Siamo al giro di boa. House of the Dragon arriva al mid-season esattamente come ci aspettava lo facesse (o forse no), in un continuo alzare l’asticella che ci accompagna verso la seconda parte di questo spin-off di Game of Thrones. Una puntata molto bella, che fa degli sguardi e del “non detto” i suoi punti di forza, ma che comunque non è perfetta. Alcune cose hanno stonato, qualcuna più delle altre. Ma andiamo, come al solito, ad analizzare questa “We light the way”, come al solito concentrandoci sui personaggi ed ovviamente, facendo attenzione agli SPOILER!
Se negli altri episodi abbiamo avuto, in media, sempre tre personaggi a fare da protagonisti, in questa We light the way possiamo dire che i riflettori sono tutti per Ser Criston Cole (Fabien Frankel) e, soprattutto, la Regina Alicent Hightower (qui interpretata per l’ultima volta dalla bravissima Emily Carey). Tuttavia, è innegabile che questa quinta puntata rappresenti, a tutti gli effetti, un vero e proprio… finale. Tutti i personaggi, alla fine di questo episodio, hanno quell’ultimo step di evoluzione che li prepara alla parte successiva della serie, che li prepara a quello che sarà, che li definisce.
Partendo da Daemon Targaryen, qui decisamente in secondo piano, che apre la puntata facendo una visita alla sua “puttana di bronzo”, lady Rhea Royce (Rachel Redford), finendo per ucciderla. Molti si saranno straniti, ricordando le parole del Principe riguardo alla moglie e trovandosi poi questa bella donna davanti. “Ma scusa è bellissima, che ha che non va?”. Ragazzi, come tutti ben sappiamo, la bellezza non è l’unico metro per far stare due persone insieme. In questo caso è evidente che lady Rhea non sia il tipo per Daemon proprio perché in quei due minuti in cui ci viene presentata, capiamo subito che è una donna forte ed indipendente, sicuramente non sottomessa al marito. E sappiamo altrettanto bene come Daemon ami avere il controllo… facile capire quindi perché questi due non si possano vedere (anche perché adesso Rhea rappresenta l’ultimo ostacolo per Daemon per avere Rhaenyra, almeno all’inizio di questo episodio…)
Re Viserys è invece sempre più decadente. Le sua condizioni di salute peggiorano di episodio in episodio, mostrandoci un monarca sempre più stanco ed un personaggio sempre più tragico (ma su questo ci torneremo alla fine).
Dopo di questo si passa ad una delle scene più alte di questo episodio, l’interazione tra Alicent e Larys Strong (Matthew Needham) . In quest’occasione vediamo subito la natura subdola di questo personaggio, che se prima fa dei complimenti alla Regina attraverso la metafora dei fiori (che non dovrebbero crescere lì eppure ci sono riusciti, proprio come Alicent), subito dopo passa subito al punto, mettendo la più classica delle pulci nell’orecchio alla Regina. È chiaro che l’obiettivo di Larys Strong sia quello in ingraziarsi Alicent, ma le sue parole sono il primo step che porteranno la stessa Alicent ad evolvere definitivamente. Giusto pochi secondi prima avevamo visto, nel dialogo con il partente Otto Hightower, come la Regina fosse ancora convinta della parola di Rhaenyra, ma quello che le dice Larys la mette di nuovo nel dubbio…
E dopo aver assistito all’incontro tra Viserys ed i Velaryon (a proposito, Lord Corlys e Rhaenys Targaryen funzionano benissimo insieme, ad oggi è la miglior coppia su schermo della serie), arriviamo alla prima nota stonata di questa quinta puntata, la meno grave.
Vediamo questa scena in cui Rhaenyra ed il suo promesso sposo, Laenor Velaryon (Theo Nate), discutono del loro matrimonio, giungendo ad un accordo. Abbiamo scoperto infatti che l’erede di Lord Corlys è omosessuale, ma i due ragazzi giungono al compromesso di compiere il loro dovere per le loro casate ed il reame per poi “mangiare quello che più ci piace”. Ora, l’obiezione è semplice: perché Rhaenyra e Laenor parlano per metafore? Sono soli, ci è stato detto che sono cresciuti insieme, entrambi sono perfettamente a conoscenza della situazione… per quale motivo non parlare chiaramente? Onestamente non ho capito e non trovo un perché a questa scelta…
Sempre a bordo della nave che sta portando il monarca ad Altamarea, troviamo anche Rhaenyra (ultima prova anche per l’eccellente Milly Alcock) e Ser Criston Cole. Come abbiamo detto in precedenza quest’ultimo è uno dei due assoluti protagonisti di questo episodio, dopo gli avvenimenti della quarta puntata. Ed è in questa occasione che abbiamo una prima fotografia di quello che è, in questo momento, Ser Criston.
Un cavaliere, un uomo semplice, d’arme, non certo un fine pensatore. Ed è proprio per questo che sebbene il comportamento della Guardia Reale possa sembrare ingenuo e per certi versi stupido, esso non è assolutamente forzato e perfettamente in character. Cole in questa scena appare come una sorta di protagonista di una favola Disney che già si è fatto il suo castello in aria (o se volete la reincarnazione di Ted Mosby), che propone di scappare via e di costruire una vita lontano da tutto e da tutti, ma che viene riportato alla realtà da Rhaenyra, la quale non è chiaramente innamorata di lui. La principessa non può ovviamente rinunciare al proprio nome, al proprio status ed alla proprio eredità, proprio perché Westeros non è una favola.
E la conferma di questa cosa l’abbiamo anche nella scena successiva quando, una volta tornati ad Approdo del Re, Alicent fa convocare Ser Criston proprio per verificare ciò dettole da Larys Strong. In questa scena abbiamo il crollo di Cole che, in un magistrale gioco di “non detto”, confessa alla Regina di aver giaciuto con Rhaenyra.
In questi minuti abbiamo tutto. Vediamo quanto Ser Criston sia tormentato da quella notte d’amore con la principessa che ne ha intaccato quella che è per lui la cosa più importante: il suo onore. E se già quando era un segreto tra lui e Rhaenyra, Ser Criston soffriva di questa cosa (come abbiamo sentito nel dialogo tra i due a bordo della nave), scoprire che la notizia circola a corte lo ha letteralmente distrutto. Ma non solo, anche Alicent viene devastata dalla confessione di Cole. La Regina scopre di essere stata ingannata dalla persona che aveva anteposto addirittura al padre, capisce di non potersi fidare letteralmente di nessuno, nemmeno di quella che considerava l’unica persona fidata che aveva a corte.
E si arriva in questo modo al pezzo grosso di questa quinta puntata, i festeggiamenti per il fidanzamento di Rhaenyra e Laenor. Una scena a cui arriviamo dopo una costruzione della tensione perfetta. Sappiamo che tutti personaggi presenti in quella sala hanno delle informazioni che potrebbero far saltare il banco. La tensione è palpabile, gli sguardi tra i soggetti coinvolti la fanno da padrone. È stata creata una situazione per cui lo spettatore si sente quasi lui stesso lì in quella sala. Ed in tutto ciò ritorna anche Daemon, che per l’ennesima volta ci mostra la sua incredibile chimica con la nipote. E la stessa Rhaenyra ha verso lo zio un atteggiamento del tutto differente rispetto a quello avuto con Ser Criston. Provoca Daemon dicendogli di “rapirla” di portarla a Roccia del Drago e farne la sua sposa, al che Daemon le tocca la guancia con la mano in un gesto che sembra presagire un bacio che ci viene però oscurato. Questi due si vogliono e si desiderano. È chiaro, palese ed evidente.
Tutto questo però è anticipato da quella che è la vera e propria scena madre dell’episodio, il punto più alto di questo “We Light the way”: l’entrata nella sala di Alicent. Un momento dall’impatto fortissimo, che rappresenta l’evoluzione finale del personaggio. In questa prima metà di stagione infatti, abbiamo avuto ben tre Alicent Hightower diverse: la prima, quella dei primi due episodi, timida e sottomessa al padre. La seconda, quella del terzo e quarto episodio, la Regina triste, prigioniera di un qualcosa che le è stato imposto. Ed infine la terza, quella di questa scena. Una Alicent ormai consapevole del proprio posto, libera dall’innocenza e dall’ingenuità, che ha definitivamente deciso da che parte stare e lo fa andando contro quello che il suo personaggio è stato fino ad ora. Se prima infatti ci è stato più volte detto che la Regina non ama stare al centro dell’attenzione, in quest’occasione Alicent sceglie volontariamente di esserlo, arrivando dopo, facendosi guardare in quello che è il simbolo di quest’evoluzione: il vestito verde che certifica il suo schieramento da questo momento in avanti. E rincarato da quel “figliastra” rivolgendosi a Rhaenyra e mai detto prima.
Tuttavia, se qui come detto abbiamo il punto più dell’episodio, gli ultimi cinque minuti rappresentano quello più basso. La scena dell’omicidio di Ser Joffrey Lonmouth (l’amante di Laenor interpretato da Solly McLeod) presenta la stessa problematica di cui abbiamo parlato nell’episodio 3, ovvero mancanza di logica dovuta ad esagerazione e confusione.
Chi ha letto i libri sa che questo è il primo grosso cambiamento che la serie fa rispetto alla sua controparte cartacea. E sa da una parte è comprensibile che girare un altro torneo costi e si sia deciso di mettere in scena questo evento durante questa occasione, ciò che non è assolutamente comprensibile è la sua dinamica. Non è infatti ammissibile che non ci sia un evidente motivo per le azioni di Ser Criston che non siano i “presumo che” dello spettatore, ed è ancora più inammissibile che nessuno (soprattutto la Guardia Reale) faccia niente e che lo stesso Cole dopo il fatto vada via in tutta tranquillità.
Eppure, bastava poco, anche solo far scappare Ser Criston con qualcuno che gli andasse dietro, o una linea di dialogo (di numero) che provocasse la rissa (una provocazione, un insulto…)
Intanto, il matrimonio tra Rhaenyra e Laenor viene celebrato subito, in presenza solo dei genitori degli sposi, in un clima surreale, in aperta opposizione a quelle che erano le premesse. Il contrasto tra l’evento che dovrebbe essere gioioso ed i suoi protagonisti praticamente in lacrime è fortissimo e restituisce la decadenza sottolineata anche dal contesto, tra il cibo ancora sui tavoli ed il sangue di Ser Joffrey ancora sul pavimento. Apice di questa scena è il crollo di Viserys, che raggiunge un altro punto della tragicità del suo personaggio. Un uomo che qualsiasi cosa faccia gli va storta, che vuol far del bene ma i cui risvolti delle proprie azioni finiscono sempre per peggiorarne le condizioni.
Questo finale, che si conclude con il tentato suicidio di Cole che viene salvato da Alicent e l’ormai ricorrente simbolismo del topo (che rappresenta la decadenza di Casa Targeryen), macchia un po’ quello che per il resto è stato un episodio quasi perfetto, in cui l’asticella di House of the Dragon è stata ulteriormente alzata, in cui tutte le storyline di questa prima parte si sono chiuse e si è pronti al grande time-skip che ci aspetta dalla prossima puntata in poi, che segnerà l’inizio della seconda parte di questo, ora lo possiamo dire, bellissimo ed avvincente show.
Comments 1