A seguito della prima, grande battaglia tra Alleanza ed Orda, si sviluppò tra le due fazioni una situazione di stallo, con altri piccoli scontri isolati che continuarono attraverso tutto il territorio di Colletorto. Sebbene entrambe le parti fossero pressoché alla pari, Doomhammer e la leadership dell’Orda erano consapevoli che con il passare del tempo l’Alleanza avrebbe potuto radunare sempre più rinforzi sotto il proprio vessillo. Fu così presa la decisione di spingere verso est, nel tentativo di trovare un percorso più lungo, ma non presidiato dalle forze nemiche, verso la capitale di Lordaeron.
Per questo, Orgrim aveva bisogno dei Troll Amani per fungere da guide attraverso le regioni settentrionali del continente. Quest’ultimi accettarono di aiutare l’Orda, ma a condizione che gli Orchi mantenessero la loro promessa di aiutarli a liberare il loro Signore della Guerra Zul’jin, catturato dall’Alleanza. Gli esploratori riferirono l’ubicazione di Zul’jin al Warchief e Doomhammer non perse tempo nell’organizzare una grande squadra d’assalto per attaccare il campo di prigionia situato vicino alla Fortezza di Durnholde, nell’est di Colletorto. Le forze di Orgrim sconfissero facilmente i difensori e liberarono il leader Amani, a cui venne poi offerto un posto permanente all’interno dell’Orda per sé e il suo popolo.
Zul’jin inizialmente rifiutò la proposta di Doomhammer, considerandola un qualcosa che avrebbe portato il suo popolo verso la schiavitù sotto gli Orchi. Tuttavia, dopo essere stato rassicurato sul fatto che egli avrebbe mantenuto la piena autonomia sul suo popolo e sarebbe stato pari al Warchief, il Signore della Guerra cambiò idea, ma pose una sola condizione: se gli Amani si fossero uniti ad essa, l’Orda li avrebbe aiutati a distruggere i loro acerrimi e millenari rivali, gli Alti Elfi di Quel’Thalas.
Il percorso verso il regno degli Alti Elfi avrebbe richiesto alle sue forze di spostarsi più a nord di quanto pianificato in precedenza, ma Doomhammer capì di aver bisogno del supporto dei Troll. La posizione dell’Orda rimaneva infatti precaria e avrebbe richiesto tutti i vantaggi che poteva raccogliere per assicurarsi la vittoria.
Una volta che tutti i preparativi furono ultimati, l’Orda iniziò così a spingersi verso est. Una forte retroguardia del clan Roccianera al comando di Varok Saurfang, uno dei luogotenenti di Doomhammer, proteggeva l’esercito mentre attraversava gradualmente un passo di montagna che fungeva da accesso alla regione delle Entroterre. Con gli Amani a guidarli, le forze dell’Orda viaggiarono relativamente veloci attraverso la regione, prendendo poi un sentiero diretto a Quel’Thalas, mentre Zul’jin radunò tutti i troll Amani vicini per unirsi alla marcia. L’avanzata proseguì ininterrotta fino a quando delle ombre alate non iniziarono a proiettarsi sulla marcia degli Orchi. Piuttosto che i draghi rossi dell’Orda, queste creature alate si rivelarono appartenere agli intrepidi nani del clan Wildhammer, in sella ai loro grifoni.
Altamente isolazionista, il clan Wildhammer era praticamente inconsapevole dell’esistenza dell’Orda, scoprendo la sua presenza solo quando quest’ultima si incuneò nel loro territorio nelle Entroterre. Basati nella città montuosa di Picco dell’Aquila, i nani bombardarono l’esercito dell’Orda con martelli della tempesta incantati, dall’alto delle loro cavalcature. Il loro capo, Kurdran Wildhammer, si assicurò che gli Orchi fossero costantemente attaccati dai cieli, vedendo gli invasori come una minaccia per la sicurezza del suo clan. In quest’occasione l’Orda non poté mettere in campo alcun metodo efficace per affrontare i Wildhammer, poiché tutti i loro draghi erano rimasti indietro con le navi a Colletorto. Di conseguenza, l’attraversamento delle Entroterre fu un vero e proprio stillicidio, con l’Orda che subì costanti perdite sotto i colpi dei martelli Wildhammer.
Per risolvere questo problema, Doomhammer guidò il suo esercito in un assalto diretto a Picco dell’Aquila. Con la loro capitale minacciata, tutte le forze dei Wildhammer furono richiamate per prendere parte alla battaglia che si svolgeva al di fuori delle mura della città montuosa. Orgrim prese quindi il comando di metà delle sue forze e scivolò via dal conflitto a nord, lasciando il resto dell’Orda a continuare la lotta nelle Entroterre. Il Warchief continuò così indisturbato la sua marcia, proprio mentre Anduin Lothar entrava nella regione a capo dell’esercito dell’Alleanza. Lothar andò immediatamente in aiuto dei Wildhammer, e la forza combinata dei due eserciti riuscì alla fine a spezzare l’assedio di Picco dell’Aquila, ricacciando l’Orda nelle foreste.
In segno di gratitudine, Kurdran Wildhammer condusse il suo popolo all’interno dell’Alleanza, giurando fedeltà a quest’ultima. L’aggiunta dei cavalieri di grifoni nanici alle truppe alleate fu ben accolta da Lothar, che era profondamente preoccupato per la completa superiorità aerea dell’Orda nella forma dei draghi rossi ed i loro cavalieri. Lothar e l’Alleanza vennero quindi presto a sapere da Kurdran che metà dell’esercito dell’Orda si stava spostando verso nord, informazioni che il Leone di Azeroth ed i suoi luogotenenti appresero con non poco timore.
Con Doomhammer che aveva superato le sue forze, Lothar inviò il suo secondo in comando, il giovane Turalyon e gran parte dell’esercito dell’Alleanza a rintracciare la forza dell’Orda fuggita a nord. Tutte le altre strade verso la capitale erano apparentemente sicure, con tutti i percorsi che attraversavano le Montagne di Alterac che erano stati bloccati, e così il resto dell’esercito dell’Alleanza rimase nelle Entroterre, per occuparsi della parte dell’Orda rimasta lì e mettere in sicurezza la patria dei suoi nuovi alleati.
IN ALTO: Kurdran Wildhammer in sella al suo grifone. Illustrazione di Magnus Norén