Capitolo 16: Il Prezzo della Vittoria
Quella che abbiamo illustrato nello scorso capitolo era la situazione dell’Orda all’indomani della Seconda Guerra, ma come qual era la situazione per i vincitori? Alla fine del conflitto, la vittoria dell’Alleanza fu celebrata in ogni città dei regni umani, da Lordaeron, a Stratholme, Gilneas ecc, e tutte le sue varie razze – Umani, Alti Elfi, Nani e Gnomi – ricevettero in egual misura meriti e riconoscimenti. Nonostante tale clima di giubilo tuttavia, anche i popoli dell’Alleanza dovettero fare i conti con il terribile costo della vittoria.
L’intero continente dei Regni Orientali erano stati infatti interamente scossi dalle due guerre negli ultimi sette anni. Innumerevoli villaggi e città erano stati rasi al suolo dagli Orchi e migliaia di soldati e civili erano stati uccisi durante i due conflitti, dalle montagne di Khaz Modan fino alle foreste di Quel’Thalas. Ma non c’erano solo coloro che purtroppo avevano perso la vita. Molti dei combattenti sopravvissuti furono perseguitati per sempre dalle ferite sia fisiche che psicologiche subite durante le guerre, con molti che avevano subito o addirittura assistito alla morte di numerosi cari.
Inoltre, c’era da fare i conti anche con la tragica morte di Anduin Lothar, la quale pesò tantissimo su moltissimi membri dell’Alleanza, che da tempo lo consideravano una fonte di ispirazione e di speranza. In onore del Leone di Azeroth, un’immensa statua di pietra in sua memoria venne successivamente eretta proprio nel punto in cui egli fu ucciso nella battaglia finale nelle Steppe Ardenti. Per ironia della sorte, i materiali usati per costruire il memoriale furono trasportati dai prigionieri orchi messi al lavoro dopo la fine della guerra.

Queste furono le conseguenze militari della Prima e della Seconda Guerra, ma i veri problemi per l’Alleanza era dal punto di vista politico.
All’indomani del conflitto, Quel’Thalas si dimostrò, nella migliore delle ipotesi, un membro riluttante dell’Alleanza. Le relazioni si deteriorarono quando i regni umani iniziarono pian piano a prendere le distanze da Quel’Thalas, e gli Elfi a loro volta iniziarono a vedere la neonata coalizione con crescente freddezza. Figura centrale di questo distaccamento fu Re Anasterian Sunstrider, il quale prese la ritirata dell’Alleanza a Lordaeron durante la guerra come un tradimento che aveva lasciato il suo popolo ad affrontare in solitudine i troll Amani. Anasterian affermò che l’Alleanza aveva abbandonato Quel’Thalas nel suo momento più buio e sebbene non tutti gli alti elfi concordassero con questa valutazione, una parte altrettanto significativa lo era.
Con queste premesse una rottura era quindi inevitabile, ed essa arrivò quando il re elfico ritirò completamente il suo sostegno dall’Alleanza. La posizione ufficiale di Quel’Thalas fu che la scarsa leadership degli Umani aveva portato all’incendio di Boschi di Cantoeterno (sebbene Re Terenas di Lordaeron gli ricordò i molti umani che diedero la vita per proteggere il regno incantato); inoltre, con la morte di Anduin Lothar e la sconfitta dell’Orda, Anasterian considerò onorato il debito nei confronti dell’Imperatore Thoradin e dei suoi discendenti. Con poche eccezioni, inclusi alcuni sacerdoti ed incantatrici, nonché lo stesso figlio ed erede di Anasterian, il principe Kael’thas che era un membro del Kirin Tor di Dalaran, la maggior parte della razza elfica si rinchiuse all’interno dei loro confini.
E se la politica estera vide l’uscita di Quel’Thalas dall’Alleanza, quella interna non si rivelò meno problematica.
Ovviamente, il primo punto all’ordine del giorno era cosa fare con le grandi quantità di Orchi catturati durante il conflitto e questo divenne uno degli argomenti più controversei che l’Alleanza doveva affrontare. I regni di Gilneas e Stromgarde si dissero a favore dell’esecuzione dei prigionieri, ma questa fu una linea poco appoggiata. Tutti gli altri regni, compreso Lordaeron erano contrari all’idea. Essi sostenevano infatti che proprio la capacità di misericordia dell’Alleanza fosse ciò che li elevava al di sopra della selvaggia Orda. Nel mantenere quindi questi princìpi della civiltà e dell’onore, la maggioranza dei Sette Regni propose che gli Orchi fossero rinchiusi in campi di internamento finanziati dalla stessa Alleanza, dove non avrebbero più rappresentato una minaccia. Anche il Kirin Tor di Dalaran diede il proprio appoggio questa linea d’azione. I maghi erano ansiosi di studiare gli Orchi, in particolare quelle che definivano “le loro strane magie”, ed affermarono che farlo avrebbe dato all’Alleanza un vantaggio strategico se la guerra fosse mai scoppiata di nuovo.
In questo periodo un ruolo di primo piano lo ebbe il giovane paladino Turalyon, che dopo aver guidato gli eserciti dell’Alleanza alla vittoria finale nel conflitto, si concentrò nell’aiutare nella fase di ricostruzione. Il nuovo Generale contribuì a organizzare un raduno della leadership dell’Alleanza a Lordaeron, luogo in cui vennero discusse ed affrontate molte delle questioni chiave del post-guerra. Fin dall’inizio, i leader dei Sette Regni decisero di unire le risorse delle loro nazioni per ricostruire i loro regni dilaniati dalla guerra. Ovviamente, assente da queste discussioni fu il Regno di Alterac. Il tradimento di Aiden Perenold costò al sovrano di Alterac carissimo. Egli perse tutte i propri possedimenti e diritti, come si evincere dall’editto che venne promulgato in quei giorni:
SI RENDE NOTO che l’individuo chiamato Lord Aiden Perenolde ed ogni suo alleato conosciuto (vedi elenco allegato), a causa della loro associazione con la vile Orda durante la guerra e delle loro azioni traditrici nei confronti dell’Alleanza e dei suoi cittadini, saranno spogliati di tutte le terre, i possedimenti e le ricchezza e d’ora in poi conosciuti come traditori dell’Alleanza. Essi perderanno tutti i diritti di cittadinanza nell’Alleanza. ed in effetti, sono considerati nemici di tutti i cittadini di Lordaeron. Che nessuna brava gente di questa terra mostri loro ospitalità, misericordia o rifugio. Ricordate l’onore che hanno dato all’Alleanza e ai suoi cittadini e non trattateli meglio.
Editto dell’Alleanza di Lordaeron che attesta il tradimento di Aiden Perenold, letto ai cittadini da Ser Uther the Lightbringer.
Così è stato detto in questo settimo anno della nuova Alleanza.
Il destino del Regno di Alterac fu molto discusso in quei giorni con diversi regni (tra cui Stromgarde e Gilneas) che ne rivendicavano i territori. Tuttavia, fece la sua comparsa anche un presunto erede, un uomo che affermava essere un “lontano cugino” di Lord Aiden: Daval Prestor. Quest’ultimo, accompagnato dai figli Katrana e Victor Nefarius, divenne molto noto alla corte di Lordaeron, tanto che Re Terenas gli promise in sposa la figlia, la principessa Calia. Un matrimonio che comunque non venne mai celebrato a causa dell’improvvisa sparizione di Lord Prestor (che si sarebbe poi scoperto essere il drago nero Deathwing).
Tornando ai Sette Regni, in punto importante all’ordine del giorno divenne la ricostruzione del Regno di Stormwind, la prima vittima dell’invasione dell’Orda durante la Prima Guerra. Re Terenas promise il suo pieno sostegno a tal fine e garantì personalmente per l’ascesa al trono del giovane principe Varian Wrynn, il quale aveva passato gli ultimi due anni alla sua corte e stretto amicizia con suo figlio Arthas. La ricostruzione di Stormwind venne così approvata, e la Casa dei Nobili trovò un accordo economico con la gilda degli Scalpellini guidati da mastro Edwin VanCleef. Stormwind divenne presto un potente simbolo per il futuro dell’umanità, con molti che vedevano la sua rinascita dalle ceneri come una prova che altri potevano fare lo stesso. Sebbene molti rifugiati presenti a Lordaeron tornarono a sud per aiutare nella ricostruzione, molti altri scelsero di restare a nord. Per queste persone, la loro vecchia casa era ormai solo ricordo di tutto ciò che avevano perso preferirono quindi continuare la loro nuova vita a Lordaeron.
Tra questi non vi era però Turalyon, il quale supervisionò personalmente gran parte della ricostruzione di Stormwind, mentre i suoi compagni paladini andarono a prestare servizio a Lordaeron. Lo scopo e i doveri dei Cavalieri del Silver Hand infatti non finirono con la sconfitta dell’Orda. In coordinamento con la Chiesa della Luce Sacra, questi paladini si dedicarono alla guarigione dei malati ed a fornire rifugio e sostegno alle numerose vittime della guerra.

Infine, mentre il resto dell’Alleanza si occupava di tali questioni politiche, Khadgar (appena nominato al ruolo di Arcimago) rimase a sud, sorvegliando il luogo in cui un tempo si trovava il Portale Oscuro. Lì, monitorò le energie vili che ancora aleggiavano nelle vicinanze. Quando il Portale Oscuro era ancora aperto, questa energia corruppe gran parte della terra nella regione circostante, una corruzione che non cessò nemmeno dopo la distruzione del portale. Khadgar ne scoprì presto la ragione. Una connessione, sotto forma di una persistente spaccatura dimensionale, esisteva ancora tra Azeroth e Draenor.
Sebbene non potesse chiudere questa spaccatura, Khadgar ed i colelghi maghi furono in grado di tenere a bada l’energia vile, impedendole di diffondersi attraverso i Regni Orientali e di corrompere la terra come aveva fatto sul pianeta natale degli Orchi. Queste scoperte furono rapidamente portate all’attenzione della leadership dell’Alleanza, con l’avvertimento che fintanto che la connessione tra i mondi fosse esistita, un’altra invasione sarebbe rimasta una possibilità. Khadgar invitò quindi l’Alleanza a finanziare la creazione di una fortezza da cui i suoi maghi potessero monitorare la spaccatura e continuare a contenere la diffusione della corruzione. Dopo un po’ di dibattito, la richiesta fu approvata e il Forte di Guardiafatua sorse su una collina che dominava la parte meridionale di quella che era stata la Palude Nera, ora conosciuta con il nome di Terre Devastate.
Tra mille problematiche, Azeroth trovava quindi in quei giorni un nuovo equilibrio, e per i successivi 13 anni, avrebbe vissuto un periodo di relativa pace.
IN ALTO: La città di Stormwind come appare oggi, dopo la ricostruzione alla fine della Seconda Guerra. Illustrazione di dongming yang.