Le origini dei Pandaren sono sconosciute: è noto che la loro società sia più antica di quella degli Elfi della Notte, ma non si sa da dove siano nati.
Nella loro civiltà primordiale, i Pandaren avevano già un amore per la conoscenza, che li aveva portati a sviluppare letteratura, agricoltura e medicina. In un periodo imprecisato, tra 64.000 e 12.000 anni prima della Prima Guerra, i Pandaren vennero sottomessi dai Mogu guidati da Lei Shen, il Re del Tuono: egli fece giustiziare tutti i capi e i filosofi pandaren e distrusse tutta la loro arte e cultura. Al popolo di Pandaria venne proibito di imparare a leggere e scrivere, e persino di parlare la loro lingua: la lingua che doveva essere usata era quella mogu, e chiunque veniva sorpreso a fare altrimenti era accusato di cospirazione, crimine solitamente punito con la morte. A causa di ciò, l’antica lingua pandaren non è più usata e solo un ristrettissimo numero di pandaren è in grado di comprenderla. I primi resoconti che si hanno sulla questa razza rendono noto che erano schiavi dei Mogu (così come altre razze quali i Saurok e i Grumyan), impiegati come lavoratori: tra le altre cose, furono i pandaren a costruire, sempre sotto ordine dei mogu, la Muraglia Serpeggiante, il gigantesco muro avente lo scopo di fermare le orde di mantid che sciamavano dalle Steppe di Tong Long e dalle Distese del Terrore. Per evitare che si potessero ribellare inoltre, come avevano fatto i saurok, i mogu non permetterono ai pandaren di tenere alcuna arma.
Tempo dopo, sotto il regno dell’imperatore mogu Lao-Fe, circa 12.000 anni prima della Prima Guerra, i pandaren che disobbedivano agli ordini venivano puniti con la separazione delle loro famiglie, e molti bambini pandaren vennero spediti oltre la Muraglia Serpeggiante, dove venivano divorati dai mantid. Il padre di uno di questi bambini, Kang, comprese che tutto l’Impero dei mogu si reggeva sui suoi schiavi, senza i quali sarebbe inevitabilmente crollato, e decise che, se a loro non era permesso avere armi, allora sarebbero diventati armi essi stessi: i pandaren cominciarono così ad addestrarsi nel combattimento a mani nude, dando il via alla loro millenaria tradizione monacale, e poi cominciarono a lottare contro i loro padroni. Supportati da altre razze come i Grumyan, i Jinyu e gli Hozen, riuscirono a sconfiggere i mogu e a “riciclare” il loro impero adattandolo a sé stessi.
Appena formato, l’impero venne attaccato dai troll Zandalari, che erano alleati dei mogu; anche questo conflitto venne vinto dai pandaren, i quali avevano ormai imparato ad addomesticare le serpi delle nubi.
Si sa che i pandaren ebbero contatti con la società degli Elfi della Notte; durante il regno di Azshara, quando gli Eletti presero ad usare pericolosamente tanto la magia arcana, i pandaren inviarono loro in omaggio una scatola contenente “tutto il potere arcano di cui i kaldorei avrebbero mai potuto avere bisogno”. Quando l’aprì, Azshara si ritrovò una scatola vuota.
Sempre durante questo periodo, venne incoronato imperatore un pandaren di nome Shaohao: dopo la sua elezione, come da tradizione, Shaohao si recò a consultare gli Oratori dell’Acqua jinyu e, in una visione, gli venne mostrato l’inizio della Guerra degli Antichi che sarebbe avvenuto di lì a poco, e la distruzione che essa avrebbe portato. Cercando un modo per proteggere la propria gente, l’imperatore si recò da Yu’lon, il Serpente di Giada, che gli disse che, per fare ciò, avrebbe dovuto liberarsi di tutte le sue emozioni negative, cioè gli Sha. Shaohao riuscì ad imprigionare i vari aspetti dello sha sotto terra, fondando anche l’ordine degli Shandaren per sorvegliare i luoghi dove erano rinchiusi. Raggiunto uno stato d’illuminazione, quando la Guerra degli Antichi stava giungendo al termine, Shaohao salì alla Terrazza dell’Eterna Primavera con l’intento di separare l’Impero Pandaren dal resto del grande continente di Kalimdor. Arrivato lì, però, venne nuovamente assalito dal dubbio e dalla paura. Yu’lon giunse in suo soccorso, spiegandogli che Pandaria era molto più del solo impero pandaren: era tutta le creature di quella terra, unite in un solo insieme.
Compresa quest’ultima lezione, Shaohao semplicemente “svanì dall’esistenza”, divenendo tutt’uno con la terra, e Pandaria si separò dal resto del continente, allontanandosi nel Grande Mare, verso sud. Tuttavia, Shaohao non era riuscito a liberarsi di un ultimo sha, il più insidioso, quello dell’orgoglio: la sua convinzione che gli abitanti di Pandaria fossero migliori del resto del mondo generò una fittissima coltre di nebbia che avvolse la regione, proteggendola sì, ma anche isolandola completamente per i successivi millenni.
La nebbia creata da Shaohao, che protesse Pandaria dalla Grande Frattura, impedì quindi anche a chiunque si trovasse al suo esterno di trovarla, e in tal modo Pandaria, e i suoi abitanti con lei, rimasero pressoché isolati per oltre diecimila anni, convinti che il resto del mondo fosse stato annientato dall’apocalittico cataclisma.
La situazione cambiò leggermente grazie a Liu Lang, un pandaren che decise di lasciare Pandaria sul dorso di una tartaruga gigante di nome Shenz-zin Su. Dopo cinque anni di vagabondaggio, Liu Lang tornò in patria (anche se Pandaria era nascosta dalle nebbie, riuscì a trovarla poiché “le tartarughe riescono sempre a ritrovare la spiaggia dove sono nate”), riferendo ciò che aveva visto. Liu Lang partì nuovamente, facendo ritorno a Pandaria ogni cinque anni, e Shenz-zin Su diventava sempre più enorme, fino a che non riuscì a ospitare sul suo guscio un’intera colonia di pandaren, divenendo nota come “l’Isola Errante”. Dopo la morte di Liu Lang, l’Isola Errante non fece mai più ritorno a Pandaria, e ad un certo punto smise anche di toccare le rive degli altri continenti, vagando senza sosta per il Grande Mare. Dell’Isola Errante era inoltre membro Chen Triplo Malto, colui che aiutò Thrall e l’Orda a fondare Orgrimmar e Durotar alla fine della Terza Guerra.
Dopo il Cataclisma, le nebbie che circondavano Pandaria svanirono improvvisamente, per ignoti motivi: il continente venne ben presto scoperto dalle flotte dell’Orda e dell’Alleanza, e le due fazioni estesero il loro conflitto anche a quei nuovi territori, portando alla riemersione degli Sha e causando il caos in molte zone di Pandaria. Salvo poche eccezioni, i Pandaren di Pandaria rimasero fermamente neutrali rispetto alle due neoarrivate fazioni, al contrario dei pandaren dell’Isola Errante. Anch’essa venne raggiunta, del tutto accidentalmente, dall’Alleanza e dall’Orda. Svariati pandaren seguaci della filosofia Tushui, guidati da Aysa Canta Nubi, si unirono ai ranghi dell’Alleanza, contrapposti da diversi seguaci della filosofia Huojin, capeggiati da Ji Palmo Infuocato, i quali entrarono invece a far parte dell’Orda.
Illustrazione in evidenza di Muzhi