Capitolo 74: Il suicidio di Sylvanas Windrunner
Dopo la morte del Re dei Lich Arthas Menethil, la Regina Banshee Sylvanas Windrunner si avventurò da sola al Trono di Ghiaccio di Icecrown. Sebbene la Dama Oscura avesse “percepito” immediatamente la morte del suo aguzzino, ella sentì il bisogno di vedere con i propri occhi il cadavere di colui che aveva odiato così tanto. Arrivata in cima alla Cittadella di Icecrown tuttavia, Sylvanas non trovò il cadavere di Arthas – il quale era stato sepolto in un luogo segreto da Tirion – ma solo alcuni oggetti ad egli appartenuti, come i suoi guanti lacerati. Comunque, la leader dei Reietti capì che ciò che si diceva era vero: Arthas era davvero morto. Subito dopo però, Sylvanas notò anche un’altra cosa. Vide infatti una figura intrappolata nel ghiaccio seduta sul Trono. Arthas era si morto, ma il Re dei Lich continuava ad esistere. Questa scoperta sconvolse Sylvanas, gettandola in un profondo stato di shock. La Regina Banshee scoprì infatti che non solo era stata privata della sua vendetta personale, ma anche che, soprattutto, con il Re dei Lich sempre al suo posto, il suo tormento, il suo stato di non-morte non avrebbe mai avuto fine. Disperata da quel pensiero, Sylvanas raggiunse il bordo della piattaforma in cui si trovava, meditando di gettarsi di sotto. Per Sylvanas, solo la distruzione del proprio corpo avrebbe potuto a quel punto liberarla. Mentre contemplava la fine della sua (non) vita, nove Val’kyr la circondarono, fornendo alla Dama Oscura le visioni del suo passato. Tuttavia, Sylvanas le ignorò e si gettò dalla cima della Cittadella di Icrcrown, suicidandosi.
Lo spirito di Sylvanas Windrunner si ritrovò così a fluttuare in un luogo oscuro, dove le uniche cose esistenti erano terrore, freddo, disperazione, paura e rimpianto. Questo luogo era il più profondo dei “gironi infernali” delle Shadowlands, l’aldilà, precisamente il luogo dove erano destinate a finire le anime irrecuperabili che si erano macchiate di gravi crimini in vita, chiamato Fauce. E fu proprio qui che la Regina Banshee incontrò lo spirito di Arthas, nella forma di un bambino dai capelli biondi tormentato dall’oscurità. Con sua grande sorpresa, Sylvanas fu costretta ad ammettere a sé stessa che se avesse avuto ancora un’anima, avrebbe provato pietà per il proprio aguzzino, nonostante tutto ciò che egli le aveva fatto.
Quando comunque Sylvanas si rese conto che quel luogo l’avrebbe ospitata per l’eternità, ella fu assalita da puro terrore, rifiutando quel destino. E fu proprio in questo preciso momento che il destino di Sylvanas ed indirettamente quello di tutte le Shadowlands e di Azeroth ebbe una svolta. La Regina Banshee venne avvicinata da una misteriosa entità, il Carceriere, Signore e Guardiano della Fauce. I due strinsero un misterioso patto e l’enigmatico Carceriere concesse a Sylvanas di tornare in (non) vita. Alla Dama Oscura vennero anche “fornite” le nove Val’kyr che le erano apparse in Cima ad Icecrown, per proteggerla ed aiutarla nella sua nuova missione.
Una “nuova” Sylvanas Windrunner tornò così nel regno dei vivi, accompagnata dalle sue nuove alleate…
Illustrazione in evidenza ufficiale Blizzard