Ci fa sempre molto piacere che i media mainstream si occupino di Azeroth e delle sue storie, ma in quanto divulgatori ci teniamo a precisare un paio di cose scritte in un articolo uscito oggi su TGcom24 in collaborazione, a quanto sembra, con IGN Italia.
La prima è un mero errore di traduzione: già per noi ‘Gelidanima’ in luogo di Frostmourne è difficile da digerire, ‘Mortegelida’ potrebbe essere decisamente troppo..!
La seconda è questo passaggio: “Solo grazie all’azione congiunta di alcuni dei più grandi eroi dell’Alleanza si spezzò, tempo dopo, il legame che teneva imprigionato il principe, alla mercé degli artefatti maledetti: questa azione costo ad Arthas la vita, ma gli restituì finalmente la pace”. Spettacolare collezione di imprecisioni. In primis, è stato grazie alle forze congiunte di Orda e Alleanza guidate dal Verdetto Cinereo di Tirion Fordring e Darion Mograine che Arthas è caduto. In secondo luogo… Dare per scontato che Arthas fosse imprigionato, “alla mercé degli artefatti maledetti” e che la morte “gli restituì finalmente la pace” è quantomeno pretestuoso. Non c’è ancora una sola fonte ufficiale che smentisca completamente la volontà criminale, egoista e malvagia di Arthas in ogni sua scelta da Stratholme in avanti. In più, ormai sappiamo bene che grazie all’utilizzo strumentale di Uther da parte di Devos l’aldilà per Arthas è stato tutto fuorché un sollievo.
Insomma, l’articolo – che trovate nel primo commento – regala anche alcune chicche interessanti (come la citazione del romanzo Of Blood and Honor) ma pecca su altre cose forse più importanti. Siete d’accordo?
Illustrazione in evidenza ufficiale Blizzard