Capitolo 57: La Battaglia della Cappella della Luce
Durante i 6 anni di inattività del Re dei Lich, le forze di quest’ultimo erano state tutt’altro che inattive. Il nuovo corpo militare del Flagello, i Cavalieri della Morte, si erano infatti allenati costantemente e si stavano preparando nella loro roccaforte di Acherus per il risveglio del loro Signore e l’imminente conflitto. La prima mossa del Re dei Lich fu quella di ordinare a questi soldati d’élite di attaccare i bastioni della Crociata Scarlatta e dell’Alba d’Argento nelle Terre Infette orientali. Dopo aver assaltato ed annientato l’Enclave Scarlatta dalla loro necropoli, i Cavalieri di Acherus rivolsero la loro attenzione ai paladini dell’Alba d’Argento, il cui quartier generale si trovava alla Cappella della Luce. Ciò che nemmeno gli stessi Cavalieri della Morte sapevano tuttavia, era che Arthas non aveva fiducia nel successo dei suoi sottoposti, e che fosse anzi pienamente consapevole che essi sarebbero stati sconfitti dai paladini.
Il vero scopo del Re dei Lich in quest’attacco era quello di far uscire allo scoperto uno dei più grandi paladini della storia, uno dei fondatori dell’Ordine del Silver Hand che era sfuggito all’epurazione attuata da Arthas quando quest’ultimo era ancora un Cavaliere della Morte ai tempi della Terza Guerra: Tirion Fordring, il quale viveva da fuggiasco dai giorni dell’epurazione.
Ne seguì un brutale scontro che divenne noto come la “Battaglia della Cappella della Luce”, nella quale circa diecimila soldati del Flagello (non tutti cavalieri della morte ovviamente), combatterono contro circa trecento difensori della Luce. Nonostante i loro sforzi tuttavia, i Cavalieri della Morte furono sconfitti, proprio come Arthas aveva creduto, ed il loro capo, il Gran Signore Darion Mograine fu affrontato dallo stesso Tirion Fordring. Tirion rivelò al leader dei Cavalieri della Morte che Arthas li aveva mandati in una missione suicida e dopo una breve apparizione del padre di Darion, il leggendario Alexandros Mograine, arrivò lo stesso Re dei Lich, il quale cinicamente confermò ciò che Tirion aveva affermato in precedenza.
Infuriato da quello che considerò un vero e proprio tradimento, Darion si scagliò contro Arthas, il quale però riuscì facilmente a respingere l’attacco avversario. Mentre il Principe delle Tenebre si spostava quindi per affrontare Tirion, Darion lanciò la sua arma, la leggendaria Ashbringer che era stata corrotta anni prima, al paladino. Nel momento stesso in cui Tirion toccò la spada, quest’ultima si purificò, confermando la leggenda che Fordring fosse davvero il Campione prediletto della Luce Sacra. Tirion attaccò così Arthas, riuscendo a colpirlo ed a metterlo in fuga. Tuttavia, prima di tornare a Northrend, il Signore del Flagello avvertì Tirion, dicendo che nel loro prossimo incontro il paladino non sarebbe stato altrettanto fortunato.
Dopo la scomparsa del Re dei Lich, Fordring pronunciò immediatamente un memorabile discorso, in cui alla fine proclamò l’unione dell’Ordine del Silver Hand e dell’Alba d’Argento in una nuova, unica fazione, che avrebbe preso il nome di Crociata d’Argento. La Crociata avrebbe inseguito Arthas verso Northrend, abbattuto le mura della sua Cittadella e posto fine al regno di terrore del Re dei Lich.
I Cavalieri della Morte intanto, traditi dal loro ormai ex sovrano, affermarono, tramite la voce di Darion Mograine, che i Cavalieri di Acherus si sarebbero impegnati per la stessa causa della Crociata, dando al loro ordine il nuovo nome di “Cavalieri della Spada d’Ebano”.
Essi ritornarono quindi prontamente alla loro “fortezza fluttuante”, liberandola dai soldati del Flagello ancora fedeli al Re dei Lich. Una volta messa in sicurezza Acherus, Darion inviò molti dei Cavalieri della Morte ad unirsi ai loro rispettivi popoli nell’Alleanza o nell’Orda per aiutarli nell’ormai imminente guerra contro il Flagello.
Illustrazione in evidenza di Konstantin Turovec