Determinato a non far finire il summit con un esito negativo, Malfurion invitò Re Varian per un incontro, portandolo nei territori di caccia dei Worgen. Qui, il Re di Stormwind rincontrò il suo collega di Gilneas e dopo breve tempo scoppiò una discussione su chi dei due fosse un cacciatore migliore. Malfurion propose così una gara tra i due sovrani per rispondere alla domanda.
Mentre inseguivano un cinghiale, tuttavia, Varian e Genn agitarono inavvertitamente un orso gigante. Con uno dei sudditi di Genn in pericolo, il Re di Gilneas e quello di Stormwind lavorarono insieme per uccidere il possente orso, con Varian che sferrò il colpo mortale al collo della bestia con il suo coltello da caccia. Genn ed il worgen salvato da Varian onorarono il giovane Re per le sue gesta, anche se Varian non stette a raccogliere quell’onorificenza, allontanandosi per riflettere.
Così, dopo una profonda riflessione, Varian cercò di nuovo Greymane mentre quest’ultimo stava per partire da Darnassus. Il Re di Stormwind chiese l’aiuto del più anziano sovrano per controllare meglio la sua rabbia, che già da parecchi anni lo stava tormentando arrivando persino a mettere a rischio il suo rapporto con il figlio Anduin. Ben lieto di aiutare, Genn condusse Varian alla Quercia Ululante, all’interno di Darnassus, dove gli mostrò il rituale degli Elfi della Notte che permetteva ai Worgen di controllare la loro furia.
Sebbene Genn avvertì Varian che non tutti erano sopravvissuti alle prove che il rituale comportava e che altri erano stati abbattuti poiché si erano persi nella loro natura malvagia, il giovane Re decise di sottoporsi ugualmente al rituale.
Dopo aver bevuto dalle acque dei Pozzi della Tranquillità, dell’Equilibrio e della Furia, Genn guidò Varian a ricordare i momenti più rilevanti della sua vita e le scelte che l’avevano condotto fino a quel momento. Terminato il rituale e dominata la sua rabbia, Varian percepì lo spirito di Goldrinn ululare in segno di approvazione ed aprì gli occhi, con Genn ed i worgen presenti che lo guardarono meravigliati mentre l’aura del leggendario Dio Selvaggio lo avvolgeva. Il Re di Gilneas si rese subito conto che, senza ombra di dubbio, Varian era davvero il campione di Goldrinn. Intanto, una grave notizia era arrivata a Darnassus: l’Orda aveva invaso Ashenvale. In quel momento, Varian non ebbe dubbi e disse a Genn di radunare i suoi worgen e prepararsi alla battaglia.
Nonostante infatti il Clan Warsong avesse compiuto notevoli progressi nel corso del regno come Warchief di Thrall, lo stesso Warsong e l’intera Orda erano ben lontani dalle ambizioni che Hellscream desiderava raggiungere. Garrosh aveva pianificato di creare una grande città nel cuore della foresta di Ashenvale, con il potenziale di competere con Orgrimmar per dimensioni e potenza. Con ricchi minerali pronti per essere conquistati, e tutti gli strumenti necessari per veder crescere il suo popolo, Garrosh si lanciò brutalmente contro i ranghi dei Kaldorei nella zona e lasciò una striscia di distruzione direttamente all’Avamposto Silverwing, che venne attaccato per primo. Inoltre, l’Orda aveva catturato un certo numero di proto-draghi e magnatauri a Northrend che era riuscito a tenere sotto controllo tenendo come ostaggio i loro cuccioli. Con i nuovi alleati Goblin di Acqualorda dalla sua parte, il nuovo Warchief pensò di avere la vittoria e la conquista di Ashenvale in pugno.
Il suo attacco all’Avamposto Silverwing si tradusse ben presto in una schiacciante vittoria dell’Orda. Fu a questo punto che Garrosh si crogiolò, pensando a come la foresta che aveva causato tanti problemi al suo leggendario padre, stesse ora cadendo pezzo dopo pezzo sotto di lui. Hellscream pensò così che nemmeno Thrall avrebbe potuto adesso negare la sua abilità e lo avrebbe incensato come il campione della razza degli Orchi e dell’intera Orda. Ma il piano di Garrosh non era ancora finito. Egli era venuto a conoscenza di un incontro tra i leader dell’Alleanza e si addentrò così ancora più a fondo in Ashenvale per attirare Tyrande Whisperwind, la Sacerdotessa di Elune e leader dei Kaldorei, allo scoperto ed ucciderla. Come il Warchief aveva previsto, Tyrande in persona fece il proprio ingresso in scena per aiutare le Sentinelle che nel frattempo erano corse in difesa della loro foresta sacra, e fu a questo punto che l’Orda scatenò il magnatauro di Northrend sulle file dell’Alleanza. Nel caos che ne derivò, Tyrande venne colpita e ferita dagli arcieri dell’Orda. Ormai certo della vittoria, Garrosh stesso si gettò nella mischia.
Ma accadde qualcosa che il Warchief non aveva previsto.
Le sorti della battaglia vennero completamente stravolte dall’arrivo dei rinforzi Worgen guidati dall’Alto Re dell’Alleanza Varian Wrynn e dal Re di Gilneas Genn Greymane, i quali riuscirono ad abbattere il magnatauro. Fu a questo punto che si consumò il duello tra Alto Re contro Warchief, con entrambi i leader delle due fazioni che si scontrarono l’uno contro l’altro, colpo dopo colpo, uccidendo tutti quelli che interferissero con il loro duello. Benché all’inizio le forze si equivalsero, Varian ottenne presto una posizione di vantaggio. Il Re Gladiatore combatté con grande concentrazione ed un vigore inflessibile e mentre Garrosh si stancava, la forza e la resistenza di Varian non calarono di un millimetro, Alla fine, il Re di Stormwind prese definitivamente il sopravvento ed Hellscream venne ferito e disarmato di Gorehowl, la leggendaria arma di Grom. Proprio in quel momento però, un magnatauro morente separò i due combattenti e Garrosh si salvò.
Tuttavia, incredibilmente, il Warchief non riconobbe la sconfitta e si preparò a correre di nuovo contro Varian, ma venne fermato da parecchi guardie d’elitè Kor’kron che esortarono Garrosh a ritirarsi, dicendogli che la battaglia era ormai persa ed il Warchief stesso stava rischiando di farsi uccidere. Garrosh accettò a malincuore e si ritirò, anche se non prima di aver giurato di uccidere Varian con le proprie mani.
Dopo la battaglia, tornato a Darnassus, Varian in persona ratificò l’entrata di Gilneas nell’Alleanza.
Illustrazione in evidenza ufficiale Blizzard