Mentre Illidan addestrava il suo nuovo esercito di cacciatori di demoni per attaccare Argus, il Principe Kael’thas, suo maggiore alleato, si alienò dal mondo che lo circondava. Molti dei suoi seguaci lo avevano lasciato per unirsi a Illidan, affinché venissero addestrati come cacciatori di demoni ed in questo periodo, l’ultimo dei Sunstrider iniziò a pensare di poter sfruttare le energie demoniache per saziare la sua fame di magia. Presto, il Fel si fece strada nella mente di Kael, facendolo diventare sempre più paranoico verso la sua gente, convincendosi che quest’ultima pensasse a lui come ad uno che aveva fallito. Inoltre, Kael’thas capì che il suo viaggio nelle Terre Esterne fosse stato un errore, dal momento che egli non era più vicino a trovare una cura per la dipendenza dalla magia di quanto non lo fosse prima di raggiungere le rovine di Draenor, e che la sofferenza degli Elfi del Sangue era solo che aumentata da quel momento. Il Principe era troppo orgoglioso per tornare a Quel’Thalas senza una cura, ma al tempo stesso provava anche una profonda vergogna e rabbia per la sua incapacità di trovarne una. In questo stato di tumulto emotivo, il Principe venne contattato da Kil’jaeden. Il Signore dei Demoni gli raccontò di modi più efficaci per imbrigliare l’energia demoniaca e che Illidan gli aveva tenuto nascosti questi metodi non ritenendo Kael ed il suo popolo degni di usarli, ma solo strumenti nella guerra contro la Legione (in questa occasione l’eredar omise volontariamente di rivelare a Kael’thas l’esistenza di Anveena Teague, la personificazione delle energie del Pozzo Solare). In cambio dell’insegnamento, Kil’jaeden chiese a Kael’thas semplicemente di terminare la sua alleanza con Illidan. Il Principe rifiutò, ma i dubbi iniziarono a tormentare la sua coscienza.
Intanto, lo stesso Kael’thas inviò Voren’thal il Veggente e le sue forze per attaccare la città di Shattrath e la fazione guidata dai Naaru, gli Sha’tar. Kael aveva richiesto che i cacciatori di demoni si unissero all’attacco, ma Illidan rigettò questa richiesta, provocando una grande irritazione nel Principe. Tuttavia, prima ancora che la battaglia iniziasse, Voren’thal depose armi e disertò, giurando fedeltà ad Ad’al, il capo dei Naaru. Questo tradimento fu un colpo devastante per Kael’thas, poiché i ranghi di Voren’thal includevano alcuni dei maghi e studiosi più dotati che aveva egli aveva portato con sé nelle Terre Esterne. Il Principe vide il tradimento di Voren’thal come un segno tangibile dei suoi fallimenti nei confronti del suo popolo ed una spaccatura sempre più profonda cominciò a delinearsi tra lui e Illidan, spaccatura che si allargò ancora di più quando Kael capì che l’unico interesse del Traditore era il suo assalto pianificato contro i mondi della Legione. Credendo che Illidan avesse intenzionalmente abbandonato al loro destino gli Elfi del Sangue e attirato dalle promesse di salvezza del Signore dei Demoni per il suo popolo, Kael’thas decise di allearsi con Kil’jaeden e la Legione Infuocata.
Il Principe si arroccò così nel cuore di Tempest Keep, The Eye, circondato solo dai consiglieri più leali e fidati. Diede ordine di costruire delle colossali forge di mana affinché drenassero tutte le energie magiche della regione di Netherstorm e le facessero confluire a Tempest Keep. Non passò molto tempo prima che gli Shat’ar decidessero di prendere d’assalto la fortezza dei Naaru. Dopo una lunga battaglia alla fine, raggiunto da eroi dell’Alleanza e dell’Orda, Kael’thas venne sconfitto.
Tuttavia, l’arrivo provvidenziale della Sacerdotessa Dalrissa, un demone al servizio di Kil’jaeden, salvò Kael dalla morte. Il Principe era comunque gravemente ferito ed affinché sopravvivesse, Dalrissa fu costretta a conficcargli un cristallo di energia demoniaca al centro del petto.
Senza più niente da perdere, il Principe Kael’thas decise che era arrivato il momento di tornare a Quel’Thalas…
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