizione che arrivò da due sovrani: Re Greymane e Re Perenolde si opposero a quella soluzione, principalmente per due motivi: il primo era uno scetticismo sulla vera minaccia rappresentata dall’Orda, ma ben più radicato nelle paure dei due leader c’era il timore di perdere il potere sui propri territori. Inoltre, Re Perenolde temeva personalmente che non esistesse alcuna reale speranza di sconfiggere l’Orda, mentre Re Greymane era irremovibile sul fatto che Gilneas sarebbe stata in grado di resistere da sola senza l’aiuto di altri.

Si era quindi in una fase di stallo, con Perenolde e Greymane ben saldi sulle loro posizioni. Ben presto la tensione all’interno del Concilio crebbe, arrivando al punto che Gilneas e Alterac minacciarono di chiudere completamente i negoziati. Fu allora che Turalyon, un sacerdote, si alzò per rivolgersi ai governanti lì riuniti. Con il giovane principe Varian al suo fianco, Turalyon pronunciò un discorso appassionato e carismatico, indicando Stormwind – che delle sette “Figlie di Arathor” era la più potente – come un esempio di ciò che attendeva qualsiasi Regno sarebbe caduto in mano all’Orda, esortando i presenti a non lasciare che il loro orgoglio e la loro brama di potere guidassero l’umanità verso la distruzione. Concludendo il suo discorso, il sacerdote citò le virtù condivise dell’umanità, ovvero il coraggio, la devozione e la leadership, come prova che insieme avrebbero potuto sconfiggere qualsiasi nemico, proprio come era accaduto all’Imperatore Thoradin con Arathor.

Le parole di quel giovanissimo sacerdote vennero accolte con un ampio applauso, ed arrivarono dritte al cuore anche del più dubbioso tra i presenti. Quello stesso giorno, il Concilio delle Sette Nazioni votò all’unanimità per formare quella che sarebbe stata l’Alleanza di Lordaeron, e dopo più di due millenni, l’umanità tornò sotto un’unica bandiera.

IN ALTO: Il Concilio delle Sette Nazioni, illustrazione di hipnosworld