Kanrethad Ebonlocke: il prezzo della conoscenza

La battaglia contro Illidan Stormrage in cima al Tempio Nero, è sicuramente uno degli eventi più rilevanti di tutta la storia di Azeroth. Tuttavia, proprio in quello scontro, era presente un’altra figura che, nel suo piccolo, avrebbe scritto altre pagine di storia: l’umano Kanrethad Ebonlocke.

Kanrethad partecipò alla caduta di Illidan nelle vesti, apparentemente, di membro dell’Alleanza. Egli era un potente stregone, da sempre affascinato dai poteri oscuri e dallo studio di essi. Non c’è da sorprendersi dunque, se negli istanti immediatamente successivi alla battaglia cercò di approfondire i segreti della trasformazione di Illidan in demone, studi che lo avrebbero impegnato per diversi anni. Si arrivò così ai giorni della morte di Deathwing, quando Kanrethad riunì sotto la sua guida diversi potenti stregoni per formare il Concilio della Mietitura Oscura.

La prima “missione” che il Concilio si diede fu quella di indagare e studiare i lasciti di due altre figure prominenti della storia di Azeroth: Ragnaros e Cho’gall. La ricerca sarebbe durata un anno, passato quest’arco di tempo, il Concilio si sarebbe ritrovato. Ma lo stesso Kanrethad prese invece un’altra strada. Lo stregone era ancora ossessionato dai poteri di Illidan, e così partì alla volta delle Terre Esterne, insieme ad un altro stregone, il non morto Jubeka Shadowbreaker.

Nei resti del pianeta Draenor, i due compagni studiarono i vari demoni che infestavano quelle lande desolate, cercando di apprendere le fonti del loro potere, nonché il segreto di come Illidan fosse in grado di controllarli pur non essendo un servitore della Legione Infuocata. Il viaggio portò infine i due stregoni vicino alla Mano di Gul’dan, il grande vulcano di energia demoniaca al centro della Valle di Torvaluna, dove Kanrethad rivelò finalmente la sua reale intenzione: diventare lui stesso un’entità demoniaca, anche riconoscendo che ciò comportava un rischio incredibile.

Allo stesso tempo, capì che Jubeka temeva che avrebbe fatto ad Azeroth ciò che Gul’dan aveva fatto a Draenor, ma Kanrethad tranquillizzò la compagna: egli infatti rivelò di aver scelto proprio lei per accompagnarlo in quel viaggio perché se avesse fallito, avrebbe dovuto bandirlo per sempre.

Insieme tornarono così al Tempio Nero, sfuggendo alle guardie Linguamorta sotto Akama che avevano reclamato il luogo dopo la morte di Illidan. E fu proprio qui che lo stregone umano ebbe la risposta alla sua più grande domanda che lo aveva tormentato per anni. Entrando nel Santuario delle Anime Perdute, Kanrethad lo riconobbe come la fonte di energia che consentiva a Illidan di controllare i demoni senza che fossero corrotti dalle energie demoniache della Legione, e teorizzò che lo stesso Santuario fosse stato originariamente inteso come fonte di energia per sostituire il Pozzo Solare come fonte di magia quando Kael’thas Sunstrider e i suoi Elfi del Sangue si allearono con lui.

Dalla morte di Illidan, il Santuario crebbe in forza e potere, in attesa di essere imbrigliato. I due stregoni prepararono così un cristallo per assorbire le magie arcane al suo interno…

Nel frattempo, un avventuriero studioso della magia degli stregoni presto si mise sulle tracce dei due compagni, trovando uno strano libro noto come “Il Codice di Xerrath” da una creatura sull’Isola del Tuono, a Pandaria. Dopo aver parlato con un esperto della magia demoniaca, l’avventuriero apprese del Concilio e della sua “missione” iniziata dopo la morte di Deathwing, e iniziò così a mettersi alla ricerca del duo.

Egli arrivò così proprio al Tempio Nero, dove trovò e prese il cristallo ora potenziato. Portandolo sulla vetta del Tempio, l’avventuriero assistette all’apertura di un enorme portale, dal quale uscì Kanrethad in una mostruosa forma demoniaca, completamente corrotta dall’assorbimento di troppa energia demoniaca. Completamente folle, Kanrethad affermò che la Mietitura Oscura avrebbe schiavizzato orde di demoni e distrutto chiunque si fosse opposto a loro, nelle Terre Esterne o su Azeroth. Ne seguì quindi uno scontro in cui l’avventuriero usò tutti i poteri a sua disposizione, prendendo il controllo del Signore delle Fosse al servizio di Kanrethad e usando i suoi poteri per aumentare i propri. Sebbene i poteri dell’umano fossero formidabili, l’avveturiero resistette abbastanza a lungo da consentire a Jubeka di arrivare sul posto ed esaudire quella che era stata la richiesta di Kanrethad: bandirlo.

Kanrethad tenuto imprigionato presso la Mano di Gul’dan.

Con il suo amico sconfitto, Jubeka portò Kanrethad all’Altare della Dannazione, all’ombra della Mano di Gul’dan, dove intendeva tenerlo sotto controllo per sempre. Ma il suo destino, non sarebbe stato quello.

Tempo dopo, un gruppo di stregoni affiliati alla Legione Infuocata conosciuto come il Culto della Fiamma Verde, venne attirato dal potere di Kanrethad cercò di raggiungerlo ad ogni costo per attingerne. Intanto, dall’altro lato del portale aperto del Culto, ad Azsuna, dove stavano tentando di annullare l’esilio di Kanrethad, quest’ultimo riuscì a mettersi in contatto con Jubeka, la quale arrivò dopo aver sentito la sua presenza, dicendole di non lasciare che la Legione lo catturasse perché non avrebbe potuto sopportare un simile destino.

Fu allora che Jubeka si rese conto che in quel demone c’era ancora qualcosa del suo amico Kanrethad. Così, usando i cristalli rubati al culto, la non morta ed il resto della Mietitura Oscura riuscirono ad estrarre l’energia demoniaca da Kanrethad alla Riva Dispersa, trasformandolo di nuovo in un umano.

Jubeka raccolse i cristalli usati per assorbire le energie vili dal suo amico umano, poiché se qualcuno di essi si fosse rotto, l’energia demoniaca sarebbe ritornata direttamente in lui.

Ancora in convalescenza, Kanrethad venne portato nella nuova base del Concilio, a Dreadscar Riftm, dove ne nominò il nuovo leader, ovvero lo stesso stregone che lo aveva combattuto al Tempio Nero. Assicurando a quest’ultimo di non avere più alcuna ambizione, Kanrethad chiese di servire l’avventuriero e il Concilio, conscio ormai che la conoscenza non andava cercata nell’accumulo di potere, ma nella condivisione della stessa.

IN ALTO: Lo stregone Kanrethad Ebonlocke. Illustrazione di Rafael Zanchetin.