Sono passati tre anni dalla fine di quel fenomeno culturale che è stato Game of Thrones. Un finale che ha lasciato il 99% di quel pubblico che per otto anni ha seguito e si è appassionato a quel mondo e a quei personaggi, deluso (per non dire schifato).
Della caduta della settima ed ottava stagione di GoT (specialmente di quest’ultima), se n’è parlato in lungo in largo. Una caduta a strapiombo, senza appello, imperdonabile. E ora, dopo tre anni da quei giorni, ecco che HBO ci ripropone di tornare a Westeros, di nuovo in quel mondo così spietato ed allo stesso tempo bello, affascinante, crudo, ma di cui si può ancora sentire forte la scottatura di tre anni fa.
Tuttavia, i più appassionati dell’universo scritto da George R.R Martin non possono far a meno di essere tentati da questo House of the Dragon, perché nostalgici e speranzosi. Ed ecco allora che sono lì, a chiedersi se possono dare una chance a questo spin-off, se vale pena spendere il loro tempo per tornare in quel mondo, per riappassionarsi a personaggi di quel mondo, a storie di quel mondo. Dopo aver visionato la prima puntata di House of the Dragon, chi scrive può certamente dire a queste persone che la risposta alla loro domanda è: assolutamente si.
E non vi dico si facendo una recensione dell’episodio, ma lo farò parlandovi di come HOTD sia riuscita a ricreare la magia delle prime quattro stagioni di Game of Thrones. Ovviamente, il perno principale di tutto è la qualità. Il Westeros che ci viene presentata in “Gli Eredi del Drago” è un mondo vivo, che respira, ma che soprattutto è curato. È da subito evidente in questo primo episodio, che chi ha lavorato a questo prodotto ha avuto amore per esso, e dedizione. E non solo nella parte tecnica, ma soprattutto nella scrittura e nella prova attoriale, che sono proprio le “sezioni” che più hanno la “responsabilità” di catturare lo spettatore. I personaggi sono ben caratterizzati, alcuni persino più della loro controparte cartacea (Viserys) e riescono a trasmettere quella magia che ha fatto innamorare di quel mondo così tante persone.
Perché la parte più difficile, per House of the Dragon era (ed è ancora, parliamo solo della prima puntata) proprio quella di riuscire a ritrasmettere quella magia al suo pubblico, una magia che era stata disintegrata dal finale di Game of Thrones. Ma siamo sicuramente sulla buona strada per far si che ciò avvenga.
Alla fine, Westeros ed il mondo creato da Martin è un posto bellissimo, con personaggi accattivanti ed affascinanti, per certi versi il più simile al mondo reale dei svariati mondi fantasy che conosciamo. Ed è per questo che ricreare la magia è stato si difficile per il precedente di GoT, ma allo stesso tempo facile. È bastato affidare il progetto a qualcuno che avesse a cuore quel mondo e quei personaggi, che non trattasse la storia come un peso di cui liberarsi il prima possibile, allestendo uno show sbrigativo e senz’anima com’è stata la stagione finale della serie madre.
Perché ragazzi, le storie belle ed i personaggi belli, hanno bisogno dei loro tempi, specie se complessi, altrimenti, inevitabilmente, cadono nel ridicolo. È un puzzle i cui pezzi si devono incastrare alla perfezione, ma tutto come sempre dipende da chi dirige, dalla testa, dalla mente.
House of the Dragon riesce a far entrare lo spettatore dentro i personaggi ed il loro contesto già da questa prima puntata ed i presupposti che riesca a riaccendere quella magia perduta da tanti anni ci sono tutti.
Chi ha ancora dei dubbi, ascolti, si fidi di chi delle storie ha fatto la sua passione principale. Dia nuovamente una chance a Westeros, ai suoi luoghi, alle sue creature, ai suoi personaggi. La riaccensione della “scintilla della magia” non è mai stata così vicina.