Capitolo 5: La Marea Verde
L’anno 3 fu proprio il periodo centrale della guerra, costituendo i mesi in cui si decisero le sorti del conflitto.
Dopo il primo, fallito tentativo, di assaltare Stormwind, l’Orda degli Orchi sapeva ormai cosa aspettarsi dalle truppe umane. Quest’ultime erano ben addestrate ed equipaggiate, e soprattutto guidate da un leader carismatico e capace come era Ser Anduin Lothar.
Ma anche l’Orda aveva un elemento altrettanto coraggioso e destinato a fare la storia come il Leone di Azeroth, e non era il Warchief. Blackhand assegnò al suo secondo il comando, Orgrim Doomhammer, la supervisione della costruzione di un avamposto nella Palude del Dolore, poco lontano dal Portale Oscuro. In questo caso, lo scopo era semplice: gli orchi avevano bisogno di una vera e propria base, in modo che potessero mantenere le loro truppe ben nutrite e pronte a combattere, ed ovviamente un presidio militare nelle vicinanze per proteggere questo avamposto strategico, a cui venne dato il nome di Kyross.
Doomhammer era un guerriero nato, un orco la cui leadership era stata forgiata in combattimento. Tratti che contraddistingueva questo guerriero erano sicuramente la lealtà e l’onore, un orco sempre pronto a vendicarsi su coloro che attaccavano lui od i suoi alleati. Inoltre era fisicamente possente, tratto distintivo degli orchi del suo clan, i Blackrock, il che incuteva negli altri ancora più timore e rispetto. Il suo martello da guerra, che portava il suo nome, era una vera e propria leggenda tra la sua gente.
Dalla Palude del Dolore, Orgrim guidò quindi le sue truppe schiacciando ogni opposizione che esse incontravano. La prima vera opposizione agli orchi avvenne presso la città di Grand Hamlet (l’odierna Borgoscuro). Seguendo gli ordini di Blackhand, Orgrim costruì un semplice avamposto nelle vicinanze e preparò le sue truppe per la battaglia. Il risultato di quest’ultima fu schiacciante. Le truppe di Orgrim rasero al suolo Grand Hamlet e non lasciarono sopravvissuti.
Una notte un messaggero del Warchief riferì che Griselda, figlia stessa di Blackhand, era scappata con un fuorilegge di nome Turok e la sua banda di ogre. Orgrim fu incaricato di andare a cercare i fuggiaschi e si scoprì che quest’ultimi si nascondevano nelle segrete sotto le Miniere della Morte, nelle Westfall. Per ordine del suo Capoguerra, Orgrim guidò un piccolo gruppo di guerrieri nelle segrete ed eliminò Turok, le sue forze e persino la stessa Griselda, la quale era accusata di alto tradimento.
Al ritorno dalla sua missione, per Orgrim non c’erano buone notizie. Al guerriero venne riferito da esploratori che l’avamposto recentemente stabilito vicino alle Montagne Crestarossa era sotto assedio da parte degli Umani. Un gruppo di predoni fu quindi inviato da Blackhand per assistere le truppe di Orgrim nel riprendere l’avamposto e schiacciare l’opposizione umana. Ancora una volta Doomhammer uscì vincitore dalla battaglia, ricacciando le truppe umane ed eliminandole completamente dalla zona.
Ma territori e vittorie sui nemici non erano l’unico interesse di Blackhand.
Volendo che le sue truppe imparassero ad usare la magia degli Umani, il Warchief ordinò ad Orgrim di guidare un esercito nel villaggio conosciuto come Sunnyglade e devastarlo, lasciando intatta solo una torre, residenza dei maghi, per studiarne la conoscenza al suo interno e magari poterla usare in guerra.
Gli abitanti di Sunnyglade erano gente agiata e pigra e le forze di Doomhammer trovarono una ben debole opposizione, radendo al suolo il piccolo villaggio.
La torre invece non fu toccata, come da ordini, ed è ancora oggi l’unico lascito del piccolo villaggio di Sunnyglade, devastato dalla marea verde. Si trattava infatti, della Torre di Azora.
Illustrazione in evidenza di niekholest su DeviantArt