Dragonflight, il ritorno di Azshara realizza le profezie di Ill’gynoth?

Il prossimo aggiornamento di Dragonflight, la patch 10.0.7 si sta davvero rivelando una miniera di lore, tra approfondimenti, misteri e rivelazioni. Durante queste ultime settimane abbiamo condiviso con voi tutte queste novità provenienti dal PTR che potete trovare nella nostra sezione dedicata all’espansione, ma quella di oggi potrebbe facilmente essere l’anticipazione più corposa e succulenta di questi giorni. In quest’articolo parleremo infatti di un nuovo (l’ennesimo) libro di lore che verrà introdotto in-game, che questa volta sembrerebbe non solo essere scritto da Naga per i Naga, ma al suo interno conterebbe riferimenti diretti alla celebri profezie di Ill’gynoth oltre che ovviamente al ritorno di Azshara. Alla luce di tutto questo dunque, è ovvio che l’articolo conterrà SPOILER!

Iniziamo dunque, prima leggendo il tomo in questione e poi andandolo ad analizzare. Anche in questo caso come abbiamo visto essere per il libro annotato di Neltharion, il nostro libro farà parte del completamento di un achievement, per la precisione “Librarian of the Reach“.

Ebbene, scritto dai Naga dell’Isola Proibita, il testo racconta la storia di una regina il cui ritorno al potere è imminente, di un araldo che l’aiuterà nel sua ritorno, di una profezia e di un risveglio. Come accennato poco fa, Molto del linguaggio utilizzato fa eco ai sussurri di Il’gynoth, con riferimenti al Cerchio delle Stelle, torce accese e un cuore spezzato che verrà preso.

Fatta questa piccola introduzione, andiamo a leggere il testo vero e proprio di questo nuovo libro, il cui nome è “Una canzone dagli abissi“:

“Sorgete, sorgete! La nostra Regina ci chiama da oltre il Velo Ombroso. Ha trasceso il Circolo delle Stelle e si crogiola nella sua eterna grandezza!

Il tempo che abbiamo tanto atteso è vicino.

Anche adesso, l’Araldo riunisce i figli della prima carne per reclamare ciò che era perduto. Devono ricordare i loro voti e servire coloro ai quali devono fedeltà.

Mentre loro lavorano negli abissi, noi viaggeremo verso le coste delle terre dei draghi, verso l’isola benedetta dove il Distruttore del mondo abbracciò per la prima volta i sussurri.

Mentre una tempesta si allontana, un’altra si alza. Le torce sono state accese. I segreti che lui ha seppellito colpiranno come un pugnale nel cuore dei suoi simili!

L’Araldo parla di un potere primordiale che cerca la fine dell’Ordine. Tale rabbia può essere piegata per servire i nostri fini.

Una fame perduta nei secoli sarà recuperata.

Un cuore oscuro lasciato spezzato attende di esser preso.

Quando queste cose avverranno, l’Araldo adempirà la profezia finale e completerà il risveglio.

Solo allora la nostra Regina tornerà a regnare sul mare, sul cielo e sulla terra. Dobbiamo prepararci.

Sorgete, sorgete! Presto tutto ciò che era nascosto verrà rivelato.”

Il testo fa riferimento a una potente regina che chiede aiuto dalla profondità degli oceani, che ha trasceso il Cerchio delle Stelle e che governa sui mari, il cielo e la terra. Appare inoltre evidente che la regina in questione sia Azshara, la sovrana dei Naga Quest’ipotesi è supportata da tutta una serie di elementi. Già dall’inizio del nostro testo ne abbiamo uno, con le parole “la nostra Regina ci chiama da oltre il Velo Ombroso“, riferimento alla sua scomparsa nel portale del Vuoto durante il raid di Ny’alotha (o forse si fa riferimento ad un velo simile a quello che separava Azeroth dalle Shadowlands e che invece conduce nel “piano del Vuoto”?)

Tuttavia, appare subito incredibile come questo testo richiami fortissimamente alle profezie di Ill’gynoth sin da subito.

“Ha trasceso il Cerchio delle Stelle”, ne è un esempio. La prima volta che abbiamo sentito parlare di questo luogo è stato proprio dalla creatura del Vuoto: “Per trovarlo, annegati nel cerchio di stelle“. Successivamente, abbiamo scoperto che questo “cerchio di stelle” è la struttura dei titani in cui era imprigionato il Dio Antico N’zoth e sempre lì abbiamo combattuto e sconfitto Azshara. Andiamo avanti.

Solo allora la nostra Regina tornerà a regnare sul mare, sul cielo e sulla terra.”

Come sappiamo, nei tempi antichi, la Regina Azshara governava l’Impero dei Kaldorei, l’antico reame degli Elfi della Notte che copriva quasi tutto Azeroth. Se si può dire che qualcuno “torna a regnare” se tornasse, è sicuramente lei. E sempre in questa parte iniziale, possiamo trovare il collegamento con le profezie di Ill’gynoth:

“La regina cieca brandisce uno scettro d’osso. Dal profondo invoca il destino.”

Passiamo adesso alla seconda figura che sembra essere centrale in questo “manifesto”, quella dell’Araldo. È possibile che questa figura possa essere identificata con Iridikron?

L’ultima volta che ne abbiamo sentito parlare, abbiamo scoperto che lui e gli altri Primalisti si sono “ritirati” nella terra per accrescere la loro forza. A tutto questo aggiungiamo che sembra che nella patch 10.1 esploreremo il sottosuolo (ne abbiamo parlato qui) e quindi anche se è certo al 100% che l’Araldo sia Iridikron, sembra comunque molto probabile che si tratti di lui. Vediamo cosa dice il testo in proposito:

“Anche adesso, l’Araldo riunisce i figli della prima carne per reclamare ciò che era perduto. Devono ricordare i loro voti e servire coloro ai quali devono fedeltà. Mentre faticano negli abissi, […]”

Qui abbiamo tuttavia un elemento misterioso: i “figli della prima carne“. Teoricamente parlando, questi ultimi sarebbero stati i primi titanoforgiati a contrarre la Maledizione della Carne, quella “malattia” degli Dei Antichi che trasformò le creature di pietra in esseri mortali. Anche in questo caso, uno dei sussurri di Il’gynoth fa direttamente riferimento a questa maledizione, sostenendo che essa rende gli Dei Antichi i creatori di molte razze mortali, piuttosto che i Titani. “La carne è il suo dono. È il tuo vero creatore.”

Resterebbe però il mistero: chi sono questi “figli della prima carne”? La risposta potrebbe esserci già stata data alcune settimane fa, all’interno di un altro libro in-game di lore, quello di Uldaman. In questo tomo, (ne abbiamo parlato qui) uno dei Custodi discute della Maledizione della Carne e dei titanoforgiati che vi sono caduti vittime, in particolare dei Terrigeni. Il rapporto cita inoltre specificamente una razza, simile ai Nani, che rimase sottoterra. Presumibilmente, questi sono i “figli della prima carne” che l’Araldo starebbe radunando (di conseguenza ciò renderebbe questo popolo sconosciuto dei servitori degli Dei Antichi). Torniamo al testo.

“L’Araldo parla di un potere primordiale che cerca la fine dell’Ordine. Tale rabbia può essere piegata per servire i nostri fini.”

Qui è tutto abbastanza chiaro e sembra davvero esserci poco da discutere o teorizzare. “Potere primordiale” = i Primalisti, e “Ordine” = i Titani. Sulla base di ciò, la rabbia – a volte giustificata – dei Primalisti viene usata per servire la causa dei Naga (e per estensione, degli Dei Antichi).

Questo non è il primo indizio che sembra suggerirci che i Primalisti siano “inavvertitamente allineati” con gli Dei Antichi. Discutendo di Iridikron, Alexstrasza ha espresso la convinzione che l’Incarnato Primordiale della Terra abbia stretto “terribili affari” di cui nemmeno i suoi compagni Incarnati sono a conoscenza.

Andando avanti, sulla parte del “Distruttore del Mondo”, crediamo non ci sia nemmeno da chiedersi chi sia, è ovvio si tratti di Neltharion. Ma su quella stessa parte ci sono spunti molto interessanti:

“Viaggeremo verso le coste delle terre dei draghi, verso l’isola benedetta dove il Distruttore del Mondo abbracciò per la prima volta i sussurri.”

Per provare a spiegare questo passaggio, dobbiamo fare un passo indietro e tornare ai corti animati che hanno fatto da apripista a “Dragonflight” e precisamente al terzo corto, nel quale abbiamo visto Neltharion cedere alla corruzione degli Dei Antichi in cambio del potere di sconfiggere e imprigionare Raszageth. Ricordiamo che nonostante l’ex Aspetto della Terra abbia sentito i sussurri anche quando era ancora un “semplice” proto-drago, questo è stato il momento esatto in cui egli si è consegnato loro, e quest’evento è avvenuto proprio all’Isola Proibita, dove Naga, insieme a questo libro, possono essere trovati. Procediamo con la nostra analisi.

“I segreti che ha seppellito colpiranno come un pugnale nel cuore dei suoi simili!”

Sappiamo già che nella patch 10.0.7, arriveremo e indagheremo sulle Volte di Zskera, dove Neltharion seppellì i suoi segreti, le sue scoperte e i suoi esperimenti. Alla luce di quel che leggiamo sembrerebbe quindi che il fatto che noi scopriremo quei segreti faccia in qualche modo parte del piano…

Ed adesso arriviamo a quella che è forse la parte più importante di questo testo, quella in cui si fa riferimento alle famigerate torce.

Il celebre sussurro, “cinque chiavi per aprirci la strada. Cinque torce per illuminare il nostro cammino” ha visto affibbiato a se diversi interpretazioni nel corso degli anni, che noi per primi ci siamo divertiti a speculare. Una volta si ipotizzava che queste cinque chiavi/torce potessero essere i cinque Pilastri della Creazione. Successivamente, ipotizzammo si potesse trattare dei cinque Sigilli delle Congreghe delle Shadowlands. Ma in tutto questo ci si è spesso dimenticati di un altro sussurro, nel quale ricorre nuovamente il numero cinque. In questa frase di Ill’gynoth si affermava che “cinque lanterne” erano state accese a un certo punto, ma si erano poi spente.

“Cinque lanterne ora oscurate. Le fiamme che cercano illumineranno la via dei Padroni.”

Tuttavia, stavolta potremmo trovarci di fronte alla vera soluzione dell’enigma: le Pietre del Giuramento. È infatti molto probabile che quelle stesse pietre che abbiamo aiutato a riaccendere sulle Isole dei Draghi siano le famigerate “cinque torce” perché… sembra dirlo il libro stesso:

“Mentre una tempesta si allontana, un’altra si alza. Le torce sono state accese.”

Il secondo passaggio importante riguarda il “cuore oscuro spezzato che attende di essere preso“. Ancora una volta, un riferimento diretto ad un sussurro di Ill’gynoth: “Il suo cuore è un cratere, e noi l’abbiamo riempito.”

Anche per questa frase nel corso degli anni si sono sprecate le teorie, con il cuore che apparteneva ora a Jaina e ora Sylvanas, ma una di quelle più accreditate ha sempre sostenuto che la “proprietaria” del cuore in questione non fosse altro che la stessa Azeroth (intesa come Titano). Durante BfA, abbiamo visto quanto proprio Azeroth abbia sofferto dopo che il mondo è stato trafitto dalla spada di Sargeras. Certo, dopo siamo entrati nella Camera del Cuore e abbiamo aiutato Magni a guarire le ferite dell’anima del mondo, finché alla sconfitta di N’zoth l’Oratore non ha dichiarato che Azeroth era “libera dalla morsa degli Dei Antichi“. Ma ancora una volta, non possiamo fare a meno di ricordare un sussurro di Il’gynoth.

“Il re dei diamanti è diventato una pedina.”

Qualunque cosa dica Magni, la spada di Sargeras è ancora saldamente conficcata nel pianeta. È possibile che il cuore di Azeroth sia ancora spezzato? Che il suo cuore sia un cratere, pronto per essere preso e riempito dagli Dei Antichi, che, come i Titani, hanno inseguito l’anima del mondo fin dall’inizio?

Avviandoci verso la fine del nostro testo naga, troviamo poi una curiosa frase: “Una fame perduta nei secoli sarà recuperata.” Cosa vuol dire ciò? A chi o cosa si riferisce?

Ebbene, tutti ricordiamo bene quale fu la primissima sfida affrontata dagli Aspetti: Galakrond.

Ed una comparsa in qualche modo del Padre dei Draghi è subito saltata alle nostre menti sin da quando abbiamo saputo che saremo andati nelle Isole. Il colossale proto-drago era noto per la sua fame insaziabile, causata dalla corruzione degli Dei Antichi. I Primalisti sono stati indicati come i “figli di Galakrond” in un’intervista pre-Dragonflight rilasciata a GameRant dai devs Jeremy Feasel e Graham Berger, e da questo libro letto che gli Dei Antichi cercano un modo per asservire la potenza dei Primalisti ai propri scopi.

Ricordiamo poi che gli stessi Aspetti non hanno mai detto al resto degli Stormi la verità su Galakrond: hanno scelto di mantenerla segreta in modo che nessun altro drago tentasse di emularlo. Ufficialmente, tutto ciò che ancora oggi si sa è che Galakrond è considerato il “progenitore della razza dei Draghi”.

Tuttavia, è anche possibile che non vedremo un ritorno concreto ed effettivo del Padre dei Draghi, ma è comunque difficile immaginare che “fame perduta nei secoli” si riferisca a qualcosa di diverso da quella stessa fame che ha consumato Galakrond. Forse quindi vedremo Iridikron trasformarsi e diventare come lui?

E per concludere, arriviamo alla parte finale del nostro tomo, quella che forse è di più difficile interpretazione.

“Quando queste cose avverranno, l’Araldo adempirà la profezia finale e completerà il risveglio.”

Per provare a dare una spiegazione a questa frase dobbiamo partire da una condizione imprescindibile: tutto quello che abbiamo detto finora deve realizzarsi. A quel punto, se Iridikron è l’Araldo, e lo vedremo diventare il “nuovo” Galakrond e allo stesso tempo il cuore spezzato di cui si parla è proprio quello di Azeroth, allora sicuramente ciò darebbe all’Incarnato tutto il potere e l’opportunità di cui ha bisogno per “adempiere la profezia finale e completare il risveglio”. Ill’gynoth sussurrava che “dalla terra trae forza. La nostra terra. La nostra forza” e ciò potrebbe assolutamente essere “applicato” a Iridikron, che è appunto l’Incarnato Primalista della Terra.

Un’altra profezia sempre di Ill’gynoth recitava che “nell’ora della sua terza morte, lei introdurrà la nostra venuta.”

Anche qui, interpretazioni più disparate, ma in base alla nostra premessa dobbiamo presumere che qui si parli di Azeroth. Di conseguenza “completare il risveglio” potrebbe riferirsi al… risveglio di Azeroth.

In questo caso, la prima “morte” potrebbe essere un riferimento alla terribile ferita che ha creato il Pozzo dell’Eternità. La seconda alla spada di Sargeras. e dopo una terza “morte”, questa la renderà finalmente completamente vulnerabile all’influenza degli Dei Antichi.

A quel punto allora, Azeroth diventerebbe proprio ciò che Sargeras ha sempre cercato di impedire diventasse: un Titano Oscuro, alleato al Vuoto. Ciò porterebbe quindi ad una nuova espansione a tema cosmico ed al ritorno proprio dello stesso Sargeras, magari accompagnato dal suo attuale carceriere.

Ma quest’ultima speculazione forse, va troppo in là. Quel che è certo è che “Una canzone dagli abissi” rappresenterà un punto molto importante per la lore futura di World of Warcraft, e siamo sicuri che torneremo più volte a rileggere il suo contenuto.

IN ALTO: La Regina Azshara. Illustrazione di CreationKeeper.