Capitolo 95: La distruzione di Theramore
A seguito della sconfitta di Deathwing e della fine del Cataclisma, le tensioni tra Alleanza ed Orda si riaccesero molto in fretta.
Il Warchief Garrosh Hellscream, irritato dalla persistente presenza dell’Alleanza su Kalimdor, decise di annientare la nazione di Theramore una volta per tutte. Prima di convocare un incontro con i leader dell’Orda per esporre il suo punto di vista però, escogitò una strategia per spazzare via l’intera isola. Una scorta di Draghi Blu venne uccisa (presumibilmente dagli agenti di Garrosh) e l’Iride Focalizzante, un potente artefatto in grado di aumentare la capacità distruttiva di armi dalla potenza già formidabile, venne consegnata allo stesso Warchief. Alcuni leader dell’Orda si dichiararono contrari a questo attacco ed espressero le loro opinioni in merito, ma la decisione di Hellscream fu irremovibile e l’assalto ebbe inizio.
Garrosh, Baine Bloodhoof, Vol’jin, Malkorok ed il Principe del commercio Gallywix radunarono le loro truppe per la guerra, mentre Lor’themar Theron ed il Generale Ranger Halduron Brightwing inviarono un loro rappresentante, Kelantir Bloodblade, e due navi cariche di guerrieri elfi del sangue in loro aiuto. Allo stesso modo, Sylvanas Windrunner mandò il suo capitano Frandis Farley e un reggimento di non-morti. L’Orda iniziò la sua campagna conquistando Northwatch Hold. I tauren e i troll marciarono dalla Grande Porta attaccando l’avamposto dell’Alleanza da ovest, mentre nel frattempo i non-morti e gli elfi del sangue salparono da Ratchet e lanciarono un’offensiva navale da est. Gli Orchi finirono l’assalto attaccando da nord tramite l’uso della magia sciamanica per evocare elementali di lava per assediare Northwatch e decimare i difensori dell’avamposto dell’Alleanza. Dopo un lungo temporeggiamento per alimentare la sete di sangue dell’Orda, Garrosh condusse le truppe a Fort Triumph, il quale era anch’esso caduto. Dopo aver saccheggiato le armi d’assedio del forte da usare per il loro attacco sull’isola di Theramore, l’Orda iniziò la propria marcia verso la regione di Acquemorte.
Lady Jaina Proudmoore intanto, venne a conoscenza di questo incombente attacco grazie all’avvertimento di Baine Bloodhoof. Jaina si mise in azione per difendere la propria isola e la propria gente, ottenendo rapidamente il sostegno di Re Varian Wrynn e dei suoi massimi generali. L’incantatrice ottenne anche il supporto del Kirin Tor che accettò di inviare diversi maghi (incluso lo stesso leader dell’Ordine, Rhonin) per fare da deterrente, ragionando sul fatto che non agire sarebbe stato un tacito supporto alla guerra di Garrosh. La difesa di Theramore tuttavia, era destinata a fallire, poiché l’assalto di Hellscream si rivelò non essere altro che una strategia finalizzata al raccogliere tutti gli elementi di spicco dell’Alleanza in un unico posto per poi annientarli con una bomba di mana potenziata dall’Iride Focalizzante. L’Alleanza scoprì la verità troppo tardi e la nazione di Theramore fu completamente distrutta. Moltissimi persero la vita, tra cui anche l’Arcimago Rhonin, il quale si sacrificò per permettere a Jaina di mettersi in salvo attraverso un portale.
Questo evento cambiò totalmente Jaina Proudmoore, non solo nel carattere, che divenne molto più aggressivo, ma anche nell’aspetto. La maga infatti assorbì parte degli enormi residui di energia magica provocati dall’esplosione, i quali amplificarono grandemente i suoi già considerevoli poteri e le sbiancarono parte dei capelli biondi.
Jaina, inorridita dalla perdita di tutto ciò per cui aveva faticosamente lavorato per lunghi anni e dalla morte dei suoi amici e della sua gente, viaggiò di nuovo per implorare il Kirin Tor e chiede il loro aiuto contro l’Orda. Quest’ultimo, sebbene si impegnò a garantire che Garrosh Hellscream avrebbe pagato per la morte di Rhonin, non si dichiarò disposto a fornire a Jaina il proprio supporto per distruggere Orgrimmar. I maghi di Dalaran avevano appena perso infatti il loro leader a causa del coinvolgimento nella guerra ed erano convinti che le intenzioni di Jaina avrebbero portato alla morte di molti innocenti che non avevano nulla a che fare con il bombardamento di Theramore. Come se questo non bastasse, anche Re Varian si dimostrò diffidente nei confronti del semplice attacco ad Orgrimmar e consigliò invece cautela. Inoltre, sia Varian che suo figlio, il Principe Anduin, furono estremamente contrari all’utilizzo di tattiche disonorevoli per combattere la guerra. Intanto, l’Orda all’indomani della caduta di Theramore istituì un efficace blocco navale su tutto il continente di Kalimdor. Mentre l’Alleanza si raggruppava per ricostruire la loro flotta e contrattaccare l’Orda, Jaina non seppe trattenere la propria ira, e decise di andare a combattere l’Orda usando i suoi metodi, da sola.
L’incantatrice arrivò sulle coste di Durotar, dove si apprestò ad evocare un enorme tsunami grazie all’aiuto dell’Iride Focalizzante. Thrall si precipitò fuori dalle mura di Orgrimmar per cercare di fermare l’amica, ma Jaina l’attaccò, non volendo sentire ragioni. Alla fine, solo grazie all’intervento di Kalecgos, il quale avvertì Jaina che quest’ultima stava commettendo lo stesso errore commesso da Arthas a Stratholme, l’incantatrice si calmò. In questo modo, Jaina usò l’Iride per evocare un esercito di elementali d’acqua per salvare la flotta dell’Alleanza, che era stata inviata per assediare Bladefist Bay ed infine lasciò Orgrimmar. I kraken schiavizzati dall’Orda avevano infatti quasi annientato la flotta, e così sarebbe successo se non fosse stato per l’intervento di Jaina Proudmoore. Con la flotta dell’Alleanza salva, i resti della flotta di Jaina e dell’Alleanza salparono verso Northwatch Hold, estirpando qualsiasi presenza dell’Orda in quella zona e recuperando l’avamposto dell’Alleanza in rovina, ponendo fine al blocco navale dell’Orda su Kalimdor.
All’indomani di questi eventi, la moderazione di Jaina di fronte alla disperazione che aveva provato, la portò davanti al sommo consiglio del Kirin Tor, che la votò come nuovo leader dell’Ordine. La stessa Jaina sostenette che nonostante la sua rabbia contro l’Orda si fosse dissipata (rabbia che, secondo lei, era stata forse in parte provocata dall’energia residua della bomba di mana), ella credeva ancora pienamente che Garrosh dovesse essere rimosso dal potere per il bene di Azeroth.
Nel frattempo, anche le conseguenze di questi grandi eventi si rivelarono ugualmente oscure per l’Orda. Vol’jin, dopo aver perso tutte le speranze per quanto riguardava Garrosh, ritornò nelle Isole dell’Eco per pianificare la sua prossima mossa. Baine fu invece piuttosto sollevato dal fatto che Garrosh avesse perso i suoi blocchi navali e le sue conquiste provvisorie, anche se il capotribù restò sbalordito nell’apprendere che tutto questo era stato semplicemente un mezzo per raggiungere il vero scopo del Warchief: Garrosh aveva infatti intenzione di condurre una guerra di genocidio contro l’Alleanza piuttosto che conquistare i suoi territori. Lo stesso Thrall venne assalito e devastato dai sensi di colpa per la deriva autoritaria che aveva preso l’Orda sotto Garrosh, ritenendosi il solo responsabile della situazione.
All’indomani del suo ritorno ad Orgrimmar, il Warchief compì il passo decisivo. Garrosh Hellscream proclamò che tutti gli uomini, le donne e i bambini avrebbero dovuto arruolarsi nell’esercito per la guerra dell’Orda contro l’Alleanza, e qualsiasi uomo, donna o bambino che si fosse sottratto ai propri doveri, ne avrebbe risposto ai Kor’kron, ora guidati dallo spietato Malkorok e dalle sue forze. Il minimo accenno di tradimento inoltre, sarebbe stato punito con la morte.
In questa nuova politica, alcune delle razze più moderate dell’Orda, come i Troll ed i Tauren, si trovarono così essenzialmente in ostaggio e costrette ad assecondare il Warchief, essendo geograficamente più a rischio dell’ira di Garrosh.
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