Quello degli Shado-pan è uno degli ordini guerrieri più antichi di tutta Azeroth. Conosciuti anche con il nome di “Spade nelle Tenebre” Essi costituiscono un ordine segreto e d’élite di combattenti Pandaren altamente disciplinati, con una cultura ninja dedicata a proteggere il loro impero da qualsiasi minaccia. Prima di entrare nel dettaglio per quel che concerne la struttura degli Shado-pan, vediamo come nacque l’ordine.
L’ordine degli Shao-Pan, originariamente composto da cento guerrieri, fu fondato dall’imperatore Shaohao circa diecimila anni fa, poco prima quella catastrofe passata alla storia come Grande Separazione, si abbattesse su Azeroth. Ai tempi, Shaohao sapeva che l’energia oscura dello Sha, l’incarnazione fisica delle emozioni negative, rappresentava una grande minaccia per i Pandaren se lasciata incontrollata. Così, egli incaricò i più grandi guerrieri di Pandaria con il compito, ritenuto sacro, di frenare e controllare lo Sha, e di sconfiggerlo ovunque offuscasse il cuore del popolo Pandaren. E fu così che poche ore dopo che l’Imperatore Shaohao ebbe sconfitto i propri sha di rabbia, odio e violenza, il primo degli Shandaren si mise in ginocchio e pronunciò un giuramento all’Ultimo Imperatore. Quelle stesse parole vengono ancora oggi pronunciate al leader degli Shado-pan da ogni iniziato che ha superato la Prova dei Fiori Rossi.
Taran Zhu è attualmente il leader dell’Ordine, come suo padre lo fu prima di lui. Per il resto, gli Shado-pan sono divisi in tre “discipline”, ciascuna guidata da un Maestro, il quale risponde direttamente a Taran. Ovviamente esiste anche una sorta di distinzione tra i novizi e coloro che fanno già parte dell’Ordine. I primi infatti sono riconoscibili in quanto indossano sciarpe bianche, mentre quelle delle forze principali sono di colore rosso.
Ma esiste anche un rito che “celebra” l’entrata negli Shado-pan. Quando un Pandaren diventa una Spada nelle Tenebre, il monaco in questione viaggia con uno dei maestri artigiani dell’ordine nelle profondità della terra, nel cuore delle Montagne Kun-Lai, e lì segna un piccolo pezzo della montagna. L’artigiano poi scolpisce questo pezzo a somiglianza del monaco, creando una piccola statuetta. Quando il monaco muore, questa viene raccolta e conservata nel Monastero Shado-Pan che si trova proprio nelle Montagne Kun-Lai. In questo modo, tutti i nuovi accoliti, possono ricordare coloro che sono venuti prima di loro.
Ma quali sono le tre discipline che costituiscono gli Shado-pan? Il primo di questi è l’Omnia, guidata dalla Maestra Yalia Soffio Saggio. Coloro che scelgono l’Ominia, sono incaricati di mantenere la saggezza, la conoscenza e le tradizioni sacre dell’ordine. Proprio per questo non è difficile trovare tra i suoi ranghi sacerdoti e maghi.
La seconda disciplina è quella del Blackguard, guidata dal Maestro Wan Neve Lesta. A rispondere a lui sono i guerrieri degli Shado-pan ed ogni membro nell’Ordine viene testato da Wan.
Infine, la terza disciplina è quella degli Wu Kao, guidata dal Maestro Nurong. Coloro che scelgono questa disciplina sono gli esploratori, i cacciatori, le spie e gli assassini dell’ordine. Essi portano la morte dall’ombra e insegnano ai mostri a temere la notte.
Detto questo, chiariamo subito che non tutti possono entrare negli Shado-pan. Esistono infatti riti e regole che scandiscono i tempi dell’ordine. Uno di questi riti avviene ogni sette stagioni, quando sugli alberi sacri del Monastero sbocciano fiori di un rosso fuoco: questo viene considerato il segno per far sì che inizino le prove per coloro che desiderano unirsi all’ordine. E queste prove sono molte dure, piene di dolore e rigore che uccidono la maggior parte di coloro che vi si sottomettono. Inizialmente vengono scelti dodici candidati, ma solo un massimo di sei può superare tutte le prove. Tutto però inizia almeno tre mesi prima, quando ogni candidato viene selezionato dagli agenti Shado-pan di tutta Pandaria ed indicato come un candidato degno. Questi aspiranti spesso sono adolescenti, ma alcuni possono essere addirittura ragazzini di appena 11 anni, ed a loro viene dato un anello. Abilmente scolpiti da una zanna di tigre bianca con il simbolo della tigre ringhiante dell’ordine intarsiato in argento nella parte superiore, questi anelli garantiscono un ingresso sicuro attraverso i cancelli anteriori del Monastero. I candidati devono entrare rigorosamente da soli e gli viene detto di non portare armi o armature, poiché non da esse non riceverebbero alcun aiuto.
Una volta arrivati sul Ponte dell’Iniziazione, il Maestro degli Omnia spiega che la loro ammissione dipende dal superamento di tre prove: la Prova della Risolutezza (che egli stesso presiederà), la Prova della Forza del Maestro dei Blackguard e la Prova dello Spirito del Maestro dei Wu Kao. Sebbene ciascuna di queste tre sia una prova tradizionale, ogni Maestro ha il diritto di rinunciare alla tradizione per condurre la sua prova come meglio crede. Prima di iniziare, il Maestro degli Omnia ricorda che ognuna delle tre prove può essere mortale per chi non le supera, e dà ai candidati un’ultima possibilità di cambiare idea. In quest’ultimo caso non c’è disonore nell’andare, ma se qualcuno lascia il monastero, non sarà mai più permesso loro di tornare.
Così, una volta che quelli che si sono ritirati vengono scortati via, il Maestro degli Omnia inizierà ufficialmente la Prova dei Fiori Rossi.
Nella prima di queste tre prove, quella della Risolutezza, i candidati devono raggiungere un piccolo braciere di ferro a forma di tigre su un ripiano roccioso dall’altra parte del lago sottostante il Ponte dell’Iniziazione, e recuperare una moneta sepolta sotto i carboni ardenti per poi tornare dal Maestro degli Omnia. Vengono dati vaghi consigli su come “nuotare velocemente” appena prima che il ponte sparisca e i candidati cadano in acqua. Ed è qui che scopriamo la motivazione del consiglio sul non portare armi o armature.
Coloro che non hanno ascoltato quel consiglio infatti, o non riescono a togliersi la loro attrezzatura pesante in tempo, annegano, per non parlare di quelli che non sanno nuotare affatto. Ovviamente inoltre, per questa prova non esiste nessuna stagione preferita. Alla fine della prova, la moneta incandescente lascia i palmi dei candidati pieni di vesciche.
Superata la Prova della Risolutezza, si passa quella della Forza. I candidati rimasti vengono condotti in un dojo di addestramento dal Maestro degli Omnia, che li lascia quindi al Maestro dei Blackguard. Al centro dell’arena siedono tre massicce campane di bronzo; antichi manufatti sacri contrassegnati da parole di potere, realizzate con magia e metallurgia per resistere alle intemperie del tempo, e ciascuno accordato per suonare una nota perfetta. Come parte della loro magia, esse però non suoneranno correttamente a meno che non vengano sollevate e colpite con forza. Tuttavia, ogni campana nasconde un diverso tipo di morte: la “morte che ruba”, la “morte che nasconde” e la “morte che salva”. Il Maestro scoprirà la “morte che ruba”, quindi lascerà il dojo chiudendo le porte dietro di sè, attendendo di udire il suono delle tre campane prima di ritornare.
La “morte che ruba” è rappresentata dal veleno, come quello delle zanne di un pitone: esso si insinua nel corpo e porta via l’anima del candidato, come un ladro. La “morte che si nasconde” può essere rappresentata invece da un cacciatore furtivo, come una tigre. Ed infine, la “morte che salva” sono le armi, in modo che gli iniziati possano uccidere le bestie. La Prova della Forza non consiste quindi solo nel sopravvivere, ma anche nell’usare la testa per scoprire gli indizi e quale delle tre campane nasconde le armi, evitando in questo modo di dover combattere i due animali contemporaneamente, ma non solo. Essa costringe anche i candidati a lavorare di squadra, con la morte come alternativa.
Si arriva così all’ultima prova, quella dello Spirito. In questa prova, condotta dal Maestro dei Wu Kao. I candidati vengono messi di fronte ai pericoli rappresentati dallo Sha. Ad esempio, viene mostrato come da quel momento in poi si poteva provare paura come mai si era provata prima. Viene fatto presente come ogni scontro nel futuro quindi possa essere sempre più difficile e terrificante. E nonostante i candidati saranno addestrati su come distruggere lo Sha e verrà loro insegnato come armarsi contro la loro paura, si faceva comunque presente che essa non sarebbe mai sparita del tutto. La prova dello Spirito consiste quindi nel chiedere a coloro che sono arrivati fin lì se fosse ancora loro desiderio unirsi agli Shado-pan, scegliendo così deliberatamente di affrontare lo Sha per il resto della loro vita.
Alla fine di questa terza ed ultima prova, palmi pieni di vesciche spuntate dalla moneta incandescente, guariscono e si cicatrizzano prendendo la forma del volto della tigre coniata sulla moneta, un segno permanente della determinazione del candidato che ha superato la Prova dei Fiori Rossi.
Quest’ultimo viene quindi condotto dinanzi al leader delle Spade nelle Tenebre, dove recita il sacro giuramento, diventando così uno dei protettori di Pandaria per il resto della vita.
IN ALTO: Un membro degli Shado-pan, le Spade nelle Tenebre. Illustrazione di Yuan.