Ragazzi e ragazze, rieccoci anche oggi con un nuovo approfondimento su Folk & Fairy Tales of Azeroth, il nuovo libro di Warcraft uscito da pochissimi giorni. Ieri abbiamo visto come la storia di Veeresa Windrunner potrebbe contenere pesanti indizi sul prossimo sviluppo della storia di Sylvanas, mentre oggi ci concentreremo ed analizzeremo un altro racconto, quello che ha come protagonista il leggendario paladino Uther the Lightbringer. Anche questa storia potrebbe essere fonte di nuove informazioni e rivelazioni quindi… seguiranno SPOILER!
Partiamo ovviamente dall’elemento principale di questo nostro approfondimento, ovvero la storia. Qual è il racconto narrato? La nostra storia ha come titolo “The Paladin’s Beast” ed ha un’impronta molto simile ai classici racconti cavallereschi medievali. Ma andiamo a vedere come avviene lo svolgersi degli eventi. Prima di iniziare però, un piccolo consiglio. State molto attenti ai nomi di questa storia…
La storia di “The Paladin’s Beast” ha inizio diversi anni fa, subito dopo la creazione dell’ordine dei Paladini. Un giorno il leader e fondatore dell’ordine, Alonsus Faol, dà ai primi paladini l’incarico di iniziare un viaggio e per poi tornare con un qualcosa che dimostrasse la loro determinazione. Ogni Paladino prende così una strada diversa, e così fu anche per il protagonista della storia, Uther. Durante il viaggio, il giovane Uther viene colto da una tempesta e finisce in un lago quando un fulmine fa impennare il suo cavallo. Tuttavia, quando il paladino emerge dalle acque, egli si ritrova in una terra completamente nuova e sconosciuta, con una bellissima fanciulla che faceva il bagno nelle vicinanze circondata dai suoi assistenti. Uther viene quindi accolto dalla fanciulla, la quale afferma di essere Lady Miatharas ed invita Uther a palazzo. Stranamente, Lady Miatharas sembra rattristata dall’arrivo del futuro Lightbringer.
Uther chiede il motivo di tale inspiegabile tristezza e la giovane fanciulla gli spiega che, essendo lui un cavaliere, si aspetta che vorrà combattere in quello che è il torneo del regno, facendo sottintendere che Uther morirà. Lady Miatharas spiega che ella odia questo torneo, perché ogni anno i cavalieri vi combattono e muoiono, ma nonostante questo, esso continua incessantemente ad andare avanti. Da parte sua, Uther crede che vincere questo torneo sia il modo perfetto per dimostrare di essere degno di essere un Paladino, ma cerca di confortare Miatharas promettendo di non uccidere i cavalieri che sconfiggerà. Ma la lady spiega che i cavalieri non competono tra loro. Essi infatti affrontano una bestia, che vince sempre ogni scontro. Tuttavia, nonostante gli avvertimenti della misteriosa fanciulla, Uther è ancora determinato a partecipare al torneo e a vincerlo.
Ma prima di iniziare il combattimento, il paladino partecipa al banchetto organizzato dal padre della fanciulla, Re Gilvin Artenes, dove incontra gli altri cavalieri che sono venuti per combattere la bestia. Ma la persona che cattura l’attenzione di Uther non è un cavaliere, bensì un bardo. Colui che sembra essere l’unico in grado di confortare Lady Miatharas. Egli canta quindi una canzone, dove si scopre che il precedente sovrano – Aslin Artenes – che fu ucciso a tradimento. Durante tutto questo tempo intanto, Miatharas continua a pregare Uther di non combattere, dicendogli che alzare la spada verso la bestia lo condannerà a morte. Ma il paladino è determinato, ed entra nell’arena dove osserva tutti gli altri cavalieri morire per mano della creatura che si rivela essere un qualcosa per noi familiare: un grande drago dei ghiacci.
Uther si ferma ad osservare il drago, e si rende conto che quest’ultimo è incatenato e ferito, mentre i suoi occhi mostrano dolore e paura. Il giovane paladino ricorda l’avvertimento di Miatharas sull’alzare l’arma contro la bestia e prende così la decisione di affrontare il combattimento in un modo diverso. Uther non alza le armi e mostra invece empatia verso la bestia. Per tutta il risposta, il drago si arrende ed il cavaliere ottiene la vittoria grazie alla sua compassione.
Arriviamo così alla fine della storia, dove ad Uther viene detto che il suo premio gli sarà dato da Lady Miatharas in persona, la quale sembra, nonostante tutto, ancora rattristata. Mentre si avvicina alla fanciulla, il futuro Lightbringer nota dei lividi sui polsi della ragazza e sangue incrostato sotto le unghie, realizzando finalmente quella che era la verità. Il drago dei ghiacci era la stessa Lady Miatharas. Successivamente quest’ultima prega il paladino di non reclamare il suo premio, un gioiello che lei dice essere l’unica cosa che ama in questo mondo, un dono del suo “promesso”, indicando il bardo.
Cavallerescamente, Uther accetta di permetterle di tenere il gioiello, ma chiede alla ragazza perché è stata costretta a combattere nel torneo. Miatharas spiega quindi che ella ha disobbedito a suo padre ed ha spezzato la sua dinastia, e che questa fosse la sua punizione. Uther cerca quindi di convincerla a tornare a Lordaeron con lui, ma la fanciulla rifiuta, spiegando che lei e il bardo, il suo “promesso”, sono legati a quel luogo. Qui avviene una cosa che abbiamo già visto nella storia di Vereesa, ovvero che come è successo alla Windrunner, anche il paladino dimentica quanto accaduto una volta andato via. Ma c’è una differenza. Perché Lady Miatharas rivela ad Uther che un giorno ricorderà quanto accaduto, e lo fa con estrema precisione.
“Tra molti anni, su un campo distrutto che arde come il fuoco, penserai a me, e spero che il ricordo ti porti conforto.” Il suo sorriso esitante svanì e si strinse il ciondolo intorno al collo. “Anche se temo che non lo farà.”
Lady Miatharas ad Uther.
Uther torna così al mondo reale attraverso il lago, raggiungendo Alonsus Faol a Lordaeron, dove ammette di non avere nulla da mostrare che racconti qualcosa dei suoi viaggi, niente che testimoni le sue gesta. Faol, però, fa notare una crepa sulla corazza di Uther, una crepa fredda al tatto, come se fosse stata colpita dal ghiaccio. Con il passare degli anni, Uther a volte sognò questo regno invernale che aveva visitato, ma non se ne ricordò più finché non si trovò un giorno su un campo insanguinato, ardente come il fuoco, dove rivide la bestia. Fu allora che Uther the Lightbringer ricordò di nuovo Lady Miatharas… e la sua armatura si crepò di nuovo.
Questa è quindi la storia di “The Paladin’s Beast”. Cerchiamo ora di analizzarla. Ricorderete che all’inizio dell’articolo vi ho detto di prestare attenzione ai nomi di questa storia. Ebbene, ragazzi, come molti di voi avranno ormai intuito, l’intero racconto che abbiamo appena letto è una enorme metafora. Partiamo dal primo elemento che sono, appunto, i nomi. Ogni nome (o quasi) presente in questa storia è infatti un anagramma. Ed il più importante è proprio quello della misteriosa fanciulla, Lady Miatharas, che altri non rappresenta che Arthas. Infatti
MIATHARAS = I AM ARTHAS
In quest’ottica, possiamo presumere che il drago dei ghiacci, la bestia in cui la fanciulla si trasforma, rappresenti il potere del Re dei Lich. La crepa fredda al tatto è invece un chiaro rimando alla ferita mortale inferta da Frostmourne che ha ucciso Uther e persino i due Re citati sono personaggi a noi ben noti… anzi, un solo personaggio: Terenas Menethil II il padre di Arthas. Il primo, Gilvin Artenes rappresenta il Terenas vivo, mentre l’altro sovrano, quello assassinato a tradimento, il Terenas morto.
GILVIN ARTENES = LIVING TERENAS
ASLIN ARTENES = SLAIN TERENAS
Togliendo ovviamente Uther ci resta quindi un solo personaggio da associare. Chi è il bardo? Il suo nome non viene detto nel racconto, ma egli viene descritto. E da questa descrizione, e soprattutto dal fatto che sia stato lui dare a Miatharas il potere che la trasforma nella bestia e ad essere in qualche modo legato al destino della fanciulla, è presumibile che non rappresenti altri che lo stesso Re dei Lich.
[…] il bardo aveva occhi guizzanti ed una massa di capelli che a volte sembravano blu ed a volte neri. Il suo viso era scarno, non brutto ma severo, la carne gli aderiva teneramente alle ossa. Vestito con calze e gilet, fissò intensamente Uther, […]
Descrizione del personaggio del bardo, da Folk & Fairy Tales of Azeroth.
Infine, poniamoci la stessa domanda che ci siamo posti per la storia di Vereesa: quanto può essere attendibile questo racconto? Rispetto a quello della più giovane delle Windrunner, “The Paladin’s Beast” presenta sicuramente delle differenze sostanziali. Innanzitutto questo è a tutti gli effetti un racconto popolare, un storia che veniva narrata ai cittadini di Lordaeron, e non una esperienza diretta come veniva presentato il sogno di Vereesa. Ragionando in questo senso non sarebbe considerare questa storia come una sorta di profezia per Uther, che si è poi effettivamente realizzata (magari lo stesso Arthas avrà sentito questa da bambino, chi lo sa?)
Un altro quesito che potremmo chiederci è: questa storia, ha un collegamento con la storia di Shadowlands? A differenza della storia di Vereesa, in questo caso è molto difficile rispondere a questa domanda. Noi sappiamo che Arthas si trova nelle Shadowlands, ma la Blizzard fino ad oggi si è sempre rifiutata di approfondire il discorso o a rispondere a domande su questo iconico personaggio. Premesso questo possiamo quindi solamente azzardare delle ipotesi. La storia di Lady Miatharas potrebbe rappresentare a cui è andato incontro Arthas quando Uther lo buttato nella Fauce nel corto Aldilà: Bastione, in quello che è una sorta di loop infinito da cui l’ex Re dei Lich non riesce ad uscire anche a causa, come abbiamo visto in “The Paladin’s Beast” dell’incapacità di rinunciare al “gioiello del bardo”, ovvero il potere. Se Arthas si trova quindi in questo stato, è possibile che sia necessario un intervento esterno per tirarlo fuori da questo loop infinito? Magari dello stesso Uther? O di Jaina? O forse addirittura di Anduin?
Quello che sarà il destino di quello che è forse (insieme ad Illidan) il più famoso personaggio di Warcraft pare essere ancora completamente avvolto nel mistero. Ma “The Paladin’s Beast” ci forse fornito un primo indizio, in attesa di rincontrare l’unico vero Re…
N.B. Questo articolo è una traduzione e rielaborazione di un articolo di Wowhead.com
Illustrazione in evidenza di Vlad-Hard
Davvero fantastico, grazie per queste perle!