Lily si alzò presto la mattina seguente. Si mise seduta sulla sponda del letto e poi si girò a guardare Kharonte, ancora addormentato. Fu uno sguardo silenzioso, di quelli che non necessitavano parole più di quante gli occhi stessi potessero comunicare.
Si avvicinò. Lo stregone, il suo compagno, aveva un’espressione così calma, pacifica… sembrava la figura di un dipinto. Lily gli diede un piccolo bacio sulle labbra.
“Ti amo” sussurrò.
Si alzò, e si vestì indossando una tunica turchese e dei comodi sandali e dopo che finì di sistemarsi i capelli, si avviò alla porta per uscire di casa. Proprio prima di varcare l’uscio, la sacerdotessa si fermò. Lily volle assaporare quel silenzio, così raro nella casa sua e di Kharonte. All’elfa scappò quasi da ridere. Quella casa era sempre così piena di gioia, di risate.. quanto si divertivano lei e lui insieme. Lo sguardo le cadde su un album posato su un piccolo mobile vicino l’ingresso. Lily si avvicinò cercando di non far rumore, fino a vedere il titolo di quell’album. Era un titolo semplice, la sacerdotessa ricordava ancora quando lei e Kharonte l’avevano scelto insieme, le parole del suo amato.
“E’ il titolo perfetto, Lil. Pensaci, una parola molto breve, ma che racchiude tutto un mondo, il nostro. E’ perfetto!”
Lily lesse quel titolo a bassa voce, accennando un sorriso.
“Noi”.
All’interno dell’album c’erano fotografie ricordo di ogni viaggio che avevano fatto insieme. In tutti quei luoghi più disparati, la costante era sempre la stessa. Gli occhi, sia di Kharonte che di Lily, brillavano. La sacerdotessa chiuse l’album, uscì e chiuse la porta dietro di sé. Solo dopo si accorse di stare ancora sorridendo.
Il Villaggio di Fairbreeze era movimentato. Quandò Lily arrivò, elfi del sangue correvano indaffarati in ogni direzione. Alcuni erano fermi davanti alla bacheca degli annunci, altri si affrettavano per raggiungere le proprie cavalcature, mentre altri ancora discutevano animatamente.
Lily si avvicinò all’istruttore dei sacerdoti. D’altronde, era lì per quello; doveva chiedere delucidazioni riguardo a due incantesimi che stava studiando in quel periodo. L’istruttore, un elfo robusto dai capelli scuri e dalla veste gialla, la accolse con un sorriso.
“Lily! Cosa ti porta qui a Fairbreeze? Ehi, ma che hai in testa?”
“Maestro! Eh? Cosa?” rispose la sacerdotessa andando incontro all’elfo. Lily si toccò i capelli e si accorse di avere ancora tra di essi il Tiger Lily che Kharonte aveva comprato la sera prima. “Ah, questo! È un regalo!” rispose arrossendo un po’. “Sono venuta a chiedervi delle spiegazioni su alcuni incantesimi..”
L’istruttore diede a Lily tutte le spiegazioni di cui aveva bisogno, poi la sacerdotessa fece l’altra domanda.
“Grazie mille, maestro, siete stato molto chiaro! Un’ultima cosa… Avete sentito parlare per caso di un elfo di nome Zihark? Non si hanno più sue notizie da due anni, magari qui, che è un posto sempre pieno di viandanti qualcuno ne ha parlato…”
“Zihark hai detto?” L’istruttoreci ci pensò un po’ su, poi scosse il capo. “No, Lily, mi dispiace. Non ho sentito quel nome. Ma prova a chiedere all’area ristoro. Lì vedono sicuramente più gente di me!”
“All’area ristoro, va bene. Grazie ancora, maestro, è sempre gentilissimo!”
L’elfo fece un lieve inchino. “Arrivederci, cara Lily.”
‘Magari lì ne sanno davvero qualcosa in più..’ pensò la sacerdotessa mentre a passi veloci si dirigeva nel luogo indicatole. ‘Non può essere sparito, deve essere da qualche parte..’
Stava per entrare, quando successe qualcosa di davvero strano ed insolito. Il cielo iniziò ad oscurarsi. Nubi nere come la notte avvolsero il firmamento come l’onda travolgente del mare. Tutti gli elfi del sangue del Villaggio di Fairbreeze si fermarono nell’esatto posto in cui si trovavano. Tutti gli sguardi erano rivolti al cielo.
‘Ma che diavolo…?’
Dopo le nubi iniziarono anche i tuoni, seguiti da fulmini.
‘Non sono fulmini normali, è energia magica! Ma che succede?’
Prima ancora che quel pensiero si esaurisse nella mente di Lily, un gran numero di portali apparirono e da essi emersero figure alte, slanciate, completamente nere. In pochi secondi, sul Villaggio di Fairbreeze scoppiò il caos. Alcuni Elfi scapparono, altri iniziarono a combattere le strane figure. Le figure nere scagliarono attacchi magici in ogni direzione, inneggiando ad un certo Lord dell’Infinito. Lily si voltò di scatto. All’orizzonte, Silvermoon era in fiamme. Il cuore le balzò in gola.
‘Khar!’
La sacerdotessa si iniziò a correre più in fretta che poteva. Doveva tornare a casa, e subito. Sapeva di doverlo fare.
‘Khar! Khar, aspettami…sto arrivando…’
Corse, corse a perdifiato la sacerdotessa Lily. Durante la strada, alcune figure l’attaccarono. Senza fermarsi, l’elfa usò la sua magia della Luce per farsi strada.
“Toglietevi dai piedi, maledetti!”
Più si avvicinava alla capitale, più grandi torri di fumo nero si innalzavano da Silvermoon.
All’interno della città, la situazione era ben più grave di quel che si potesse immaginare. I cittadini di Silvermoon urlavano terrorizzati, alcuni tentavano la fuga in preda al terrore, altri invece non avevano avuto nemmeno quella possibilità. Decine di cadaveri giacevano al suolo, tutti morti di una morte violenta. Tutti autori della scia di sangue che colorava le strade della capitale elfica.
Lily non si fermò, andrò dritta verso casa sua, il cuore che martellava sempre di più.
‘Ci sono quasi, ci sono quasi.. Aspettami Khar…’
Avvistò la porta. Era chiusa.
‘Sicuramente si sarà barricato dentro.’
La mano andò sulla maniglia, la abbassò. La porta non si aprì.
“Khar! Khar, sono io, apri! Khar!!”
Lily abbassò furiosamente la maniglia della porta d’ingresso di casa sua. Niente da fare. Non si apriva.
Decise di usare la magia. Con un eplosione la porta si spalancò. Davanti allo sguardo di Lily comparì Kharonte, con le spalle al muro con ganci magici alle mani ed ai piedi per non farlo muovere. Ma non era quella la parte peggiore. Lo stregone sembrava debolissimo, ed era coperto di sangue. Davanti a lui c’era un’altra delle figure nere, ma questa era diversa da tutte le altre.
Questo essere portava un grande mantello nero ed un cappuccio che gli copriva il volto. I suoi abiti erano anch’essi neri, ma era una tunica. L’unica parte del corpo che era scoperta erano le mani. Bianchissime. All’apparenza non aveva armi.
“Khar!!” Urlò Lily precipitandosi dentro. Ma un secondo dopo aver messo piede nella sua casa, la sacerdotessa si ritrovò a terra. Altre due figure l’avevano atterrata sferrandole un colpo allo stomaco e ora la tenevano ferma. Lily iniziò a dimenarsi con tutta la forza che aveva in corpo.
“Lasciatelo!!! Bastardi, lasciatelo!! Cosa volete da noi?!? Khar!! Khar, guardami!!”
Kharonte non si mosse.
La figura nera davanti a lui invece, si voltò lentamente verso la sacerdotessa. Fu allora che Lily vide i suoi occhi. Due globi dorati, l’unica parte del volto visibile. Due occhi che sembravano lanciare fiamme. Due occhi che, anche se avevano un colore come quello del sole, nascondevano un’anima più nera degli abissi dell’universo.
“Milord, uccida quel verme. Siamo venuti qui per questo, no?”
La voce, proveniente da una delle figure che tenevano bloccata Lily, era eterea, spettrale. La figura davanti a Kharonte non rispose, continuando a fissare Lily con i suoi due globi dorati. Poi, senza distogliere lo sguardo, alzò la mano destra, e diede un colpo secco in aria, in direzione di Kharonte. Lo stregone emise un urlo di dolore straziante.
“Fermatevi!! Fermatevi!!!” La voce di Lily era spezzata dal pianto, i suoi occhi erano pieni di lacrime. Un fiume di disperazione e furia inondò tutto il suo essere.
“Vi ammazzo tutti.. Giuro che vi ammazzo tutti…”
La figura continuò, senza fermarsi. Un colpo, due, tre, quattro. Ad ognuno di essi Kharonte urlò, sussultò. Il suo sangue schizzava in ogni direzione, le mura della casa erano ormai diventate rosse. Dopo il quarto, Kharonte alzò debolmente la testa, come se pesasse come un macigno. Lo sguardo, ormai quasi spento, incontro quello di Lily. Gli occhi della sacerdotessa bruciavano ed erano rossi.
“Li…l..”
Il suo nome. L’ultimo alito di vita di Kharonte era stato il suo nome. Non era riuscito nemmeno a pronunciarlo.
“Noooooo!!!!!” Lily urlò con tutto il suo essere, con tutta la sua anima. Un urlo che coprì le risate delle figure nere che la tenevano ferma. L’altra, invece, aprì un portale con il semplice gesto di una mano, e con lo sguardo richiamò le guardie. Quando tutte e tre le figure oltrepassarono il portale, i ganci che tenevano fermo Kharonte scomparvero. Lo stregone cadde a terra a peso morto.
“Khar..! Khar..!” Lily non ebbe neanche la forza di mettersi in piedi. Strisciò verso Kharonte.
“Amore…no..no…”
Pianse, pianse tanto Lily sul petto insanguinato di colui che aveva amato così tanto e che così tanto l’aveva amata. E proprio su quel petto cadde anche il fiore che la sacerdotessa aveva tra i capelli. Il suo Tiger Lily.
“Kharonte…. Kharonte….”
I suoni scomparvero. Le parole, i pensieri, tutto. Nella casa distrutta, i suoi occhi rossi e gonfi videro una parola, una brevissima parola. La sua bocca non la lesse, così come la sua mente. Solo il suo cuore osò pronunciarle.
“Noi”.
Illustrazione in evidenza di Thermasia su Instagram