Dragonflight, la lunga intervista di Steve Danuser tra presente e passato di World of Warcraft

Come sempre per l’uscita di un’espansione o di una major-patch, con l’arrivo di Dragonflight ormai imminente e l’uscita della pre-patch, fioccano le interviste degli sviluppatori di World of Warcraft per discutere di temi inerenti ai nuovi contenuti. Ovviamente, insieme agli altri ha parlato anche Steve Danuser, il Lead Narrative Designer del team di WoW, che ha risposto alle domande di un’intervista di gruppo realizzata da diversi portali tematici. Diversi i temi toccati, con un particolare focus su un chiacchierato ritorno sul mondo di Azeroth da parte di un certo personaggio, e la contemporanea dipartita di un altro. In questo articolo vediamo quali sono stati i punti salienti dell’intervista rilasciata da Danuser, ricordando che per farlo saranno inevitabili gli SPOILER!

La timeline di Dragonflight

Uno degli argomenti trattati è stato uno di quelli che sono mai stati davvero chiariti da Blizzard, ovvero la timeline degli eventi di Dragonflight. Vediamo la domanda posta e come Danuser ha cercato di far chiarezza.

Domanda (posta da MMORRPG, NdR): “Volevo delle conferme sull’idea che mi sono fatto della timeline degli eventi all’inizio di Dragonflight. Da quello che sembra, i Draghi vengano richiamati alle loro Isole, dopo accade che Nozdormu va a visitare Ember Fall e qui si posizionano i corti di “Retaggi”, e poi dopo, più o meno nello stesso momento in cui i Dracthyr si risvegliano e noi giochiamo la questline introduttiva, tutti gli altri raggiungono le Isole. È questa la timeline generale corretta?”

Danuser: “Gli eventi che hai visto nel cinematic originale che abbiamo rilasciato con il nostro amico Koranos, alias Stony Tony, dove lo vediamo scalare l’edificio dei titani e accendere il faro è una specie di incidente istigante, quindi puoi pensare a quell’evento come il primo accaduto . Dopo quel momento i Draghi iniziano a tornare alle Isole, a visitare alcuni luoghi in cui non sono stati per molto tempo. Immagina un po’ di tempo off-screen in cui loro arrivano, conoscono la conformazione del terreno, quel genere di cose. In mezzo a questo, abbiamo anche Ebyssian e Wrathion che tornano alle Isole e hanno questa sensazione, possono percepire che sta succedendo qualcosa, qualcosa legato ai Draghi Neri, ed è questo che li attira verso Forbidden Reach, e scoprono che quando questi Primalisti sono tornati, è scattato una specie di allarme che era stato impostato da Neltharion molto tempo fa che fa sì che i Dracthyr inizino a svegliarsi. Quindi quest’ultimi si risvegliano, ci sono tutti gli eventi dell’esperienza iniziale dei Dracthyr che culmina con Raszageth che viene liberata, e una volta che ciò accade e la notizia arriva agli Aspetti, questo fa si che si mettano in moto e Kalecgos va a incontrare Khadgar nella Torre. Quindi questo è un po’ il punto in cui ci troviamo nella timeline in termini di eventi ora con la pre-patch che è stata lanciata questa settimana. Riusciamo a giocarci, abbiamo la sensazione che dobbiamo prepararci per questa spedizione, e questo è il punto di partenza per quando Dragonflight verrà lanciata tra meno di due settimane.

Un altro dettaglio; è all’indomani di Forbidden Reach. Se hai vissuto quell’esperienza, prima di arrivare alla fine e parlare con Nozdormu, vedi Emberthal che se ne va e dice che si fermerà qui per un po’ e non andrà con l’altro Dracthyr. Quindi gli eventi di “Retaggi” si svolgono dopo che i Dracthyr se ne sono andati e poi Nozdormu può percepire che Emberthal è lì e la segue ed è allora che si svolgono quelle storie.”

Sempre su quest’argomento, ma in senso più generale, è stata posta poi un’altra domanda:

Get Good Gaming: “Ho visto risposte molto diverse da diverse fonti su questo, ma quanti anni di gioco sono passati dall’evento da WoW Vanilla a Dragonflight?”

Danuser: “Allora, ho fatto un post sulla timeline in questo senso, dovresti cercare il numero esatto di anni per ognuna di queste cose, quindi Shadowlands è iniziato nell’anno 35 dopo l’apertura del Portale Oscuro. Che ovviamente risale agli eventi di Warcaft 1. Dragonflight inizia nell’anno 40, quindi 5 anni dall’inizio di Shadowlands. L’anno in cui WoW Classic inizia è il 25.”

Il giusto media per ogni storia

L’argomento successivo tocca principalmente un qualcosa a cui abbiamo già avuto risposta, ma nonostante questo è interessante leggere le parole del Lead Narrative Designer per avere avere un quadro generale su come Blizzard intenda trattare le sue storie.

Blizzard Watch: “Ho quella che penso sia la domanda più importante sulla storia dell’espansione: perché non siamo stati invitati al matrimonio di Lor’themar e Thalyssra e ci saranno missioni in cui potremo vederlo?”

Danuser: “Beh, tu sai che hai avuto il riferimento al matrimonio in-game, e abbiamo un racconto in arrivo che ci darà alcuni di quegli eventi e ci darà una sbirciatina di quei momenti. Ma sai, parliamo di cose del genere e sicuramente ci piace che accadano eventi importanti nel gioco, specialmente quando si tratta di azione e cose che sono i grandi motori della storia. Ma c’è anche dell’altro, vogliamo raccontare le storie giuste con i mezzi giusti, e abbiamo già avuto eventi come matrimoni o cose simili nel gioco in precedenza e non è un gameplay super avvincente, senza dubbio i giocatori di RP e simili adorerebbero che quegli eventi si svolgessero in game, ma per il giocatore medio non è un’esperienza di gioco eccezionale. Ma è qualcosa di carino che le persone possono leggere per entrare davvero nella mente dei personaggi e vedere quali sono le loro prospettive in eventi come questo, cosa che il gameplay non può fare molto bene. Quindi questo è ciò che ci ha fatto decidere di farlo in un racconto piuttosto che in questo tipo di cosa in-game, che onestamente richiederebbe solo un sacco di clic, molto stare in piedi, molto ascolto, e ancora, noi valutiamo qual è la cosa più avvincente da fare nel gameplay rispetto a ciò che potrebbe essere raccontato meglio in un altro mezzo. Ma, detto questo, chissà che qualche quest designer potrebbe trovare una proposta per fare un flashback almeno su una parte di quel matrimonio. Sono molto bravi a trovare idee per quel genere di cose. Quindi chissà, lungo la strada potrebbe esserci una ragione per farlo, ma almeno attualmente non è nei piani.”

Ovviamente, il racconto a cui si riferisce Danuser in quest’intervista è “La Promessa Eterna”, uscito giusto qualche giorno fa e di cui vi consigliamo la lettura (lo trovate qui). Anche la frammentazione dei media in cui la storia di Warcraft è raccontata è un argomento di cui ci siamo più volte occupati, e del quale abbiamo scritto, insieme agli amici di DailyQuest, un articolo che potete trovare qui.

Il time-skip… è un time-skip?

Altro argomento su cui si è parlato (e si parlerà) molto, è il periodo di time-skip che separa Shadowlands da Dragonflight. Come sappiamo infatti, tra le due espansioni passa un periodo di 3 anni (dalla fine di SL), ma cosa è accaduto su Azeroth in questo periodo di tempo? Leggiamo domanda e risposta a riguardo.

Dot Esports: “In un certo senso voglio dare seguito alla domanda di Dom sulla timeline e sul post in particolare che hai fatto ad Agosto, Steve. Dici che tra la fine di Shadowlands e l’inizio di Dragonflight passeranno circa tre anni. Solo così la gente di Azeroth può, hai detto, avere una fetta di vita normale per un po’. Se si prende prende il mondo di WoW alla lettera, è difficile immaginare che tutte queste cose siano accadute in così rapida successione, e penso che una breve pausa per la vita normale sia molto gradita per la gente di Azeroth. Possiamo aspettarci che Dragonflight faccia riferimento a quel periodo di tre anni in cui le cose sono state tranquille e normali?”

Danuser: “Beh, sai, c’erano dei piccoli dettagli di cui si prende conoscenza in alcune di quelle conversazioni stay a while and listen insieme al contenuto che è stato rilasciato proprio questa settimana con esse, sia che si trattasse di Lor’themar e Thalyssra che parlavano del fatto che si sono sposati, o Baine che riflette sul fatto che non ha notizie di Anduin da un po’, o su alcune discussioni tra Shaw e Mantogrigio, per esempio, ecco, lì ci sono alcuni riferimenti. Ma sai, la gente usa la parola ‘time-skip’ perché viene usata in molti media, e molte volte le serie o i libri possono usare un time-skip per nascondere alcune cose, come una storia che verrà rivelata in seguito, e onestamente quello non era assolutamente il nostro intento ed è per questo che io non ho mai usato quel termine, perché non si tratta di uno skip nel senso che non stiamo skippando una storia che vi faremo vedere dopo. È davvero soltanto il desiderio di muovere il tempo in avanti, dare al mondo un po’ di spazio per respirare e lasciare che i nostri personaggi più giovani crescano un po’ in modo tale che essi possano giovare un ruolo più importante nelle storylines che arriveranno. Quindi non ci sono sotterfugi o voler nascondere cose. Non escludo che le persone non avranno una visione individuale di quel periodo in base a quello che è successo loro, ma volevamo chiarire che non c’è nulla di entusiasmante in generale. Si trattava davvero di lasciare respirare il mondo e lasciare che le cose andassero avanti, e lasciare che alcuni di quei personaggi più giovani diventassero più importanti nelle trame successive.”

Il piccolo nel grande

Altro argomento trattato durante l’intervista di gruppo è stato l’inserimento di micro-storie all’interno della macro-storia tramite le quest. Un elemento questo che è stato davvero apprezzato dai giocatori e sui Blizzard sembra volersi concentrare maggiormente.

MMORPG: “Una delle cose che mi sono piaciute, dopo aver giocato all’alfa e alla beta, è stata che ho notato che in generale c’era più spazio per piccole quest di “vita quotidiana” inserite nella storia principale, specialmente nelle Pianure di Ohn’ahran, che sembravano essere molto presenti. Ero solo curioso di poter discutere di più sul fatto che quello fosse un cambiamento consapevole che voi ragazzi volete “mescolare” di più con la trama principale, o cosa c’è dietro quel tipo di quest?”

Danuser: “È facile quando hai a che fare con elementi fantasy così grandi, come draghi e grandi battaglie contro draghi malvagi, e ci sono draghi buoni, i viaggi nel tempo e tutte queste cose, questi sono i grandi tratti dell’ambientazione, della storia e di alcuni dei personaggi più importanti, ma ciò che fa sembrare reale un mondo sono le storie personali e sapere cosa provano alcuni di questi personaggi che vivono in questi luoghi quando sono circondati da tutto questo cambiamento e da queste entità, mettendo anche un po’ di contraddittorio. Come influisce questo sulle loro vite? Sono quelle cose che fanno sembrare un mondo tangibile e reale, quindi è davvero fantastico vedere così tante persone portare le loro storie personali a quell’esperienza di gioco e raccontare alcune cose davvero avvincenti che potrebbero non avere il grande spettacolo degli eventi più grandi come i cinematic ecc, ma la quantità di sentimenti, generali e personali, che emerge in queste micro-storie è alla pari con qualsiasi altra cosa che raccontiamo nel gioco. Sono davvero orgoglioso dei designer per aver portato tutto questo in Dragonflight.”

Le differenze tra Shadowlands e Dragonflight

Impossibile poi non toccare la questione differenze tra Dragonflight e la sua predecessora, Shadowlands. Cosa ha imparato Blizzard dall’ultima espansione in termini di narrazione? E vedremo questi cambiamenti in Dragonflight?

Blizzard Watch: “Mi chiedo che tipo di lezioni avete tratto da Shadowlands che state portando in Dragonflight, per quanto riguarda il design delle missioni e la narrazione?”

Danuser: “In termini di storia, per sua stessa natura Dragonflight è molto diverso dal punto di vista del tono rispetto a Shadowlands. Shadowlands aveva avuto un certo build-up, e c’erano un sacco di cose oscure nel mondo e personaggi che stavano attraversando cose molto oscure, e la storia veniva raccontata nei regni della morte, e questa è roba pesante. Quando abbiamo concepito l’espansione Dragonflight – ovviamente abbiamo iniziato quel processo un po’ di tempo fa – sapevamo di voler raccontare una storia che fosse davvero radicata nell’avventura e nell’ottimismo, e qualcosa che ci avrebbe fatto sentire: “ehi, siamo tornati su Azeroth noi stiamo vedendo gli effetti delle cose che sono successe in passato, ma in modo positivo, perché il mondo sta andando avanti ed è un momento di speranza e ottimismo.” Il fatto che le Isole dei Draghi siano tornate in vita con le energie è un segno che il mondo è sopravvissuto ad alcuni di questi traumi, come una grande spada che gli viene conficcata dentro, grandi guerre e invasioni e tutto quel genere di cose, e ha compiuto un piccolo passo avanti nella sua crescita, e alcune di quelle energie stanno di conseguenza aumentando. Penso che quello spirito si rifletta sia nella storia che nelle quest e anche nei sistemi di Dragonflight. Come Maria (un’altra sviluppatrice che ha partecipato all’intervista, NdR) ha menzionato, il Dragonriding è parte integrante dell’esperienza, abbiamo queste enormi e vaste zone in cui puoi librarti e tuffarti e percepisci davvero il mondo intorno a te come una cosa tangibile, tutto ciò riguarda il tono della storia, e ci stiamo avventurando accanto ad alcuni personaggi amati, gli Aspetti Draconici, e abbiamo la possibilità di aiutarli a diventare di nuovo potenti. Hanno rinunciato a quei poteri in Cataclysm e hanno affrontato anche momenti bui negli anni successivi, e questa è un’opportunità per riunirsi a loro, stare insieme e aiutarli. Ci sono un sacco di cose della trama che non posso anticiparvi, ma dato che abbiamo pianificato il resto della storia di Dragonflight nelle patch, vogliamo davvero che sembri che finisca con una nota forte, in cui, speriamo, abbiamo aiutato i nostri alleati, raggiunto alcuni obiettivi e le Isole dei Draghi sono un posto ancora migliore quando alla fine della storia rispetto a com’era quando ci siamo arrivati ​​per la prima volta.”

Altro punto toccato è stato lo sviluppo dei personaggi tra Shaodwlands e Dragonflight. Per gli sviluppatori, è più facile scrivere e sviluppare alcuni personaggi rispetto ad altri in questo contesto?

Dot Esports: “La mia domanda riguarda la dicotomia tra Shadowlands e Dragonflight, ne hai parlato prima, Steve, che stiamo tornando a questi personaggi preferiti dai fan e cercando di farli sentire più potenti. Da un punto di vista letterale, il team narrativo si sente più a suo agio quando si torna a questi concetti e personaggi a cui i fan e i giocatori sono così legati? E se è così, questo rende il processo di creazione della storia un po’ più semplice?”

Danuser: “Beh, non penso che siano coinvolti tanto i personaggi specifici, perché abbiamo una grande squadra e ognuno ha personaggi diversi da cui è attratto o intorno a cui gravita, e non siamo tutti d’accordo sul fatto che sia più facile scrivere per questo tipo di personaggio piuttosto che per un altro. Ci sono solo diversi punti di vista e diverse prospettive e questo fa parte della costruzione di un team diversificato. Si tratta di avere quei diversi punti di vista in modo da poter offrire molti tipi diversi di contenuto. Quello che dirò è che una delle sfide con Shadowlands era che stavamo andando in un posto che non era prestabilito, era un regno mistico e dovevamo guidare i giocatori in giro e mostrare loro molte cose e spiegargli perché le cose erano come erano. Quando torni su Azeroth, anche andando in un posto che non era definito nella storia – sapevamo che c’era un posto chiamato Isole dei Draghi, e sapevamo che probabilmente aveva qualcosa a che fare con i Draghi – ma solo il fatto che sei su Azeroth, vai e vedi cose che ti sembrano familiari, vaste montagne, vaste foreste, praterie che si estendono ovunque, e persino l’aspetto dei luoghi in cui vivono i draghi, pur essendo una nuova architettura c’è ancora qualcosa di radicalmente familiare in tutto ciò. Quindi questo crea meno problemi per te come narratore, che non devi stare lì a dare tante spiegazioni ai giocatori, e questo a sua volta ti permette di spendere più tempo sui personaggi e sul mondo e su ciò che stanno vivendo mentre stai giocando, senza molto da spiegare. Quindi questo è sicuramente un vantaggio nell’avere come ambientazione le Isole dei Draghi.”

I libri di Uldaman, chiarimenti sui Draghi

Impossibile poi non discutere di alcuni tratti della storia della nuova espansione che sono già “venuti a galla”. Uno dei più interessanti riguarda sicuramente i libri che ritroviamo ad Uldaman (il cui contenuto potete approfondire qui). Leggendo infatti il testo di questi libri, alcuni giocatori ed appassionati di storia, si sono chiesti quanto la lealtà dei Draghi verso i Titani fosse… sincera. Steve Danuser ha tenuto ha chiarire la situazione.

BlizzPlanet: “Salve, nella nuova Uldaman, nel dungeon Legacy of Tyr, si può trovare un libro che afferma che i Custodi usavano le acque di Tyrhold per mantenere i Draghi fedeli ai titani, significa che i Draghi sono letteralmente controllati mentalmente come abbiamo visto con il guanto di Neltharion e i Dracthyr, o è più una lealtà figurativa e come hanno detto le acque li stavano anche proteggendo dalla corruzione da parte di Yogg-Saron come successo a Galakrond?”

Danuser: “Sì, la sorgente su cui è stata costruita Tyrhold era un fenomeno naturale, con acque simili ad alcune di quelle che abbiamo visto in luoghi come il Pozzo dell’Eternità, la Vallata dell’Eterna Primavera e così via. Queste sono acque che sono in qualche modo toccate dalle energie di Azeroth e, come abbiamo visto, le energie di Azeroth sono una forza di cambiamento, e talvolta il cambiamento può essere una cosa positiva e talvolta negativa. Il cambiamento di per sé è un fenomeno incontrollato e ai Titani e ai loro servitori non piacciono i fenomeni incontrollati, a loro piacciono i risultati controllati, a loro piace mettere barriere di sicurezza attorno alle cose e assicurarsi di ottenere i risultati che vogliono. E così, parte del ragionamento per costruire Tyrhold dov’era, era poter dire “ehi, queste energie devono essere controllate. Non possiamo semplicemente lasciare che si verifichino risultati casuali perché a volte possono essere negativi.” E così, mettendo Tyrhold sopra di esso e avendo le Sale dell’Infusione in cui potevano infondere la magia dell’ordine in quelle acque, influenzando così in un certo senso le uova di quello Stormo, è qualcosa che i Titani e i loro servitori sarebbero molto interessati a far accadere. Quindi non devi vederla come una cosa sinistra, potresti vederla come se stessero cercando di aiutare i piccoli cuccioli. Ma i Titani hanno una loro agenda, alla fine. E quindi, portare ordine è qualcosa a cui sarebbero sicuramente favorevoli. Quindi no, i draghi non sono direttamente controllati a livello mentale. Influenzati, e certamente Tyr vuole spingerli verso certe cose, ma non controllati mentalmente.”

Raszageth e i Primalisti

Affrontato inoltre anche l’argomento Raszagheth, il primo villain dell’espansione, a comando dei Primalisti. Qual è la sua storia e quale il suo ruolo?

Wowhead: “Raszageth non ha molto build-up in Dragonflight, in particolare per i giocatori che non hanno attraversato la zona di partenza dei Drachtyr, eppure è il primo grande villain della nuova espansione. Perché esattamente i giocatori inseguono la Primalista e c’è ancora qualche storia da condividere riguardo al suo ruolo?”

Danuser: “Sì, Raszageth gioca un ruolo di primo piano in tutta la trama di livellamento in Dragonflight, e ci sono molte scene che non sono state ancora analizzate e che non sono apparse in termini di cinematic e alcuni dei nostri contenuti che riflettono sul passato. Degli indizi li abbiamo avuti in una delle cinematic della pre-patch, quando sentiamo Alexstrasza parlare dei tempi in cui gli Aspetti hanno combattuto contro di lei ed i Primalisti e cosa temono ora che hanno perso i poteri a seguito della battaglia contro Deathwing, specie se Raszageth ottenesse quello che vuole, cioè liberare gli altri suoi tre compagni. Quindi la sua storia si svilupperà nel corso del gioco, e sì, se giochi a un Dracthyr ovviamente avrai quel grande momento della sua liberazione, ma la sua presenza si farà sicuramente sentire altrove in quella campagna, e – no spoiler – ma c’è un momento piuttosto importante nelle rive del risveglio, la prima zona in cui ci si avventura, dove Raszageth e Alexstrasza hanno un momento molto personale che è piuttosto elettrizzante da guardare.”

Il ritorno di Khadgar

Infine, il focus si è spostato su personaggi in particolare. Il primo è Khadgar, che abbiamo visto tornare proprio a seguito della liberazione di Raszageth in uno dei primi cinematic dell’espansione. Quale ruolo avrà l’arcimago in Dragonflight?

BlizzPlanet: “Abbiamo visto Khadgar nel recente cinematic in una storia incentrata sui draghi, che ruolo avrà nell’espansione e possibilmente nella 10.1 e oltre?”

Danuser: “Beh, oltre ad essere solo Khadgar ed essere fantastico ed essere un personaggio divertente da avere in un’espansione e divertente da scrivere e divertente con cui avventurarsi, ha una relazione d’amicizia preesistente con uno dei nostri aspetti draconici, Kalecgos. Anche Kalecgos fa parte del Concilio di Dalaran proprio come Khadgar, quindi si può immaginare che abbiano trascorso molto tempo insieme e si siano conosciuti piuttosto bene, così quando Kalecgos si trova di fronte al fatto che non ha tanti draghi blu intorno a lui con quel che resta del suo Stormo disperso per il mondo e si sente un po’ isolato ci sta che si rivolga ad un volto familiare per aiutarlo. L’altra cosa grandiosa di Khadgar è che in un certo senso è il nostro sostituto del pubblico, dove può ascoltare la storia e sperimentare ciò che prova Kalecgos, e può dire “va bene, andiamo, facciamolo”. E quando Khadgar prende il bastone e dice “Sì, risponderemo alla chiamata” quelli siamo noi, in grado di dire “sì, stiamo rispondendo alla chiamata con te, siamo con voi Aspetti”. Abbiamo pensato che fosse fantastico e se giochi la campagna di livellamento vedrai Khadgar nella Vastità Blu, lì gioca un ruolo importante nell’aiutare Kalecgos, ed è proprio per questo che lui e il Kirin Tor sono lì , perché Khadgar si rende conto che Kalecgos ha bisogno di una mano in questo momento, e hanno interessi comuni, ovvero i Draghi Blu: il loro amore per la magia, la loro conoscenza lì, il potere arcano con cui abbiamo a che fare… è una scelta naturale. Quindi puoi dare quel ruolo a Khadgar e lui potrà apparire in altri posti in questa espansione quando avrà bisogno di svolgere una funzione simile ed essere lì solo per un suo amico per cercare di ripristinare lo Stormo Blu.”

La questione Ysera

E per concludere, non si poteva non parlare dell’evento finora più controverso di Dragonflight: il ritorno di Ysera. Come vi abbiamo già anticipato nelle scorse settimane, il ritorno dell’Aspetto del Sogno non sarà però senza costi. Per far sì che ciò avvenga infatti, sarà necessario il sacrificio di un grosso personaggio dell’Alleanza e di Warcraft in generale: Malfurion Stormrage (potete approfondire qui). Leggiamo insieme come Danuser ha spiegato questa scelta.

MMORPG: “Si è parlato molto nella community di Ysera e del sacrificio che ha fatto per salvare Malfurion e tutto il resto, e presumo che tu non possa fare commenti su cosa potrebbe accadere in futuro, ma sembra che, dal mio punto di vista, che il suo sacrificio nel tentativo di salvare Malfurion sia stato una specie di sacrificio sprecato perché non sembra che lui abbia fatto nulla nel frattempo e mi chiedevo se potessi parlarne se ci sono cose che sono successe e di cui non siamo a conoscenza.”

Danuser: “Certamente dalla battaglia di Darkshore, lì abbiamo visto Malfurion arrabbiarsi per quella cosa, durante Battle for Azeroth, ed è stato bello da vedere. Ma hai ragione nel dire che molti degli eventi che seguirono erano incentrati su Tyrande e su quello che stava facendo, e alcuni di questi sono solo una parte dell’economia della narrazione. Hai così poco tempo e così tanti personaggi e ci sono così tante storyline da seguire con così tanti personaggi, che vorremmo vedere tutti coinvolti in tutto. Sai cosa sta facendo Maiev, ma cosa stanno facendo tutti gli altri? Abbiamo così poco tempo per concentrarci davvero sulle cose, e a causa della natura della loro relazione, Tyrande e Malfurion occupano lo stesso tipo di spazio, sono entrambi leader, entrambi hanno l’amore e il rispetto della loro gente, e quindi quando li usiamo insieme di solito è perché uno è in una situazione leggermente diversa dall’altro, e questo semplicemente non ha funzionato in questo modo in termini di ritmo della storia che abbiamo affrontato fino a questo punto. Voglio chiarire che non stiamo dicendo “Malfurion non ha importanza, vogliamo solo toglierlo di mezzo” non è affatto così, semmai è una preparazione per il suo eventuale ritorno. Perché il modo con cui si deve pensare a questa cosa è lo stesso di quello della storia di Persefone, nella mitologia, dove lei era questa dea della natura che è stata indotta a mangiare delle bacche che l’hanno costretta a trascorrere parte del suo tempo negli Inferi ed è per questo che c’erano l’inverno e la primavera, e quel tipo di metafora si adattava davvero alla storia che stavamo raccontando con Selvarden e il ciclo della vita e della morte, e come gli Elfi della Notte sono intrecciati con questo. In un certo senso abbiamo usato una versione di quella storia, perché affinché Ysera possa uscire dalle Shadowlands e fare alcune cose che deve fare, qualcuno deve prendere il suo posto, qualcuno deve accettare quella parte dell’accordo. Quindi è quello che sta facendo Malfurion, ma può esserci qualche beneficio dal tempo che trascorre a Selvarden, è un luogo di restauro, di recupero e ora che la siccità dell’animum è stata affrontata, sta tornando a quello che doveva sempre dovuto essere, e ha legami con il Sogno di Smeraldo, quindi c’è ogni possibilità che Malfurion possa venir fuori da questo non solo con una nuova prospettiva su alcune cose, ma forse con alcune nuove energie a cui può attingere. Non vediamo l’ora di continuare quella storyline quando avrà senso farlo.”

Il futuro degli Elfi della Notte e di Gilneas

Un’ultimissima domanda è stata poi fatta a riguardo del futuro degli Elfi della Notte e di Gilneas, e se per loro sarà possibile vedere quanto stato fatto con Lordaeron a fine Shadowlands. Danuser non ha risposto alla domanda, affermando che qualsiasi cosa dicessero gli sviluppatori sarebbe troppo spoilerosa. Ha però voluto sottolineare che Blizzard legge le discussioni a riguardo della community e ne tengono considerazione.

BlizzardWatch: “Considerando che i Forsaken hanno ricevuto una serie di quest alla fine di Shadowlands per ripulire Lordaeron, mi chiedo se ci sia qualche possibilità di vedere qualcosa di simile per gli Elfi della Notte o per i Gilneani in futuro.”

Danuser: “Qualsiasi cosa diciamo sarebbe troppo spoiler. La cosa importante da ricordare, per i fan e per la community, è che noi vediamo le vostre discussioni, vediamo che parlate di queste cose, vi interessano queste razze e questi personaggi nel mondo, e anche noi ci teniamo a loro. Per noi si tratta sempre di cercare di trovare il posto giusto per fare alcune di queste cose, ma man mano che la storia si svolge ci piacerebbe rivisitare alcune di queste cose, e questo è tutto ciò che possiamo dire. Abbiamo sicuramente alcune di queste cose in mente.”

Si chiude questa sorta di viaggio negli highlights dell’intervista di gruppo rilasciata da Steve Danuser ad alcuni portali tematici di WoW.

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