Giorno 2 nelle Shadowlands
Nessuno sfugge dalla Fauce.
Hanno continuato a ripetermelo per così tante volte che avevo iniziato a crederci. Fin da quando io, Mograine e gli altri Cavalieri abbiamo attraversato il varco creato per mezzo dei frammenti dell’Elmo del Dominio, anche i servitori più infimi del Carceriere non facevano altro che ripeterlo. Nessuno sfugge dalla Fauce.
Non era della stessa opinione Dama Jaina Proudmoore. In quel regno di dolore eterno sembrava essere rimasta l’unica che non si fosse arresa. L’abbiamo trovata che combatteva per la sua libertà, con le unghie e con i denti, e per tenere Thrall al sicuro. L’orco era ferito. Jaina stava realizzando l’ennesimo tentativo di fuga. Ennesimo, si: perché qui, nel mondo dei morti, il tempo non esiste. C’è solo un eterno presente per le anime che qui risiedono. E per noi mortali, questo diventa… Straniante. Ecco perché sto tenendo questo diario, nei ritagli di tempo, quando la stanchezza pesa troppo e decido di riposare qualche ora. Non so dirvi se sia davvero passato solo un giorno. Non so dirvi quanto tempo è trascorso da quando sono entrato qui e da quando ci siamo ritrovati, tutti quanti. E persi nuovamente.
Perché nessuno sfugge dalla Fauce. Jaina, Thrall e Baine sono stati catturati nuovamente. E il re… Il re ha fatto ciò che sembra esser nato per fare. Si è sacrificato per salvarmi. Dopo tutte le torture e la prigionia, incatenato in un luogo che i mortali a malapena dovrebbero conoscere. Ha guardato in faccia questo… Gigantesco e potentissimo essere e lo ha sfidato. Ha avuto il coraggio di fare qualcosa che nemmeno io avrei fatto. L’ho sentito chiaramente pregare: “La Luce è con me. Perfino qui”. E la Luce ha risposto alla sua chiamata. Sembrano non esserci limiti alla fede e alla devozione di quel ragazzo che ha saputo conquistare l’affetto e la fedeltà dei suoi sudditi con il semplice buon cuore.
Grazie al suo sacrificio e a quello degli altri, rimasti indietro e nuovamente prigionieri del Carceriere, io sono libero. Oribos, la Città Eterna, mi ha accolto con curiosità e gentilezza. Gli Attendenti mi hanno spiegato molto di questo reame, scossi dalla presenza di un mortale nel regno dei morti. Ho scoperto che le anime di innumerevoli mondi giungono nelle Terretetre: da Azeroth, Draenor, e dai molti altri pianeti sparsi nella Grande Oscurità. Queste anime vengono giudicate dall’Arbiter, un’essere che nella sua infinita saggezza è in grado di capire, in base ai ricordi che l’anima porta, quale sia l’aldilà per essa più indicato. Le anime producono un’energia chiamata Animum, che nutre e sostiene i reami delle Terretetre. Ma quello che sembra essere il capo degli Attendenti, la Voce dell’Arbiter, mi ha spiegato anche che recentemente qualcosa si è rotto nel perfetto ciclo ideato dai… come li ha chiamati? I Primi, ecco (Anche se non ho idea di chi siano questi Primi. Conosco a malapena i Titani). L’Arbiter si è come addormentata, per cause ignote. L’ho vista, in stato comatoso, sulla sommità di Oribos, dove continua ininterrotto e infinito il flusso di anime.
Senza il suo giudizio, tutte, anche quelle nobili e oneste, finiscono nella Fauce – che dovrebbe invece essere il luogo della dannazione eterna per le anime di coloro che sono al di là di qualsiasi redenzione. Questo ha lasciato le Terretetre in uno stato di siccità, di avvizzimento. Un intero piano di realtà privato della sua energia ,che rischia ora di collassare. Secondo la Voce, è anche a causa di questo che le barriere che chiudono la Fauce si sono indebolite tanto da permettermi di fuggire. Ma è anche per questo che i poteri dell’Esiliato – così hanno chiamato il Carceriere – stanno crescendo a dismisura. Temono tutti che riesca a liberarsi e a fuggire, infine. Perché? Qual è il suo scopo finale? Non sembra essere il solito condottiero di un esercito infinito mosso da desiderio di conquista. C’è dell’altro, che però ancora non riesco a comprendere.
Il pensiero costante che mi è rimasto è solo questo: Sylvanas ha condannato ben più del nostro mondo pur di raggiungere i suoi scopi. E per questo la consegnerò alla giustizia della tomba. L’Ultima morte, quella che le darà la mia spada, se potrò.
Perché nessuno sfugge dalla Fauce. Nessuno, tranne la Morte stessa. Nessuno, tranne me.