Vrykul
Quando si parla dei primissimi popoli che hanno abitato il pianeta Azeroth, spesso si tende giustamente a pensare ai Troll, agli Elfi della Notte, o ai Nani. Tuttavia, nell’era dei miti del pianeta, un’altra razza ha giocato un ruolo da protagonista nella storia dell’allora giovane Azeroth. Stiamo parlando dei Vrykul, i progenitori dell’umanità.
Storicamente, il popolo dei Vrykul risale letteralmente all’alba dei tempi, quando vennero creati dai Titani come parte del loro esercito durante l’ordinamento di Azeroth, i quali diedero loro una pelle di ferro. Dopo che il leader dei Custodi, Loken, sottomise la maggior parte dei suoi pari e bandì gli eserciti dei Titani da Ulduar, i giganti del fuoco Volkhan e Ignis cercarono di conquistare la regione delle Cime Tempestose. Lì, questi ultimi Armarono i Winterskorn, uno dei clan dei Vrykul, proprio per attaccare le creature dei Titani ancora presenti nella regione, dando così inizio a quella che passò alla storia come Guerra di Winterskorn.
Con la scomparsa del clan Winterskorn, i restanti Vrykul continuarono a dominare il nord dell’antico continente di Kalimdor, combattendo quelli che presto divennero i loro acerrimi nemici, gli uomini-orso conosciuti con il nome di Jalgar.
Ma questo fu il momento in cui un grande evento accadde su Azeroth, ovvero l’abbattersi della maledizione della carne su molte razze del pianeta. Una maledizione a cui nemmeno i Vrykyl riuscirono a scampare. Tuttavia, un clan in particolare, il cui nome è andato perduto, cercò di lottare contro questa maledizione. Dopo aver esaurito tutti i tentativi naturali, la tribù cercò l’aiuto delle sue sacerdotesse. Queste donne scandagliarono il mondo degli spiriti in cerca di risposte, ma ciò che trovarono qui fu invece Helya, la prima delle Val’kyr. Fu un momento drammatico per i Vrykul, poiché Helya corruppe ulteriormente coloro che cercavano la libertà dalla loro maledizione. Così, questi esseri eternamente vendicativi avrebbero ingrossato i ranghi dei Kvaldir, i guerrieri al servizio della prima Val’kyr.

In un altro luogo invece, sorse un altro potente clan, i Dragonflayer. Diventando più deboli a causa della maledizione, essi bilanciarono la perdita della loro pelle di ferro domando delle creature fino ad allora selvagge e molto pericolose: i proto-draghi e la leggenda narra che Oktel Dragonblood fu uno dei primi a cavalcare queste creature. A differenza del clan Winterskorn infatti, i Dragonflayer non le vedevano come semplici bestie da guerra. Questo clan le usò invece anche come compagni di caccia e le cavalcarono durante la battaglia. Nel corso del tempo, i proto-draghi divennero una parte inseparabile della cultura del clan e potenti alleati contro i Jalgar.
Arriviamo così al momento più importante della storia del popolo Vrykul. Sotto il regno di Re Ymiron, circa quindicimila anni fa, la maledizione della carne fece sì alcuni bambini dei clan nascessero “sfigurati”, in uno stato considerato “debole e brutto” per gli standard vrykul. Questi piccoli vennero considerate delle vere e proprie aberrazioni e la società vrykul si trovò profondamente divisa su come affrontare questo problema. Alcuni furono disgustati da questi “mostri” e supplicarono il loro sovrano, di ucciderli tutti, adducendo la necessità di mantenere pura la razza vrykul; altri invece lo supplicarono di mostrare loro misericordia, sostenendo che, nonostante la loro debolezza, questi bambini erano comunque i loro figli. Ymiron meditò per un po’ sulla questione prima di giungere a una conclusione pericolosa: ovvero che poiché i Titani non erano venuti ad aiutarli nell’ora del bisogno, e poiché gli stessi Vrykul non conoscevano altri esseri con un potere dello stesso livello dei loro creatori, ne dedussero che la maledizione doveva essere stata creata dai Titani stessi.
Ovviamente, noi sappiamo che non fu così, ma i Vrykul credettero a questa versione e, agli ordini di Ymiron, abbandonarono i loro dei ed il culto dei Titani venne addirittura bandito. Ymiron si schierò quindi dalla parte di coloro che chiedevano la morte dei bambini malformati e decretò che tutti i genitori di tali piccoli dovessero uccidere i loro figli o essere condotti nella fortezza di Gjalerbron per essere giustiziati.
Tuttavia, non tutti i Vrykul riuscirono a sopportare l’idea di uccidere la propria carne e il proprio sangue. Nonostante il severo decreto del loro sovrano, essi diedero riparo ai loro figli e li portarono in una terra lontana dal continente ghiacciato di Northrend, ovvero le attuali Radure di Tirisfal. Questi genitori infatti, avevano sentito storie di un clan del loro popolo che aveva seguito il leggendario Custode Tyr, il quale si era stabilito in quella zona, pensando che quello fosse un rifugio sicuro per i loro figli. Lì, allattarono e allevarono i loro piccoli in segreto, e insegnarono loro le storie ed i valori dell’antica società vrykul, così come i metodi di foraggiamento, muratura, forgiatura e l’arte della guerra. Ma alla fine, con il cuore pesante, i genitori lasciarono i loro figli alle cure dei vrykul locali, prima di tornare a Northrend. Così, nel corso del tempo, questi vrykul “anomali” ed emarginati avrebbero in seguito formato le proprie culture e i propri regni, passando alla storia con il nome di Umani.
Non è chiaro cosa sia successo a tutti quei genitori che decisero di non uccidere i loro figli, ma molti, se non la maggior parte di loro, non fece una bella fine. Un feroce guerriero vrykul, Skadi, li inseguì senza sosta, assassinando tutti quelli che incontrava. Per questo fu giudicato per aver commesso un vero e proprio atto di depravazione, e da allora in poi fu conosciuto come Skadi lo Spietato.

Infine, concludiamo con qualche cenno sulla cultura Vrykul, che come si può ben immaginare è composta in gran parte da leggende più che da una vera e propria “eredità storica”. Per esempio, è credenza popolare che indossare una collana di artigli di orso polare conferisca una forza ultraterrena. Diversa invece la struttura sociale, dove, al contrario di quello che si può pensare, è la donna ad avere la posizione di comando, ruolo che viene esercitato persino in un rituale caratteristico riguardante i… corni. Contrariamente a quel che si può credere, i corni da bere dei Vrykul non sono comuni recipienti per, appunto, bere. Mentre, infatti, la maggior parte del popolo beveva idromele o birra da ciotole o coppe, solo i vrykul di grande prestigio bevevano vino da corni elaborati. In effetti, persino il passaggio di questi corni al soggetto in questione prevedeva addirittura una cerimonia, solitamente eseguita dalla donna di grado più alto presente, insieme a dichiarazioni formali di rango e atto che si stava compiendo.

Per quanto concerne la magia, i Vrykul hanno sempre conosciuto davvero poco delle arti magiche. Tuttavia, in tempi relativamente recenti, essi vennero addestrati all’uso della necromanzia dal Re dei Lich (il quale venne, sempre in tempi recenti, iniziato ad essere venerato come “il dio della morte”).
IN ALTO: Uno sciamano Vrykul effettua un rituale. Illustrazione di Sycamore-Eve.