Anche questa settimana torniamo a parlare di Dragonflight e della prossima patch 10.0.7! Dal datamining infatti continuano a venir fuori delle nuove chicche di lore e in quest’articolo tratteremo un argomento davvero interessante che ricalca in qualche senso i temi che abbiamo già toccato nelle scorse settimane. Oggi andremo a scoprire quelle che sono state le origini dell’Isola Proibita, la zona iniziale dei Drachtyr, oltre ad un interessante approfondimento su questa nuova razza… ed il suo creatore. In questo caso quindi, vi avvertiamo che seguiranno SPOILER!
Tutto inizia da uno dei nuovi achievement della patch 10.0.7, ovvero “mentre dormivamo“, il quale per essere completato richiede di raccogliere diverse pagine e voci di un diario in tutta l’Isola Proibita. Queste annotazioni, una volta messe insieme, ci racconteranno la storia di un drago nero che è stato inviato a sorvegliare l’Isola… iniziamo quindi il nostro viaggio!
Ci sono due diari che possono essere letti contenenti la corrispondenza del nostro drago nero, ed entrambi possono essere trovati dal Comandante Azurathel nel Villaggio di Morqut dopo aver iniziato le quest per l’achievement. Ovviamente, man mano che troveremo queste lettere, i diari guadagneranno più pagine. Ma chi è l’autore di questo diario?
Tutte le pagine sono scritte o dirette ad Adamanthia, un drago nero femmina apparentemente responsabile delle operazioni dell’esperimento Dracthyr di Neltharion nell’Isola Proibita. In entrambi i libri, l’archivista dracthyr Zazulithan osserva che i suoi simili sembrano ricordare – anche se solo vagamente – Adamanthia sentendosi attratti dai suoi appunti e dalla sua storia.
La “Corrispondenza tradotta dei Draghi Neri” risulta quindi essere il diario che traduce le comunicazioni tra il drago nero Adamanthia e l’allora Aspetto della Terra Neltharion. Vediamo come lo presenta Zazulithan:
“Quelle che seguono sono le traduzioni della corrispondenza tra il drago nero Adamanthia e Neltharion, l’Aspetto della Terra.
Al momento di questa traduzione, posso confermare che né io né alcun dracthyr con cui ho parlato siamo in grado di ricordare pienamente Adamantia. Abbiamo solo frammenti. Le sue origini e identità sono misteriose. Eppure ci sentiamo attratti da lei per ragioni al di là del ricordo.
È come se custodisse in sé una parte di noi, sostenuta in qualcosa di più della semplice memoria.
Ora potete leggere le sue parole in questo umile volume. Possa questa trascrizione aiutare a suscitare ricordi per i degni dracthyr che la leggeranno.”
Allo stesso modo, il “Tradotto diario di Adamanthia” è, come indica il nome, il diario personale del nostro misterioso custode, in cui la draghessa annotava i suoi compiti nell’Isola Proibita oltre alle sue esperienze con i Drachtyr e la prigionia di un personaggio che noi conosciamo bene: Raszageth. Anche in questo caso, leggiamo la presentazione del diario da parte dell’archivista:
“Lettore, qui sotto ci sono le parole che meglio potremmo trascrivere e tradurre di Adamanthia, recuperate dalle annotazioni del suo diario nell’Isola Proibita.
Adamantia è un nome che ci sforziamo di sentire attraverso l’abisso della storia. Alcuni dracthyr hanno sperimentato scintille di sogni, ricordi o fantasticherie che la caratterizzano, ma come molti dei nostri ricordi, il quadro completo ci è negato.
Mentre leggi le sue parole all’interno di questo tomo, speriamo che tu possa avere ulteriori ricordi. Spero che queste parole aiutino altri dracthyr fornendo un’idea delle nostre origini e di quei draghi che un tempo servivamo.”
Leggendo entrambe queste descrizioni e collegando insieme alcuni pezzi, siamo in grado di dare una collocazione cronologica alla presenza di Adamanthia nell’Isola Proibita, almeno fino a quel che leggeremo essere la sua ultima lettera. Il diario personale della nostra custode ci consente di affermare che questi tomi sono stati tutti scritti dopo l’imprigionamento di Raszageth, poiché ella non solo è citata, ma come vedremo si parla anche delle sue influenze sull’Isola, nonché delle sperimentazioni con i Dracthyr, più specificamente nel tentativo di riprendere il controllo su di loro e di come la reliquia titanica che Neltharion ha utilizzato per esercitare il controllo sulle sue creature sia stato distrutto durante lo scontro che alla fine portò all’imprigionamento della Primalista.
La prima lettera che andiamo a leggere è “La Prigioniera“, in cui Adamanthia riferisce a Neltharion sullo stato di Raszageth. Interessante notare come già in queste pagine si possa notare come Adamanthia comunichi con la stessa arroganza tipica di altri draghi neri.
Nelle sue parole, la custode si preoccupa che, sebbene sia attualmente tenuta prigioniera, Raszageth si muova ancora, al punto da essere in grado di interferire con il clima dell’Isola. Questo quindi ci dice che la Primalista è stata sveglia per tutti questi millenni, contestualizzando quindi il suo ardore quando finalmente è evasa dalla prigionia nella questline iniziale di Dracthyr. Ma leggiamo ora insieme il contenuto di questa prima lettera:
“Lord Neltharion, porto notizie. L’Isola ha tremato oggi per l’ira di Raszageth!
Eppure sono felice di riferire che i sigilli sulla sua prigione improvvisata nella tua volta hanno retto. Gli incantesimi che Malygos ha posto lì dovrebbero rimanere intatti per molte ere di questo mondo, anche senza manutenzione magica.
La nostra prigioniera è ancora in grado di esercitare la sua influenza sul clima di quest’isola. Sono preoccupato che possa far uscire un messaggio, durante il tempo.
Per ora, tuttavia, il nostro unico motivo di preoccupazione dovrebbe essere quello che accadrebbe se gli altri Primalisti venissero a conoscenza della sua presenza qui. Ricorderò ancora una volta ai miei servitori insensati di distruggere i miei messaggi dopo che essi sono stati inviati.”
A questo punto, Neltharion decide di imprigionare i Dracthyr dopo aver conferito con il suo migliore amico, ovvero Malygos.
Adamanthia parla di quest’ordine in un’altra pagina nella quale si dice disposta a lavorare con lo Stormo Blu, ma mettendo in dubbio l’ordine stesso.
“Oggi abbiamo sigillato i primi Drachtyr. Malygos ha chiesto volontari. Tre dei suoi seguaci e il loro seguito hanno scelto di essere sepolti con loro.
Devo sbrigarmi con la mia ricerca. La magia di Malygos è forte, ma continuo a dubitare di questa linea d’azione.”
Per capire meglio ciò che abbiamo appena letto ed allo stesso tempo dargli più contesto, dobbiamo rivolgerci ad una quest nella Vastità Blu, “Solo per occhi blu” (quest esclusiva per i Drachtyr) che fornisce alcune informazioni sulla disperazione di Neltharion dal punto di vista di Malygos, che alla fine ha portato a questa decisione:
“La mia ricerca sulla magia della stasi continua a ritmo sostenuto. Le domande di Neltharion sono implacabili, anche se non dirà perché.
Mio fratello è sconvolto. Qualcosa tipo una calamità ha colpito il suo lavoro? Diventa sempre più distante.
Neltharion è fuori di sé. Dice che sta andando tutto a rotoli. Che è troppo presto. Che devono essere trattenuti. Essere contenuti…
È fatta. Le sue creazioni sono in stasi. Ho fatto del mio meglio per assicurarmi che rimanessero indisturbati.”
Tornando ad Adamanthia, la nostra custode riflette sulla decisione di Neltharion in una voce del suo diario denominata “Silenzio“, pensando che questa potrebbe essere dovuta ad orgoglio o vergogna da parte dello stesso Aspetto della Terra. Inoltre, in queste righe scopriamo che è stata proprio Adamanthia a dare all’Isola Proibita il suo nome.
“Ci hanno avvertito di non dirlo a nessuno, nemmeno agli altri Aspetti. Nessuno deve venire a conoscenza di questi dracthyr. Nessuno deve sapere cosa c’è sotto la superficie dell’isola.
È vergogna? O orgoglio?
In ogni caso, i draghi ricorderanno sempre: questa isola è proibita. Lasciate che questo sia il suo appropriato soprannome. Tutti coloro che osano sconfinare in questo terreno sono intrusi nel nostro regno rovinato… queste terre di eredità… quest’Isola Proibita.”
Andando avanti, ad un certo punto dopo aver imprigionato i Dracthyr, Adamanthia inizia da sola gli esperimenti su di essi, tentando di usare la magia dell’Ordine per riprendere il controllo su di loro. I suoi tentativi sono documentati in due voci del suo diario: “Reliquie” e “Esperimenti“, in cui appunto sperimenta con alcune reliquie dei Titani come ad esempio il Martello di Khaz’goroth (uno dei Pilastri della Creazione) per tentare di riprendere il controllo dei Dracthyr, fallendo però ogni tentativo.
Reliquie:
“Ho tentato di impiegare altre reliquie titaniche nell’arsenale del Custode (di Nelthario, NdR). Nemmeno il Martello di Khaz’goroth è in grado di ristabilire l’ordine in modo significativo.
La magia dell’Ordine continua a non avere presa.“
Esperimenti:
“Fallimento! Ancora!
Centouno dracthyr sono stati liberati dalla stasi. Tuttavia, in ogni esperimento, il soggetto alla fine riacquista tutta la memoria e non conserva nulla del precedente condizionamento mentale.
Sta diventando sempre più chiaro: ciò che è stato fatto non può essere annullato.”
Adamanthia alla fine conclude che i Dracthyr non sono spezzati: sebbene siano creature dotate di libero arbitrio – e quindi secondo lei pericolose – essi possono comunque essere controllati, proprio come qualsiasi altra razza mortale. La custode invia quindi questo rapporto, forse pieno di speranza (per un drago nero) in “Rapporto Iniziale“, chiedendo il permesso di risvegliare più gruppi di drachtyr per ulteriori esperimenti.
“Mio Aspetto, ho fatto una scoperta.
Avevate ragione nel presumere che la magia dell’Ordine avrebbe potuto non essere sufficiente per ristabilire il controllo sui Dracthyr. Tuttavia, ho imparato durante i miei innumerevoli esperimenti che questo potrebbe non essere necessario.
Confermo che i Dracthyr non sono “spezzati”.
I Dracthyr dotati di libero arbitrio sono potenti, pericolosamente. Eppure non sono cretini senza cervello. I loro cuori e le loro menti possono essere conquistati proprio come si potrebbe fare con qualsiasi mortale dal pensiero libero.
Con il tuo permesso, vorrei risvegliare più gruppi in modo da poter esplorare ulteriormente questa affermazione.”
A questo punto siamo in grado di leggere una diretta risposta di Neltharion, che si rivela essere non esattamente come sperato da Adamanthia. In “Avvertimento finale” Neltharion ammonisce Avvertendo la sua sottoposta di smettere con i suoi esperimenti, minacciandola di dolore infinito, in quello che forse possiamo prendere come un indizio che già in quel momento il futuro Deathwing fosse sotto l’influenza degli Dei Antichi.
“Questo è il tuo ultimo avvertimento, Adamanthia. Se continui nella tua sfida, diventerai un esempio per tutti coloro che nutrono scioccamente tali assurde aspirazioni.
La tua sofferenza durerà millenni. Nemmeno la morte ti libererà. Chiunque ti guardi contemplerà il tuo tormento e la tua disperazione. Cessa questa follia, o ti aspetta la punizione.”
Nonostante queste parole minacciosa però, Adamanthia protesta ancora Neltharion nella lettera “Protesta“, cercando di aggrapparsi al genio dell’Aspetto della Terra. Tuttavia, la vera nota interessante di questa missiva è la nomina dell’ennesimo luogo ad oggi a noi sconosciuto: Aberrus, che da quel che leggiamo sembrerebbe essere un posto in cui i Dracthyr risvegliati da Adamantia furono inviati, apparentemente un luogo di punizione.
“Mio Aspetto,
pensavo di fare tutto quello che mi hai chiesto e anche di più. L’estrazione dell’essenza dello Stormo dei Draghi Neri dai Dracthyr è andata a buon fine, anche se temo che possa paralizzare in modo permanente le loro capacità. Eppure tu hai comandato e io obbedisco.
Hai ordinato di sigillare i nidi, e così ho lavorato con i draghi di Malygos, come comandato.
Oggi ho ricevuto la notizia che hai mandato i miei dracthyr risvegliati ad Aberrus, come se fossero sacrificabili per qualche esperimento esoterico.
Devo sapere perché. Chiedo il loro rilascio. Puoi vedere di persona che sono svegli e consapevoli, creature capaci di pensiero indipendente.
La loro fiducia va coltivata, non forzata. Nei termini più forti possibili, devo protestare. Confidando nel vostro genio, affido queste parole all’attenta considerazione del vostro sagace intelletto.”
E con queste parole finisce quello che sappiamo di questi diari. Ma naturalmente sorge spontanea una domanda: che fine ha fatto Adamanthia? Ebbene i giocatori che esploreranno l’Isola Proibita alla ricerca dei due diari si imbatteranno alla fine in lei… o a ciò che ne rimane.
La nostra custode è tenuta in stasi in una camera dell’High Creche, che un tempo ospitava l’Adamant Vigil. E le due voci finali nelle comunicazioni di Adamanthia con Neltharion (“Protesta” e “Avvertimento finale“) possono essere trovate anche in questo luogo.
Ciò, insieme alla “posa” in cui è imprigionata Adamanthia, potrebbero far presumere che ella sia stata messa in queste condizioni non molto tempo dopo aver inviato il messaggio di protesta a Neltharion, nonché sia stata imprigionata contro la sua volontà.
Ad oggi, anche nel PTR Adamanthia non può essere liberata, e chissà se mai si potrà farlo. E in tutto ciò, riecheggia l’ennesimo mistero, che stavolta porta il nome di Aberrus…
N.B. Questo articolo è una traduzione e rielaborazione di The Warden of the Forbidden Reach – Hints Towards Dragonflight’s Storyline? Story Spoilers
IN ALTO: L’Isola Proibita.