Capitolo 6: Al di là del vetro
POV: Lily (Presente)
Sentiva il suo tocco su di lei, il calore investirla. Erano nella sua tenda, le ombre che strisciavano in ogni direzione, cacciate indietro solo dalla luce di una candela. Non era il luogo migliore per un incontro, certo, ma già il fatto che lui fosse lì, le fece dimenticare tutto il resto. Il fatto che si trovasse in un accampamento militare, quella tenda così spartana con dei tavoli, uno grande al centro, ed uno più piccolo vicino al letto. Non importava niente. Erano lì, tutti e due, finalmente di nuovo insieme, Kharonte le stava percorrendo il corpo delicatamente con una mano, sfiorandole la pelle sono con le dita. Sentì quel tocco leggero scendere dalle spalle all’altezza del seno e poi giù, lungo la vita, fermandosi all’inizio delle gambe. Lily vedeva il suo volto che le sorrideva, come sempre, come sapeva sorriderle solo lui. Anche i suoi occhi sorridevano. Lei gli poggiò una mano sul petto, mentre con l’altra gli accerezzò il viso. Fuori il vento ululava selvaggio, ma lei non aveva freddo, nonostante non avesse vestiti addosso. E non la timida luce della candela a scaldarla, ma il corpo, anch’esso privo di indumenti, di Kharonte. Gli baciò il collo, sentendo la mano del suo amato elfo che premeva sul fondoschiena, alzandole poi una gamba. Lily ebbe un fremito. Si avvicinò all’orecchio dello stregone, il suo sguardo si posò per pochi istanti su un vecchio cartello, un pezzo in bronzo ormai arrugginito ormai quasi del tutto illegibile. “…mbini allo stato brado…” era le uniche parole che ancora si distinguevano.
“Khar…” Sussurrò Lily trasformando il fuoco che le bruciava dentro in una parola. Lo stregone non rispose, limitandosi a continuare a sorriderle. Poi lei lo prese per mano ed insieme caddero dolcemente sul letto, mentre continuavano a baciarsi. Il calore nella stanza sembrava aumentato, mentre Kharonte continuava a muoversi sopra di lei. Lily lo abbracciò, si sentiva viva, voleva fare mille cose ma allo stesso voleva che il suo corpo e quello di Kharonte continuassero a cibarsi l’uno dell’altro altro. Sentì il bacino di Kharonte avvicinarsi, premere contro il suo, ebbe un sussulto…
…e fu in quel momento che Lily si svegliò. L’interno della tenda si presentò davanti ai suoi occhi, tristemente vuoto, freddo. La candela sul tavolo grande si era spenta. Si sedette sul bordo del letto. ‘Dopo due anni, ti sogno ancora…’ Dalla piccola entrata della grande tenda riusciva a filtrare una debole luce.
‘Deve essere quasi l’alba’, pensò l’elfa del sangue. Le faceva male la schiena, come ogni giorno. I numerosi scontri a cui aveva partecipato negli ultimi due anni le avevano segnato non solo la mente, ma anche il corpo. Si vestì, indossando una pesante tunica color porpora e degli stivali imbottiti ai piedi ed uscì. Il bianco l’accolse. Era ovunque, fin dove occhio poteva vedere. Quel’Thalas era diventata una landa ghiacciata, su cui spesso cadeva la neve e quella notte la coltre bianca si era rinnovata sul terreno una volta incanto in un’eterna primavera.
‘Neve nella nostra terra… Ci crederesti se fossi qui?’.
Lily vide il vessillo dell’Ordine della Fiamma sventolare, mosso da un freddo ed ostile vento proveniente da nord. Il simbolo dell’Ordine, un Tiger Lily spaccato in tre ed avvolto dalle fiamme, rappresentava l’unica nota di colore del paesaggio. Per il resto, quest’ultimo era composto dalle altre tende, quelle dei suoi uomini, tutte più piccole della sua. Alcuni di loro erano già indaffarati a sellare i cavalli, altri stavano facendo colazione intorno ad un debole fuoco, altri ancora parlavano tra di loro.
“Comandante…” la salutò uno di loro. Un umano, non doveva avere più di vent’anni. Lily chinò il capo coperto dal cappuccio della sua tunica in risposta.
Istintivamente, tirò fuori da un taschino un pezzo di vetro, piccolo. all’interno di quest’ultimo era incastonato un Tiger Lily parzialmente bruciato. Era quello che Kharonte le aveva regalato il giorno della Festa di Mezz’Estate, il giorno prima che Azeroth cadesse in rovina, il giorno prima della sua morte. Lily lo guardò.
‘Sono passati due anni, eppure…’ Ogni volta che posava gli occhi su quel pezzo di vetro si sentiva ribollire il sangue. Poteva rivedere quei momenti tragici. Lo sguardo sofferente di Kharonte e quello freddo, distaccato di quell’altro essere. Quei due occhi dorati che la fissavano. Per quando dolorose e lancinanti potessero essere quei ricordi, essi erano anche coloro che alimentavano la fiamma dentro di lei. Quella stessa fiamma che l’aveva spinta a lasciare il cadavere ormai senza vita di Kharonte e radunare intorno a sé coloro che volevano combattere gli Oscuri. Quella stessa fiamma che l’aveva temprata nel corso dei mesi successivi, una battaglia dopo l’altra, sempre alla ricerca di rivedere quei due occhi dorati, questa volta per chiuderli definitivamente. Quella stessa fiamma che aveva portato alla fondazione dell’Ordine. Era tutto lì, al di là del vetro, ed in un certo senso, anche quello che era stata una volta si trovava lì dentro.
“Comandante Lily?” La voce di un soldato, un nano dalla barba ghiacciata, la riportò al gelo del Villaggio di Fairbreeze. Lily rimise il fiore incastonata nel vetro al suo posto e dedicò la sua attenzione al soldato.
“Si?” disse in tono fermo. L’allegria e la timidezza di un tempo erano solo un ricordo da ormai tanto tempo.
“Gli esploratori sono tornati dal sud, mia signora. Desiderano fare rapporto.”
“Molto bene, portami da loro.” Rispose l’elfa portandosi al fianco del nano. “Il nostro prigioniero ha parlato?” Chiese poi.
“No, mia signora” replicò il nano in tono costernato facendo un lieve inchino con il capo. “Il bastardo continua a prendersi beffe di noi.”
Lily fece qualche passo in avanti, un colpo di vento le agitò il cappuccio. “Quando avrò sentito il rapporto degli esploratori gli farò passare la voglia di scherzare. Andiamo.”
Il nano mosse le sue gambe tozze e raggiunse trotterellando l’elfa del sangue. I due attraversarono gran parte dell’accampamento prima di raggiungere la tenda dove gli Esplora appena tornati si stavano rifocillando. All’interno trovò tre soldati, una giovane umana e due elfi della notte, intenti a mangiare un pasto caldo. Si recò prima da quest’ultimi.
“Voi due, che notizie portate? Dove siete stati?” Chiese Lily abbassandosi il cappuccio e rivelando la lunga chioma rossa fuoco. I capelli le erano cresciuti parecchio.
“Comandante…” fecero i due interrompendo il loro pasto e mettendosi in piedi. Anche loro chinarono il capo. “Purtroppo non abbiamo buone notizie, mia signora”, iniziò il primo, un tipo piuttosto avanti con l’età dalla corporatura robusta ed i corti capelli del colore del mare. Il pizzetto era dello stesso colore, mentre indossava l’armatura rossa e bianca dell’Ordine. Quest’ultima era ammaccata in diversi punti, mentre il mantello era sporco di fango. Lily notò che anche l’altro kaldorei era nelle stesse condizioni.
‘Devono aver viaggiato molto’, pensò.
“Gli Oscuri sembra si trovino in forze a Northrend, ma nessuno ha avvistato il Lord dell’Infinito”, proseguì l’elfo dai capelli blu.
“Siamo stati nel sud del continente”, spiegò l’altro. Un elfo più giovane, senza barba e con i lunghi capelli argentei. Era più smilzo del suo compagno, ma una cicatrice gli decorava il viso all’altezza della guancia destra. “A Booty Bay, per l’esattezza, mia signora. Abbiamo avvistato diverse pattuglie degli Oscuri, e difeso dei poveracci da alcuni briganti lungo la strada.” Lily ascoltò in silenzio, senza mai distogliere lo sguardo dai due esploratori.
“Sappiamo cosa ci fanno a Northrend?”
“Nulla di certo, Comandante”, rispose il kaldorei più anziano.
“Abbiamo sentito alcuni Oscuri parlare di un lago inaccessibile”, aggiunse quello più giovane.
‘Sholazar… Stanno cercando il libro? Sanno che si trova lì?’
“Notizie di Zihark?”
“Nessuna, mia signora.” rispose l’elfo più anziano.”
Lily fece un cenno con la mano. “Riposatevi, recuperate le forze.”
I due elfi della notte si inchinarono insieme. “Se compiace a nostra signora.”
Lily si voltò e si diresse verso la ragazza umana. Il vento non smetteva di ululare. La ragazza era molto giovane, i suoi lunghi capelli neri incorniciavano un viso che sembrava dipinto da un artista, non sembrava affatto una guerriera. Anche lei indossava l’arma dell’Ordine e si era già alzata quando aveva visto il proprio Comandante dirigersi verso lei.
“Mia signora..”, esordì con tono ossequioso e chinando il capo. Lily rivolse a lei la stessa domanda fatta ai due kaldorei. “Che notizie porti, ragazza? Dove sei stata?”
“Sono stata alle Radure di Tirisfal, Comandante”, la voce della ragazza era determinata, ferma. “Ho sentito in una taverna a Brill che gli Oscuri hanno unito le forze con la regina elfo. Si diceva che come prova della loro Alleanza ha bruciato uno sciamano del Circolo della Terra…”
Il primo pensiero di Lily andò al luogo menzionato dalla giovane umana.
‘Brill…’ Da tempo ormai aveva deciso che fosse meglio non pensare a quel luogo. E se possibile, evitare di andarci. Poi, la sua attenzione fu rapita dall’ultima parte della frase della ragazza umana.
“Uno sciamano hai detto?”
“Si, mia signora. Hanno parlato proprio di uno sciamano del Circolo della Terra. Ma sono solo voci, nulla di confermato…”
‘Kentel?’
“Lo scopriremo presto”, rispose Lily senza lasciar trasparire nessuna emozione. “Notizie di Zihark?”
“Nessuna, Comandante.”
“Capisco…” Lily si girò e si rivolse al nano che era rimasto accanto a lei per tutto il tempo. “Occupati di questi esploratori ed assicurati che riposino e recuperino le forze. Non staremo qui ancora per molto. Io vado a parlare con il prigioniero.”
“Come ordinate, Comandante”, rispose il nano.
Lily lasciò la tenda pensierosa.
‘Non riesco a trovarlo, Khar… proprio come non ci riuscivi tu…’
A grandi passi si diresse verso la gabbia magica in cui era tenuto il prigioniero. Un Oscuro catturato durante l’ultima battaglia nelle Terre Spettrali. Il drago dell’infinito aveva la forma di un elfo pallido, a prima vista cadaverico, dai capelli bianchi e gli occhi di un blu molto scuro. Era in abiti neri, per lo più ridotti a brandelli. La gabbia magica, sorvegliata da un orco ed un non-morto, bloccava i suoi poteri. Lily si avvicinò a lui. I Soldati si spostarono di lato.
“Mi dicono che ti piace scherzare, feccia.”
L’elfo-drago si esibì in una risata sguaiata, mostrando i denti aguzzi. Era una visione mostruosa, ma Lily restò inflessibile.
“Comandante Lily!” La voce dell’elfo-drago era innaturalmente profonda, sembrava quella di un demone. “Giochi ancora alla guerra?”
“Continuerò a giocarci fin quando non avrò strappato il cuore dal petto del vostro Lord.”
Un’altra risata. “E come hai intenzione di farlo? Il Lord dell’Infinito può uccidere tutti voi vermi quando vuole. Oh, lo sai che il tuo amico Kentel è morto?”
Quella notizia scosse impercettibilmente Lily, ma l’Osucro sembrò accorgersene.
“Proprio così”, sghignazzò. “La Regina elfo l’ha bruciato vivo ed esposto il suo cadavere fuori dal suo Palazzo come prova della propria fedeltà al Lord dell’Infinito. Perché non vai a trovarlo, lurida elfa?”
Lily si avvicinò alla gabbia, arrivando quasi faccia a faccia con il drago-elfo. Le guardie fecero per fermarla ma con un cenno della mano le rassicurò. Lo guardò con sguardo glaciale.
“Questa lurida elfa ucciderà ogni singolo bastardo drago dell’infinito che ha messo piede su questo pianeta.”
L’Oscuro, irritato da quella sicurezza, si avventò contro Lily, cercando di afferrarle il collo. Ma prima che se ne accorgesse, si ritrovò un pugnale piantato nella gola. Sangue nero uscì a fiotti.
“Ad iniziare da te” disse l’elfa del sangue guardando la vita lasciare gli occhi del drago dell’infinito sotto forma elfica. Quest’ultimo ebbe qualche spasmo ed emise un rantolo, poi si accasciò in una pozza nera.
Le guardie guardarono il loro comandante sbigottite.
“Comandante, il prigioniero…” disse il non morto.
“Non ci serve più”, lo interruppe Lily, mentre puliva il pugnale sul mantello e lo rinfoderava sulla cintola. “Dissolvete quella gabbia, e iniziate a prepararvi. Andiamo a trovare questa Regina elfo.” Poi si allontanò.
Per attimo riprese il Tiger Lily incastonato.
‘Khar… un tempo non sarei mai riuscita ad uccidere qualcuno così, a sangue freddo…’
Ma quella era un’altra Lily, sparita due anni prima. Lì, al di là del vetro.
Illustrazione di Rui Li