Ashbringer

Ashbringer. Una delle armi più famose ed importanti della storia di Azeroth, una spada che ha conosciuto Luce ed Oscurità, ma che alla fine, raggiunse lo scopo per cui era stata creata. Ma ogni storia ha un inizio….

Durante l’assedio di Blackrock Spire nella Seconda Guerra, uno dei paladini dell’Alleanza, l’Highlord Alexandros Mograine trovò e raccolse un misterioso cristallo oscuro da uno stregone orco morto. Il cristallo era “l’incarnazione vivente dell’ombra” e proveniva dal pianeta Draenor. Dopo averlo toccato, la mano di Mograine divenne contaminata e non potè in alcun essere guarita. Durante il corso della storia, varie leggende furono raccontate sull’origine di questo cristallo. Alcuni dicevano che fosse un frammento di un Naaru caduto nell’oscurità, mentre altri sostenevano fosse di origine Apexis, un’antichissima civiltà Arakkoniana estinta millenni prima.

Alexandros mantenne il segreto del cristallo per anni fino a poco prima dell’invasione del Flagello a Lordaeron. Fu qui che rivelò agli altri leader del Silver Hand il suo segreto, suggerendo di trovare l’antitesi del cristallo, ovvero una manifestazione della Luce Sacra, che avrebbe potuto essere usata contro i non morti nell’imminente invasione. I compagni di Mograine furono sconvolti alla vista del cristallo scuro e cercarono di distruggerlo con incantesimi sacri. Tuttavia, inaspettatamente il cristallo assorbì gli incantesimi e divenne proprio il cristallo di pura Luce che Mograine aveva menzionato qualche istante prima.

Mograine e Fairbanks, un altro paladino, si recarono quindi alla capitale nanica di Ironforge, dove Re Magni Bronzebeard era stato appena informato della scomparsa del fratello Muradin, creduto ucciso dal Flagello. Il Re forgiò così la lama presso la Grande Forgia, mettendo tutto se stesso e la propria leggendaria abilità di fabbro in quell’arma. Nacque così un’arma dal cristallo splendente che avrebbe colpito i non morti con un tale potere che non solo una nuvola di cenere sarebbe rimasta nella sua scia, che prese quindi il nome di Ashbringer.

Dopo il tradimento di Arthas, i rimanenti leader del Silver Hand si unirono per combattere i non morti nelle regioni conosciute ora con il nome di Plaguelands. L’Ashbringer divenne l’arma più letale nel loro arsenale – tanto che rapidamente attirò l’attenzione del lich Kel’Thuzad. Intanto, il nathrezim Balnazzar, che era sopravvissuto nonostante la sua apparente morte per mano di Sylvanas Windrunner prendendo possesso del corpo del GranCrociato Saidan Dathrohan, cercò di manipolare i resti del Silver Hand per conto dellla Legione Infuocata. Dopo che Mograine dichiarò le sue intenzioni di attaccare Undercity, Balnazzar mise in atto dei piani per eliminare Alexandros, ora noto come “l’Ashbringer” al fine di proteggere suo fratello Varimathras (che stava manipolando Sylvanas Windrunner e i Reietti)

Balnazzar fece cos’ un patto con Kel’Thuzad per eliminare Morgraine: la rovina del Flagello sarebbe stata distrutta e i piani dei Nathrezim non sarebbero stati ostacolati. Balnazzar corruppe quindi il figlio di Alexandros, Renault, creando una trappola per l’Highlord. Renault guidò suo padre e Fairbanks a Stratholme, dove le legioni del Flagello li attaccarono. Renault fuggì e si nascose mentre Mograine e Fairbanks si trovarono a combattere da soli. Alla fine Fairbanks rimase intrappolato vivo sotto una pila di cadaveri, mentre Mograine continuò a colpire con facilità migliaia di non morti, ma alla fine lasciò cadere la lama a causa della stanchezza. Renault uscì dal nascondiglio e uccise suo padre con l’Ashbringer, atto che corruppe la spada. Più tardi, Kel’Thuzad resuscitò Mograine come uno dei suoi Cavalieri della Morte di Naxxramas e recuperò l’ormai corrotta Ashbringer. Renault divenne comandante dello Scarlet Monastery e Balnazzar ottenne la piena autorità sulla Scarlet Crusade. Il piano del Lich e del nathrezim, era riuscito alla perfezione.

Cercando di liberare suo padre, l’altro figlio di Alexandros, Darion Mograine, guidò una missione a Naxxramas con un piccolo gruppo di membri dell’Argent Dawn. Dopo averlo trovato, Alexandros non rispondeva alle richieste di suo figlio ne ai suoi tentavi di redimere il padre, costringendo così Darion a ucciderlo a malincuore. Subito dopo, Darion prese l’Ashbringer, adesso contenente lo spirito del defunto padre. La voce di Alexandros portò Darion da Naxxramas a Scarlet Monastery, direttamente da Renault. Darion affrontò suo fratello, che lo attcco e tentò di ucciderlo, ma prima che Renault potesse affondare il colpo finale, lo spirito di Alexandros emerse dall’Ashbringer e lo decapitò, salvando Darion. Immediatamente dopo. lo spirito di Alexandros si ritirò nuovamente all’interno della spada.

Qualche tempo dopo, durante un attacco del Flagello alla Light’s Hope Chapel, Darion si trafisse il cuore con l’Ashbringer nell’estremo tentativo di liberare lo spirito di suo padre. Tuttavia, la liberazione di Alexandros ebbe un prezzo molto alto. Come il padre prima di lui, Darion fu resuscitato come Cavaliere della Morte e venne messo a capo dei Cavalieri della Morte di Acherus.

Sotto il comando del Re dei Lich, Darion, ora possessore dell’Ashbringer, lanciò un attacco all’Argent Dawn alla Light’s Hope Chapel. Nella battaglia che seguì, tuttavia, egli ed i suoi uomini furono sconfitti e costretti ad arrendersi. In quel momento, Tirion Fordring, uno dei fondatori del Silver Hand che da anni viveva come un fuggitivo a seguito dello sterminio dell’Ordine da parte di Arthas, fece la sua ricomparsa e rivelò a Darion che il Re dei Lich aveva deliberatamente mandato Darion ed i suoi cavalieri in una trappola. Poco dopo, apparve lo stesso Arthas, e Darion, realizzando di essere solo stato usato e sfruttato, lanciò l’Ashbringer a Tirion. Incredibilmente, nello stesso istante in cui il leggendario paladino toccò la spada, l’Ashbringer si purificò immediatamente, riacquisendo tutti i suoi pieni poteri della Luce, costringendo così Arthas a ritirarsi. Da quel momento, Tirion, divenuto il nuovo possessore dell’Ashbringer, giurò di riuscire là dove tutti avevano fallito: distruggere Arthas una volta per tutte.

L’Ashbringer assistette così il suo nuovo possessore in tutta la campagna che Tirion condusse a Northrend, fino allo scontro finale contro Arthas in cima ad Icecrown Citadel, ai piedi del Trono Ghiacciato. Qui, Tirion venne rinchiuso in una prigione di ghiaccio, ma proprio mentre Arthas si apprestava a rianimare gli eroi di Orda ed Alleanza per farne generali del Flagello, Tirion invocò l’aiuto della Luce, e l’Ashbringer iniziò a risplendere di una luce accecante, liberando Tirion dalla sua prigione. Con un balzo, Tirion colpì violentemente Frostmourne, la spada runica di Arthas e la spezzò. Così, Arthas venne sconfitto ed ucciso, e l’Asbringer adempì allo scopo per cui era stata creata: la spada di Luce che avrebbe vinto l’oscurità, l’unica arma al mondo in grado di contrastare il potere di Frostmourne.

Dopo, l’eroica impresa, Tirion tornò nella sua terra natale, Hearthglen, dove stabilì una nuova base per l’Argent Crusade. Con lui, l’Ashbringer divenne il simbolo di una nuova alba per tutti i viventi.

Anni dopo, durante la terza invasione della Legione Infuocata, Tirion prese parte alla Battaglia delle Isole Disperse dove venne catturato e torturato. Sebbene riuscì ad essere liberato, Tirion non sopravvisse alle ferite riportate. Prima di morire, Fordring nominò uno dei paladini difensori di Azeroth, come nuovo possessore dell’Ashbringer, che trovò così un nuovo portatore.

Illustrazione in evidenza di imadreamwalker