Capitolo 1: La Luce di Lordaeron

Quella che passò alla storia come Terza Guerra fu un conflitto molto diverso dai due che l’avevano preceduto, per molteplici aspetti. Primo fra tutti questi aspetti fu il fatto che la Terza Guerra non venne combattuta tra l’Alleanza e l’Orda, ma vide invece l’unione delle razze mortali contro un nemico comune, la Legione Infuocata.

Altra differenza fu anche il lungo periodo di pace che trascorse tra la fine della Seconda Guerra e l’inizio della Terza, ben quattordici anni senza conflitti, in cui i vincitori, ovvero l’Alleanza, amministrarono senza particolari problemi i loro regni. Ma paradossalmente, per gli Umani la Terza Guerra si sarebbe rivelata ben più catastrofica delle precedenti anche se in verità tutto il pianeta Azeroth ne uscì estremamente* provato. Iniziamo però facendo un brevissimo passo indietro.

Dopo la sua sconfitta alla fine della Seconda Guerra, il Warchief della cosiddetta Vecchia Orda, Ner’zhul, venne catturato da Kil’jaeden, il Signore dei Demoni. Come punizione, l’Ingannatore distrusse il corpo dell’anziano sciamano e torturò il suo spirito finché egli non accettò di servire ancora una volta la Legione. La sua anima venne così imprigionata in un’armatura magica all’interno di un blocco di ghiaccio che Kil’jaeden scagliò verso Azeroth dove si schiantò contro il Ghiacciaio Icecrown. Nacque così uno degli attori protagonisti della Terza Guerra, il Re dei Lich. Una volta su Azeroth, quest’ultimo prese rapidamente il controllo del continente ghiacciato di Northrend ed ordinò al negromante Kel’Thuzad di portare la Piaga della Non Morte a Lordaeron.

Ner’zhul e Kel’Thuzad. Illustrazione di Abe Taraky.

Ma i popoli di Azeroth erano ancora ignari di tutto questo. Come abbiamo detto, l’Alleanza di Lordaeron aveva il predominio totale sui Regni Orientali, con la figura di Re Terenas Menethil II che aveva acquistato sempre più forza all’interno della leadership dell’umanità, diventando un vero e proprio punto di riferimento per tutti. Navigava in acque decisamente peggiori l’Orda, completamente smantellata dopo la sconfitta alla fine della Seconda Guerra, con gli Orchi ridotti in uno stato di apatia all’interno dei campi d’internamento.

Tuttavia, durante gli ultimi tempi, un orco in particolare aveva fatto preoccupare Terenas ed i suoi alleati. Un giovane membro del clan dei Lupi Bianchi, Thrall, aveva attaccato diversi campi, riuscendo a liberare i suoi fratelli. Con lui per un certo periodo ci fu anche il grande nemico che l’Orda aveva sconfitto un decennio prima, Orgrim Doomhammer che tuttavia venne ucciso in uno di questi attacchi, facendo del giovane Thrall il proprio erede alla guida dell’Orda.

Torneremo a parlare dell’Orda più avanti durante questa rubrica, perché sono l’Alleanza ed il Regno di Lordaeron , la parte centrale di quella che fu la Terza Guerra.

Sono passati vent’anni dall’apertura del Portale Oscuro, ed il più settentrionale dei regni umani, nonché il più potente, vive un periodo di pace e prosperità. Con il regno di Stormwind a Sud che è appena stato ricostruito, Lordaeron è il centro della vita politica ed economica dell’Alleanza. La famiglia reale, i Menethil, sono amati da tutto il popolo, ed oltre a Terenas, grande ammirazione e rispetto suscita nei suoi sudditi anche l’erede del sovrano, il Principe Arthas.

Il giovane Arthas era un ragazzo d’azione: coraggioso, impulsivo e diretto. Si dimostrava un leader ispiratore, che guidava i suoi uomini partecipando in prima persona alle campagne ed alle missioni affidategli dal padre. Nelle relazioni con gli altri Arthas si mostrava inoltre spiritoso ed accomodante, ma comunque in grado di tenersi fedele alle sue decisioni e convincere gli altri ad accettarle. Ma il Principe non era certo un uomo perfetto. L’erede al trono di Lordaeron era anche vendicativo, rapido all’ira ed eccezionalmente arrogante, venendo spesso rimproverato da quello che fu il suo mentore, il paladino Uther, per la sua eccessiva smania di agire (come vedremo più avanti). Un indizio dell’enorme autostima di Arthas può essere trovata persino nel nome che diede al suo cavallo, “Invincibile”, un nome alquanto impegnativo..

Ma i difetti caratteriali di Arthas non si fermavano ad una eccessiva frenesia o alla facile irascibilità. La sua grande autostima lo portava spesso ad avere difficoltà ad ammettere i propri errori ed a rifiutare l’idea della sconfitta. Curiosamente comunque, nessuno di questi fu il più grande problema del Principe in quegli anni. Arthas era infatti costantemente alla ricerca dell’approvazione da parte degli altri (suo padre ed Uther tra tutti) e spesso si sentiva sottovalutato. Egli non sopportava il pensiero che altri tradissero la sua fiducia e questo pensiero finì per tormentarlo spesso.

Ma la vera figura centrale della giovinezza del Principe Arthas fu un’altra. L’erede al trono di Lordaeron conobbe Jaina Proudmoore durante una visita del di lei padre, l’Ammiraglio Daelin Proudmoore di Kul Tiras nella capitale. Ragazza dalle nobili origini, Jaina era un’incantatrice di talento e si avviava ad iniziare un percorso di studi nella città magica di Dalaran. Con Arthas la giovane ragazza condivideva un’indomabile spirito di avventura, che li portò spesso ad allontanarsi dal castello insieme (spesso di nascosto), come quando una notte andarono a visitare un campo d’internamento degli Orchi.

L’amore che sbocciò negli anni successivi tra i due fu solo una conseguenza naturale del loro rapporto. Un amore non solo romantico, ma anche fisico e passionale che avrebbe travolto e segnato Arthas (ma anche Jaina) forse ancor di più di quanto il Principe e l’incantatrice pensavano.

Il Principe Arthas Menthil e Lady Jaina Proudmoore. Illustrazione di Gab Nascimento.

Di questo amore e di quelle che avrebbero potuto essere le sue conseguenze abbiamo anche una testimonianza diretta in una delle lettere che Uther inviò ad un suo compagno paladino. In queste righe che ci accingiamo a leggere si evince come il leggendario Uther riponesse molta fiducia in un’eventuale unione tra il suo allievo e Jaina, convinto che la giovane ragazza potesse rendere Arthas non solo un futuro sovrano, ma anche un uomo migliore.

Mimblis, saluti, amico mio. Spero che la Luce ti preservi bene.

Il giovane Arthas mi riempie di speranza. Di recente è diventato un vero paladino, ed è quasi tutto ciò che potevo sperare di trovare in un Cavaliere della Mano d’Argento. È forte e potente, con una devozione per il suo popolo che rasenta lo zelo. È un ottimo paladino e diventerà un ottimo re quando il nostro amato Terenas ci lascerà. Ma Arthas deve ancora crescere, quindi spero che Re Terenas rimanga con noi per un po’ di tempo.

L’unica cosa che mi preoccupa di Arthas è una qualità inquietante che ho trovato in lui. A volte, in allenamento, l’ho visto andare troppo in là. Desidera così tanto a vincere la sfida che dimentica che è solo un allenamento. Gli manca il controllo. Suppongo sia un senso di spietatezza che si cela sotto il suo aspetto onorevole. Ho piena fiducia che userà questa dedizione per combattere per la sua gente e non vedo l’ora di metterlo alla prova. Una volta che avrà davvero bagnato con il sangue la sua spada, potrò iniziare a insegnargli il controllo delle sue emozioni. Non voglio ancora frenare le sue capacità ed il suo spirito, non finché non avrò visto di cosa è capace.

Arthas ama molto la sua gente. Di recente abbiamo visitato alcuni dei villaggi più poveri fuori Lordaeron, curando i bisognosi. Volevo testare i suoi poteri curativi e vedere come interagiva con il suo popolo al di là dei ricchi nobili della capitale. Era pieno di pietà per queste persone, piangeva per una donna che aveva perso una gamba in un attacco sferrato da dei lupi. Dopo aver guarito la sua ferita, Arthas è andato a cavallo, alla ricerca dei lupi. Ne ha uccisi tre, riportando le pelli alla donna perché le servissero da coperte. Ero commosso, ma ancora una volta un po’ allarmato dalla sua risolutezza. La donna gli si dimostrò grata e poiché eravamo lì per guarire i feriti ed i malati, il nostro compito era finito.

La sua relazione con Jaina Proudmoore è un aspetto che devo osservare. Lordaeron non ha mai avuto una maga come regina, ma se lei ed Arthas si sposassero, è la situazione che dovremo affrontare. Forse sarà una buona unione di magia e politica, o almeno avvicinerà maghi e paladini. Li osserverò con attenzione. Sono fiducioso che Jaina ammorbidirà gli spigoli di Arthas. Nonostante affronti gli ostacoli con una mentalità ferma e inflessibile, ella è più diplomatica e razionale nell’approcciarsi, mentre Arthas semplicemente martella su qualcosa finché non la disintegra. La loro sarà un’unione forte: lui è l’acciaio nudo di una spada, e lei è un pugno in un guanto di velluto. Ho fiducia che riceveranno il sostegno del popolo e certamente presterò anche loro il mio. Guardo Arthas allenarsi sul campo e sento che può affrontare qualsiasi cosa. Attacca con una risolutezza che so che applicherà a qualsiasi aspetto della vita, che si tratti di scontri fisici o politici. Re Terenas ha un buon figlio. Ho totale fiducia in Arthas. Sì, ha altro da imparare, ma non è così per tutti noi? Supererà le sue debolezze e diventerà un re saggio, col tempo.

Aspetto sempre il nostro viaggio a Stratholme,

Uther.

Lettera di Uther the Lightbringer al paladino Mimblis Evermorne.

Quello che Uther non sapeva è che avrebbe avuto molto presto le risposte che cercava. Nel mese di Ottobre di quello stesso anno infatti, arrivò alla corte di Lordaeron una notizia che innescò la serie di eventi che avrebbero dato il via alla Terza Guerra ed alla fine dell’Alleanza: una strana piaga si era diffusa nelle terre settentrionali del Regno di Lordaeron…

IN ALTO: Il Principe Arthas Menethil di Lordaeron. Illustrazione di Eric Braddock.