Val’kyr, le Guerriere del Mito

Le protagoniste del mondo e della Storia di Azeroth sono da sempre le guerre. Innumerevoli battaglie si sono susseguite nel corso del tempo, la maggior parte, come sappiamo, tra Orda ed Alleanza, ma non solo. Guerrieri, paladini, maghi, druidi… Tanti hanno combattuto e sono caduti in queste battaglie, ma per questi eroi o semplici avventurieri, le loro gesta in questi scontri sono stati in un certo senso, un banco di prova. Perché a guardarli mentre si battevano con tutte le loro forze o mettendo in opera tutte le loro arti, c’era un particolare ordine. Uno di quelli che avrebbero scelto i migliori guerrieri di ogni mondo per far continuare la loro epica storia in un altro luogo, lontano da Azeroth e dai vivi. Stiamo parlando delle Val’kyr.

Il corpo delle Val’kyr è formato, come sappiamo, esclusivamente da donne, precisamente da delle Vrykul, la razza progenitrice degli Umani, ascese ad un qualcosa di superiore. Ma quali sono le origini di queste guerriere leggendarie?

Le prime Val’kyr furono create nell’antichità da una figura altrettanto leggendaria, Odyn, il leader dei Custodi che guidò gli eserciti dei Titani contro i Dei Antichi durante l’Impero Nero. Ebbene, proprio Odyn non si trovò d’accordo quando gli altri Custodi decisero di rendere i Draghi i protettori di Azeroth, innalzando cinque di loro al ruolo di Aspetti. Odyn decise così formare un proprio esercito d’élite per proteggere Azeroth, offrendo ai guerrieri Vrykul morti in gloriosi combattimenti, l’opportunità di entrare a far parte di questo nuovo ordine a cui diede il nome di Valarjar (“guerrieri della tempesta”), nelle Sale del Valore, un luogo mitico che si trovava al di sopra delle nuvole.

Il leader dei Custodi Odyn, il creatore delle Val’kyr. Illustrazione di Qichao Wang.

Tuttavia, questo progetto non fu affatto semplice da attuare. Il leader dei Custodi dovette infatti prima trovare un modo per portare gli spiriti di questi vrykul defunti dalle Shadowlands alle Sale del Valore. Per cercare di risolvere questo problema, con l’aiuto della figlia adottiva, la maga Helya, Odyn contattò il potente loa Mueh’zala e sacrificò uno dei suoi occhi a lui in cambio della capacità di poter guardare nelle Shadowlands. Lì, vide i Kyrian di Bastion, esseri alati responsabili del trasporto delle anime dei morti nell’aldilà, e decise di creare i propri il nuovo corpo militare che aveva in mente basandosi su di essi.

Queste guerriere, a cui Odyn diede il nome di “Val’kyr” avrebbero viaggiato tra le Shadowlands e il mondo fisico per guidare le anime alle Sale del Valore, ma sarebbero state anche inevitabilmente condannate ad un’esistenza simile a quella di un fantasma per l’eternità. Inoltre, sorse poi un ulteriore problema, poiché nessuna vrykul si offrì volontaria per questo compito. Infastidito, Odyn decise di creare i suoi servitori con la forza, un piano a cui Helya si oppose però con veemenza. Vedendo la disobbedienza della figlia come una minaccia ai suoi piani, il leader dei Custodi distrusse la sua forma fisica, trasformò il suo spirito nella prima val’kyr e le ordinò di iniziare a trasformare anche altri Vrykul in altre val’kyr, anche contro la loro volontà.

Helya fu costretta a obbedire ai comandi di Odyn, ma da quel momento nutrì un risentimento contro il padre per millenni, un sentimento che l’avrebbe portata tempo dopo a ribellarsi con l’aiuto di uno dei figli di Odyn: Loken.

Helya, la prima delle Val’kyr. Illustrazione di Dotswap.

Al giorno d’oggi, le guerriere del Valarjar sono delle ascese che dimostrano il loro valore a Eyir, leader dell’ordine, per diventare Val’kyr e condurre i guerrieri degni dei Vrykul che muoiono con gloria in battaglia nelle Sale del Valore, dove essi festeggeranno e combatteranno per l’eternità come parte del Valarjar di Odyn. E tra queste Val’kyr esiste anche un gruppo particolare, le cosiddette “Sunborne”, ovvero coloro le quali sono onorate di stare alla presenza del leader dei Custodi stesso.

Una delle “sunborne”. Illustrazione di suomar.

Tuttavia, come ben sappiamo, quelle di Odyn non sono le uniche Val’kyr di Azeroth. In un preciso momento della storia infatti, i Vrykul vennero corrotti dal Re dei Lich, e tra questi ce n’era uno in particolare, un bardo di nome Helgus, che viveva nella città di Niffleavar, il quale scrisse durante la sua vita tre saghe epiche, ed una di queste era proprio la Saga delle Val’kyr. La storia non ci dà la certezza se Helgus nella sua opera, si riferisse alle originali Val’kyr del mito o direttamente a quelle del Re dei Lich, fatto sta che la sua opera può essere un indizio su quella che fu, forse, l’origine delle Val’kyr del Flagello.

Poiché proprio dai Vrykul al suo servizio, il Re dei Lich apprese dell’esistenza delle Val’kyr e della loro capacità non solo di “radunare” gli spiriti dei defunti ma persino quella di addentrarsi nelle Shadowlands, il regno dei morti. Affascinato da quelle figure e desideroso di averne per sé, il Re dei Lich cercò allora di creare le proprie Val’kyr, ma il compito si rivelò arduo persino per un essere potente come lui. Ma alla fine, dopo diversi passi falsi, riuscì nel suo intento e nacquero le Val’kyr Flagello. Fu un enorme passo avanti per il Signore del Non-Morti, poiché le Val’kyr accrebbero notevolmente la sua capacità di controllare i poteri oscuri della non morte, e soprattutto, erano in grado di rianimare i defunti.

Quelle del Re dei Lich erano delle Val’kyr decisamente diverse da quelle di Odyn. Esse erano descritte come fanciulle guerriere dell’antichità e ognuna era la più grande guerriera della sua generazione. Formavano una vera e propria sorellanza che aveva servito i guerrieri del nord in vita e ed avevano scelto di continuare il loro servizio anche nella morte. Si sa che diverse Val’kyr del Flagello vennero create dalle donne vrykul del villaggio Valkyrion, anche se il numero preciso è sconosciuto. Su queste Val’kyr circolano inoltre numerose storie, come ad esempio una che vorrebbe che una Val’kyr del Flagello non si possa considerare tale finché non elimina una creatura di alta nobiltà.

Oltre a questo, ovviamente, la Val’kyr del Re dei Lich avevano anche il compito di “vegliare” sui Cavalieri della Morte di Acherus durante il loro addestramento, assicurandosi che i guerrieri appena rianimati non cadessero in battaglia prima del loro tempo. Si può dire che queste Val’kyr si comportassero in modo molto simile agli Spiriti Guaritori. Se essi infatti fossero caduti in battaglia, le “guerriere alate” li avrebbero riportati alla loro non-vita.

Una Val’kyr del Flagello sul campo di battaglia. Illustrazione di Kresto-The-Artist.

Come abbiamo detto in precedenza, le Val’kyr del Flagello sono in grado di rianimare i cadaveri, e questa abilità venne molto utile ad una parte dei non morti che si erano ribellati al Re dei Lich, i Forsaken, ed a quella che fu la loro leader, Sylvanas Windrunner. Sebbene infatti, le Val’kyr, dopo la morte di Arthas fossero ormai prive del potere che in precedenza consentiva loro di rianimare i defunti più potenti sotto forma di cavalieri della morte, esse potevano comunque ancora rianimare, e fu proprio così che molti Forsaken furono “creati”. Un’abilità che invece possono ancora utilizzare è quella di “rimodellare” il corpo di un non morto in uno più forte, sebbene questa pratica richieda uno sforzo inaudito e le stesse Val’kyr siano riluttanti a compierlo. Per questo motivo, Sylvanas non può far sottoporre tutti i Forsaken a questo rituale e l’unica persona al momento conosciuta ad averlo subito è stato Nathanos Blightcaller.

Una menzione speciale infine meritano le cosiddette Nove, le Val’kyr che salvarono Sylvanas riportandolo in (non) vita dopo il suo suicidio ad Icecrown. Affiliate alla figura di Zovaal il Carceriere, queste Val’kyr accompagnarono Sylvanas per diverso tempo, riportandola anche in diverse altre occasioni nel mondo dei vivi, fino ad incontrare la loro fine nelle Shadowlands, nel Sanctum del Dominio.

Sylvanas e le Val’kyr. Illustrazione di Dmitry Prozorov.

IN ALTO: Le Val’kyr di Azeroth. Illustrazione ufficiale Blizzard.