Un vecchio proverbio dei Reietti recita:
“Non abbandonare i sentieri oscuri, se questi ti portano alla vittoria”.
Ed è la vittoria a ogni costo, il bene superiore perseguito con ferrea volontà, il machiavellico principio che guida i Reietti di Undercity. La loro capitale è sempre sveglia, proprio come gli stessi suoi abitanti, che non hanno bisogno di dormire o di mangiare per sopravvivere. Per molti di loro, queste abitudini sono solo un retaggio della loro perduta umanità, qualcosa che li rende deboli e che va abbandonata: per altri, sono piccoli dettagli che fanno la differenza dall’essere dei semplici mostri senza cuore né cervello. La città, edificata sui resti delle antiche cripte di Lordaeron, è di fatto una necropoli: un luogo di colori cupi, passaggi pedonali in pietra e gradini, con locande, fucine e attività commerciali che si rivolgono non solo ai Non Morti ma soprattutto ai visitatori dell’Orda, con i quali i Reietti mantengono un’alleanza basata sul mutuo beneficio. Anche l’illuminazione cittadina rispetta questi principi di macabra accoglienza: i Reietti non hanno infatti bisogno di luce per vedere al buio, e quelle poche luci accese sono semplici lampade soffuse e torce smorzate. Come molte altre cose in città, servono più ai vivi che ai morti, ma rimangono in funzione come una pallida imitazione di un’esistenza perduta, un retaggio di umanità ormai trascorsa. Un altro esempio è la loro marina, composta da navi dragate dal fondo dell’oceano, la maggior parte delle quali faceva parte delle flotte di Lordaeron. Oppure, l’usanza di alcuni Reietti che leggono le foglie di tè per indovinare il futuro. Tutti piccoli appigli alla loro routine di vita passata: per molti, l’unica ancora di sanità in un’esistenza priva di significato. A causa della magia che li ha rianimati, i Reietti – con la peculiare consapevolezza che possiedono della loro condizione – tendono infatti a un nichilismo spietato, incoraggiato per anni dalla loro ex leader Sylvanas Windrunner.
Ma non per tutti è così. Sebbene la maggior parte dei Reietti sia fedele a Undercity, e ci sia ancora una notevole frangia di lealisti alla Dama Oscura, ci sono anche altri casi. Leonid Barthalomew, ad esempio, considera la sua non morte come una malattia che richiede di essere curata: da qui la sua lealtà alla Crociata d’Argento.
Per un Reietto non c’è principio più importante del libero arbitrio. Dopo essere stato resuscitato per la prima volta, attraverso un processo chiamato “il Dono”, un Reietto non possiede però tale qualità. Ci vuole più magia concentrata per liberare la mente di un Non Morto. Il libero arbitrio, così faticosamente ottenuto dopo essersi liberati dal giogo di Arthas, è uno dei cardini della cultura Reietta, con tutte le conseguenze del caso sia nel bene che nel male. Tuttavia, alcuni Non Morti, in particolare quelli che muoiono in combattimento o sotto stress estremo e vengono resuscitati subito dopo, entrano in uno stato violento e frenetico. In questo stato sono facilmente manipolabili, e la loro rabbia è spesso diretta ai nemici di coloro che li hanno resuscitati. Dopo che gli effetti svaniscono, se il cadavere risorto non è stato distrutto, viene dato lui lo stesso ultimatum offerto agli altri Reietti: unisciti alla Dama Oscura o torna alla tomba. La pressione psicologica viene spesso usata per rendere i Non Morti appena risorti alleati dei Reietti invece che schierati con il Flagello o altri gruppi di necromanti. Compiuto il proprio dovere, tutto ciò che serve per essere sollevati dal comando di Sylvanas è una richiesta rispettosa: sebbene esiga lealtà dai suoi ‘figli’, infatti, la Dama Oscura aborrisce (anche se sarebbe meglio parlare al passato) la schiavitù, essendo stata lei stessa una schiava. Ogni membro dei Rinnegati seguiva la propria regina per vari motivi: paura, lealtà, nessun altro posto dove andare… La condizione di Non Morte può essere traumatica anche per gli affetti di chi viene resuscitato, infatti: basta ricordare la storia di Thomas Zelling durante gli eventi della Quarta Guerra. Per l’ex Sacerdote delle Maree, dopo essere tornato alla non vita quella di unirsi ai Reietti non fu una scelta: fu l’unica strada possibile.
I Reietti sono anche per questo fortemente scoraggiati dal rivisitare i luoghi che avevano amato nella vita. La loro casa non è più Lordaeron ma Undercity. A volte i libri provenienti dall’esterno venivano confiscati, in quanto secondo i più integralisti non c’era bisogno di ricordare la loro storia umana, poiché ora solo quella di Undercity contava. Dopo che Sylvanas divenne Capoguerra, il Consiglio Desolato fu istituito per colmare il vuoto di potere rimasto quando la Banshee si trasferì ad Orgrimmar. Ma non solo: le istanze del Consiglio erano infatti anche quelle di un rinnovamento dei metodi adottati dai Reietti per volontà di Sylvanas. Forse non tutti volevano essere resuscitati per trovarsi a dover servire una nuova Regina. Forse non tutti volevano trovarsi nella condizione – oggettivamente poco piacevole – di essere dei cadaveri ambulanti, parodie del loro sé vivente, con tutte le deformità fisiche che ne conseguono. Forse, alcuni volevano semplicemente essere lasciati in pace nella morte. Sylvanas, com’è noto, prima dello scoppio della Quarta Guerra distrusse il Consiglio e serrò con ancor più decisione la sua presa sulla nazione. Svolta autoritaria che gli costò parecchi grattacapi.
Un altro modo con cui i Reietti si mantengono legati alla propria umanità è la fede. Alcuni aderiscono ancora alle loro vecchie religioni, come la Luce Sacra. È interessante però come lo studio delle magie dell’Ombra sia diventato di uso più largo proprio ‘grazie’ ai Reietti: il vescovo Natalie Seline, seppellita a Lordaeron, fu in vita una grande studiosa dell’Ombra e teorica dell’equilibrio che ogni Sacerdote doveva sperimentare con quelle energie e la Luce. Nella Non Morte, i suoi insegnamenti furono ‘riesumati’ con essa e fu fondato il Culto dei Forgotten Shadows. I Sacerdoti dell’Ombra generalmente non praticano la loro magia apertamente, e non tutti i membri del Culto sono Reietti, sebbene siano stati loro a formare l’organizzazione. I Cultisti credono che le fedi che avevano in vita li abbiano delusi: si rivolgono allora alle energie oscure per raggiungere i propri obiettivi. Insegnano che ci deve essere un equilibrio tra Luce e oscurità, e che anche i membri del Culto devono conoscere la Luce per poter raggiungere la piena consapevolezza.
Alcuni sacerdoti Reietti continuano a maneggiare la Luce Sacra. Sebbene sia possibile per loro usare o essere curati dalla magia sacra come qualsiasi umanoide vivente, questo effetto è accompagnato da un intenso dolore, che richiede una notevole forza di volontà per essere sopportato. La Luce, infatti, per sua natura è estremamente dannosa per tutti gli esseri legati alle energie della Morte: sebbene l’utilizzo sia però doloroso, questo non causa alcun reale danno ai corpi Non Morti, anche per lunghi periodi di tempo. In effetti, alcuni Reietti hanno avuto un contatto persistente con la Luce, anche per molti anni, dopo i quali hanno persino iniziato a sperimentare un ritorno dei loro sensi. Un’esperienza non del tutto piacevole, dato il loro stato di putrefazione (immaginate di avere il senso del gusto e sentire il sapore di terra tombale in bocca, oppure grazie al tatto i vermi che si muovono sottopelle e vi mangiano la carne cadente dagli arti…). Il rapporto dei Reietti con la Luce rimane particolarissimo, e fondato – di fatto – su una fede molto profonda che supera anche il devastante dolore fisico. Un esempio interessante è il Comandante Scarlatto Marjhan, che ha mantenuto le sue abilità da paladino anche dopo essere diventato un Non Morto.
Nella società dei Reietti, la Vera Morte è la punizione più dura. Si tratta, in sostanza, di un’esecuzione fisica. Il guardiano Stillwater e i suoi seguaci furono condannati alla Vera Morte per aver trasformato alcuni Reietti in zombi senza cervello, cosa che contraddiceva le fondamenta delle loro credenze. La Vera Morte sembra essere riservata ai criminali che hanno commesso un alto tradimento contro la leadership dei Reietti: quelli come il Grande Speziale Putress, che si sono dimostrati una minaccia per lo stile di vita dei Rinnegati, o hanno preso le armi in ribellione contro di essi come i Rotbrain o quelli già citati che fuggirono con Calia dalla parte dell’Alleanza durante il Raduno. In talassiano, “Bash’a no falor talah!” significa “Assapora il gelo della vera morte!”: una minaccia generalmente diretta ai Non Morti. Sylvanas augurò questa fine a Arthas e ai suoi, quando difese Silvermoon durante la Terza Guerra. Diversa dalla Vera Morte è l’Ultima Morte: si tratta dell’esperienza in cui un Reietto accetta volentieri la propria fine.
Undercity è la casa dei Reietti. Detengono anche il controllo di Tirisfal Glades e della foresta di Silverpine. e hanno diversi avamposti nelle regioni adiacenti. Con l’ascesa di Sylvanas a Warchief, la loro posizione militare si è rafforzata in tutta Azeroth: ma dopo il tradimento della Dama Oscura, non è chiaro se questi privilegi siano stati mantenuti.
Sebbene i Reietti non si fidino di nessuno e nessuno si fidi di loro, sono membri dell’Orda e, per ora, fanno del loro meglio per aiutare i loro alleati e placarne gli ambasciatori. I Reietti amano ancor meno l’Alleanza, soprattutto perché si scontrano costantemente con l’organizzazione umana chiamata Crociata Scarlatta e perché gli Umani tendono a vedere nell’esistenza stessa dei Non Morti un fallimento, ad eterna memoria di quanto fatto da Arthas a Lordaeron. Convinti che le razze primitive dell’Orda possano aiutarli a ottenere la vittoria sui loro nemici, i Reietti hanno stretto un’alleanza di convenienza con i selvaggi Orchi e gli orgogliosi Tauren: tuttavia, non hanno esitato ad uccidere silenziosamente i prigionieri di guerra, o sperimentare e uccidere i loro nuovi alleati se fosse adatto alle loro esigenze.
L’unica altra razza dell’Orda con cui si può dire abbiano una parvenza di fiducia sono gli Elfi del sangue di Silvermoon: ciò è probabilmente dovuto al fatto che Sylvanas era un ranger degli Elfi alti, in vita, e per questo trova fiducia nei suoi ex compatrioti. I Reietti e gli Elfi del sangue presero persino il controllo del villaggio a Tranquillien, nelle Terre Spettrali, per combattere insieme il Flagello nell’area. La loro posizione nella fazione si consolidò in seguito anche a quest’alleanza, che portò a un loro endorsement per l’ingresso degli Elfi del sangue nell’Orda. I Reietti sembrano essere più o meno fedeli all’Orda, ma hanno ancora le loro macchinazioni: alcuni nell’Orda non sono sicuri delle loro vere intenzioni. Ciò è stato evidenziato, ad esempio, dopo gli eventi della Battaglia del Cancello dell’Ira di Angrathar: le azioni del Grand Apothecary Putress, apertamente condannate da Sylvanas e dal suo governo, non furono molto ben accolte dalla maggior parte degli abitanti della città – e neanche da molti leader dell’Orda, Garrosh in primis. A causa della cattiva reputazione dopo gli eventi di Angrathar, ad esempio, lo stregone Felgrim fu una volta attaccato da due orchi.
Recentemente, i Reietti hanno trovato un nuovo nemico nel popolo di Gilneas: vecchi dissapori che si sono solo acuiti quando Sylvanas si è resa responsabile dell’invasione della città e della morte del figlio di re Genn Greymane, il quale ha da allora giurato vendetta nei confronti della Banshee. Un odio reciproco che negli anni è solo aumentato, toccando il suo picco durante la campagna di Stormheim nel periodo della Terza Invasione della Legione. La loro forza militare è rigidamente organizzata, con corpi d’élite e soldati di prima linea: noti sono le Guardie Reali, al comando diretto di Sylvanas, e le organizzazioni di assassini e spie – arti in cui i Reietti eccellono, data la loro particolare abilità nei veleni e nell’alchimia.
Un interessante trivia: a Direhorn Post il farmacista Cylla possiede alcuni documenti che sono la prova diretta di un’alleanza tra il clan Grimtotem e i Reietti. Non è noto se il patto sia continuato dopo il tradimento di Varimathras e Putress e dopo l’esilio di Magatha. Ci sono ad ogni modo Tauren che desiderano aiutare i Reietti nella loro condizione di Non Morte, come il Concilio degli Anziani del Circolo della Terra. Sembra che anche Magatha Grimtotem volesse aiutare i Reietti: secondo lei, infatti, le conoscenze e le tradizioni Tauren sulla magia naturale, il druidismo e lo sciamanesimo potevano essere una strada per aiutare i Non Morti a tornare umani.
I Reietti parlano Gutterspeak, una forma meno raffinata del Comune che contiene alcuni frammenti di Nanico e Thalassiano, anche conosciuto semplicemente come ‘Forsaken’. Hanno anche imparato l’Orchesco. Alcuni Reietti dimenticano come parlare in Comune dopo essere stati resuscitati dalle loro tombe. Ciò comporta, tra le altre cose, anche l’usanza tipica per la quale la maggior parte dei Reietti ha preso per sé nuovi nomi o cognomi. Lo fanno per segnare la loro rinascita: mettono da parte le loro vecchie identità e sottolineano l’orgoglio per le loro nuove vite e per i ruoli che giocano nella loro società unificata. Esempi noti sono Nathanos Blightcaller, nato Marris, e Vellcinda Benton, nata Elsie.
Molte delle altre razze (principalmente i Tauren, si diceva) provano pietà per i Reietti e un certo numero di guaritori dell’Orda in tutta Azeroth, come Bena Winterhoof, lavora instancabilmente nella speranza di creare una cura per la Non Morte. Alcuni dei Rinnegati pensano che la loro condizione sia una malattia o una maledizione e desiderano quindi una cura, anche se in molti pensano che sia impossibile ottenerla. Al momento, a parte alcuni sporadici casi più unici che rari come quello del Crociato Bridenbrad – infetto dalla Piaga ma salvato dalla Non Morte grazie all’intervento dei Naaru – non è nota alcuna cura a questa condizione. Molti Reietti soffrono per questo: il Concilio Desolato era portavoce delle istanze più morbide dei membri della fazione ancora legati ai loro affetti e alla loro umanità, e incoraggiava tra le altre cose l’uso di cosmesi e abiti appositi per nascondere le deformità dei corpi in putrefazione. Purtroppo, questi desideri di normalità sono stati repressi nel sangue dalla stessa Regina Banshee.
Illustrazione in evidenza ufficiale Blizzard