Il giorno seguente sarebbe stato cruciale non solo nella storia personale di Arthas, ma anche della stessa Alleanza e di Azeroth. La Piaga aveva raggiunto Stratholme, la seconda città del Regno di Lordaeron, nella forma di sacchi di grano infetto, molto probabilmente provenienti dalla città di Andorhal, centro di distribuzione per le regioni settentrionali. La popolazione, ignara della contaminazione del grano, consumò quest’ultimo, inconsapevole di star condannando sé stessa alla dannazione.
Quando i cittadini iniziarono ad avvertire i primi sintomi, essi cominciarono a sentirsi agitati. Alcuni nello specifico presero ad aggredire i venditori di generi alimentari ed i fornitori di grano, mentre altri cercavano di entrare nel Municipio per “discutere con il Magistrato Barthilas sulla leadership della città”.
La prima cosa che il Principe di Lordaeron fece, quelle quella di ordinare ai propri uomini di ispezionare gli ultimi carichi di grano per scoprire se vi fossero ancora tracce della Piaga. Purtroppo, proprio come Arthas temeva, lui ed i suoi soldati erano arrivati troppo tardi e la città era già stata completamente contaminata, anche se i suoi abitanti non erano ancora consapevoli di quanto fosse grave la loro situazione.
Il Principe, non volendo affrontare un intero esercito di non-morti, ordinò ad Uther the Lightbringer (che nel frattempo l’aveva raggiunto insieme ai suoi paladini) di “ripulire” la città. Dal canto suo, il mentore, sconvolto da quell’ordine, rispose che non lo avrebbe eseguito neanche se Arthas fosse stato Re. Per quest’atto, che il Principe vide come un affronto alla corona, Arthas sospese dal servizio i paladini del Silver Hand ed esortò tutti quelli che erano ancora fedeli a Lordaeron a seguirlo in quella che ai suoi occhi era l’unica soluzione possibile. Contemporaneamente, Uther radunò i suoi uomini ed abbandonò il campo, seguito anche da Lady Jaina Proudmoore, decisione quest’ultima, che sconvolse l’erede al trono, il quale si era ormai convinto che la sua amata l’avrebbe seguito in qualsiasi decisione da lui presa. Abbandonato dal suo mentore ed amico e soprattutto dal suo amore, Arthas condusse gli uomini rimasti con lui all’interno di Stratholme, assumendosi in prima persona la responsabilità di dare alle fiamme la città e uccidere tutti coloro che vi si trovavano all’interno per impedire ai cittadini di diventare parte del Flagello dei non-morti. Nessuno sarebbe stato escluso, nemmeno le donne ed i bambini.
Proprio quando Arthas diede inizio al massacro, il nathrezim Mal’Ganis, a capo delle operazioni del Flagello a Lordaeron, fece la sua comparsa in scena ed iniziò la “raccolta della sua semina”, ovvero di quei civili che erano già stati trasformati in non morti senza volontà, gongolando ed affermando che presto tutta la gente di Lordaeron sarebbe appartenuta al Flagello. Il Principe si rifiutò di lasciare che ciò accadesse e così accelerò il suo macabro dovere verso la popolazione. Le due parti continuarono a devastare la città gareggiando in quella che divenne una macabra corsa all’assassinio. Alcuni cittadini furono uccisi nel sonno, altri dopo la loro trasformazione in non morti ed altri ancora mentre erano ancora umani e cercavano di fuggire da quell’incubo che li aveva travolti. Ma non tutti accettarono il proprio destino passivamente, alcuni cercarono in qualche modo di evitare la fine. Fu questo il caso di una sacerdotessa, di nome Eris Havenfire, che cercò di condurre alcuni contadini malati ma non ancora completamente trasformati, alla città di Hearthglen. Tuttavia, la coraggiosa sacerdotessa non ebbe molta fortuna. Ella insieme a tutti i contadini che aveva cercato di salvare, furono uccisi dal Flagello proprio quando arrivarono presso le mura della città. La situazione era disperata e drammatica, un vero e proprio incubo, tanto che alcuni degli abitanti di Stratholme decisero di togliersi essi stessi la vita, preferendo gettarsi tra le fiamme piuttosto che diventare parte del Flagello o di venire uccisi da coloro che avevano giurato di proteggerli.
Alla fine, quando la maggior parte della città era stata ridotta in rovina e le fiamme si alzavano alte dalle case ed i suoi abitanti erano morti o divenuti nuovi membri del Flagello, Arthas e Mal’Ganis si confrontarono faccia a faccia, ma il nathrezim riuscì a fuggire, invitando il Principe a seguirlo nel continente ghiacciato di Northrend.
Al tramonto di quel giorno, la popolazione di Stratholme era stata quasi completamente massacrata. Quando Uther e Jaina arrivarono in città, furono entrambi scioccati da ciò che Arthas aveva commesso. Il Principe aveva lasciato dietro di sé solo cenere e fiamme. Ed una lunga, macabra scia di sangue.
L’onda d’urto degli eventi di Stratholme ebbe un effetto devastante sul Regno di Lordaeron. Dopo l’ “epurazione” infatti, alcuni ex paladini, che si erano dati il nome di “Signori della Morte”, in una cieca devozione e nel tentativo di emulare il proprio Principe, commisero lo stesso atto atroce in molte altre città del Regno, ed alla notizia di quegli orrori, alcuni iniziarono a perdere la fede nella Luce…
IN ALTO: La città di Stratholme data alle fiamme. Illustrazione di x-Celebril-x.
Però Arthas fece quel che doveva fare o avrebbe dovuto lasciare che Stratholme diventasse una città di non morti?
Casomai l’errore fu di Jaina e Uther che lasciarono che Arthas andasse da solo incontro al suo destino.
Chissà, se ci fosse stata Jaina magari non avrebbe presto la spada