Gli Umani, figli ‘minorati’ dei Vrykul diventati poi razza dominante del pianeta Azeroth, sono sopravvissuti con tenacia, orgoglio e ambizione a infinite catastrofi e guerre. Sono caratterizzati da un peculiare senso di nobiltà e giustizia, nelle parole e nelle azioni, ma possono sfociare nell’arroganza, nel trionfalismo, nel fanatismo e nella vanagloria. Tutte queste qualità – e questi difetti – hanno contribuito a portare la loro società ai vertici, sfornando alcuni dei più grandi eroi e dei peggiori malvagi che la storia ricordi.
L’incrollabile forza di spirito degli uomini è forse la loro qualità più grande. Una volta, il capotribù troll Vol’jin ebbe l’occasione – tramite un preparato alchemico – di fare esperienza del mondo attraverso gli occhi dell’umano Tyrathan Khor: Vol’jin rimase scioccato da quanto fossero deboli e fragili i corpi degli Umani se confrontati a quelli dei Troll, e comprese come essi siano perfettamente consci della loro mortalità, in ogni momento, ma ciononostante continuino a combattere, esplorare, a mostrare coraggio e onore nonostante la morte possa prenderli con estrema facilità. Una forza d’animo che si riflette anche nella capacità che molti Umani posseggono di riprendersi in fretta da ferite anche molto gravi, e combattere duramente davanti a malattia e dolore.
La maggior parte degli Umani cerca di vivere in modo ordinato e giusto, in società rette da governi organizzati legittimi e legittimati: una convinzione che ha un’origine ben precisa. Tutto risale ai tempi antichi, quando l’Umanità era giovane e faticava a trovare una strada nel mondo dopo essere stata abbandonata dai suoi progenitori Vrykul perché ritenuta debole e indegna di aiuto. Attorno al fuoco, la sera, gli ancora pochi primi Uomini si raccontavano storie e miti di tempi antichi, leggendo pergamene che narravano tra le altre cose la leggenda di uno dei più grandi leader che Azeroth abbia mai avuto: Tyr. L’antico eroe, campione dell’Ordine e della Giustizia, aveva sacrificato la sua mano destra per sconfiggere un male insondabile: e benché fosse in suo potere curare completamente questa ferita dopo la vittoria, scelse invece di sostituire l’arto perduto con un pugno chiuso forgiato nell’argento più puro. Questa storia insegnò ai giovani Umani che ne seguivano i dettami quanto l’Ordine e la Giustizia, nelle loro forme più vere e forti, possano essere raggiunte solo ed esclusivamente attraverso il sacrificio personale.
Gli Umani preferiscono vivere in villaggi, paesi e città. Sono pochi tra loro a comprendere l’amore per la natura di Tauren ed Elfi della Notte, e spesso i membri più lontani dalla società sono fattori, contadini, eremiti, banditi o soldati. Ci sono diversi soggetti che hanno deciso più o meno consapevolmente di vivere ai margini della civiltà, perlopiù organizzati in gruppi di fanatici – come il Culto dei Dannati e la Crociata Scarlatta – o in bande di fuorilegge e ciurme, come la Confraternita dei Defias e i pirati Bloodsail.
Le città umane possono essere particolarmente grandi, come Stormwind, Gilneas, Lordaeron e Dalaran: brulicanti di vita e di popolazione, mostrano al mondo intero che l’Umanità sarà anche la razza più fragile del pianeta, ma è anche quella più numerosa e prospera. Mercanti di ogni genere commerciano beni dalle origini più svariate, l’economia viene mossa da uomini d’affari e banchieri, mentre gli artigiani – alcuni tra i quali sono rinomati anche tra i Nani – lavorano le materie prime e realizzano a volte dei veri pezzi unici, sia nel campo delle armi che in quello civile, con splendidi e duraturi lavori architettonici in pietra, legno e acciaio. In cima alla gerarchia, strutturata in maniera molto simile al feudalesimo, stanno i nobili nei loro castelli e nelle corti, che gestiscono la vita politica e militare dei regni. Attualmente, l’Umanità è retta dall’ultimo rampollo della casata Wrynn, l’appena ventenne Re Anduin, figlio del grande re ed eroe Varian, che porta orgogliosamente il nome di uno dei più grandi guerrieri di Stormwind: il Leone dell’Alleanza, Anduin Lothar. Fuori dalle mura, nella campagna, la manodopera provvede a raccogliere le risorse che stanno alla base dell’economia e dell’industria: fattorie per il cibo, miniere per pietre e metalli e segherie per il legname.
Rispetto alle altre razze di Azeroth, gli Umani vivono relativamente poco. Attorno ai 12 anni si celebra l’Età dell’Ascensione, un rito di passaggio verso l’età adulta che spesso è accompagnato da feste e cerimonie. Re Llane Wrynn I, per esempio, a 13 anni fu insignito ufficialmente del titolo di Principe di Azeroth: fu tenuta una grande festa in tutto il regno per celebrare un evento così unico e importante. L’età della vecchiaia si raggiunge attorno ai 55 anni, e l’aspettativa massima di vita si attesta attorno ai 90-100 circa. Proprio a causa della loro mortalità e fragilità, gli Umani hanno spesso combattuto anche contro sé stessi per ottenere il massimo dalla propria vita e per lasciare un’eredità che duri oltre la morte. Da questo eterna tensione all’eternità che caratterizza la contraddizione umana sono nati alcuni dei regni più splendidi che la storia ricordi, e si sono moltiplicati gli ordini di incantatori, guerrieri, commercianti e tanto altro, e sono state forgiate alleanze non solo tra varie nazioni ma anche con altre razze al solo scopo di proteggere queste civiltà e assicurare alle future generazioni una vita felice e pacifica. Oltre ai già citati regni di Stormwind, Gilneas, Dalaran e Lordaeron – il cui fato in quest’ultimo caso, purtroppo, non fu affatto felice o pacifico – vanno ricordati anche Strom, il primo tentativo di unificare le tribù sotto un unico vessillo, e l’Alleanza stessa: perché cos’è il vessillo blu e oro se non un tentativo di garantire al mondo intero pace e sicurezza contro pericoli e invasioni da altri mondi?
Gli Umani sono il simbolo vivente della passione e dell’ambizione. È stato grazie al loro enorme desiderio di conoscenza e potere che i primi 100 maghi addestrati dagli Alti Elfi per combattere i Troll poterono scatenare energie così caotiche e distruttive: e la tradizione magica umana è una delle più durature, avendo tra le altre cose partorito alcuni dei più grandi maghi di Azeroth (Aegwynn, Medivh, Antonidas, Khadgar, Jaina, Vargoth, Kel’thuzad e Rhonin, solo per citarne alcuni). Ed è anche grazie al loro spirito e alla loro forza interiore che si è sviluppato in maniera così forte il culto della Luce Sacra, attestandosi come religione principale e arrivando perfino alla nascita dei Paladini e alla formazione dei Cavalieri della Silver Hand – ispirati direttamente dalla mano d’argento del leggendario eroe Tyr: campioni benedetti, giusti e leali, la cui fede e qualità in battaglia sono indiscusse e rispettate in tutto l’universo – si pensi, a titolo puramente esemplificativo, al generale Turalyon, unico Umano ad aver scalato i ranghi dell’Armata della Luce fino al titolo di Gran Esarca: onore riservato a pochissimi esseri in tutta la Distorsione Fatua.
Ancor più della loro tenacia, la vera forza della razza umana sta nella volontà ed abilità di guardare oltre i propri interessi, ascoltare i punti di vista altrui e cercare soluzioni diplomatiche. Non è un caso che gli Umani conservino le più antiche alleanze nella delicata e fragile politica azerotiana.
Sono stati gli Umani a fondare l’Alleanza, e questa non potrebbe esistere senza di loro. Umani e Nani hanno a lungo goduto di un’ottima relazione, un legame che è stato unicamente rafforzato da quando le ultime scoperte dei Nani hanno rinverdito il loro impegno nella ricerca archeologica. Sin dai tempo dell’Impero di Arathor, Umani e Nani sono stati alleati naturali. Entrambi hanno a lungo condiviso molti segreti della forgiatura dei metalli e dell’ingegneria, e hanno scoperto un amore comune per le battaglie e le storie. Anche il recente ingresso nella fazione dei Nani Ferroscuro, grazie all’impegno della regina reggente Moira Thaurissan, è un ulteriore tassello che completa questo quadro. Entrambi inoltre rispettano enormemente la tecnologia gnomica, ritenuta senza pari, cosa che di conseguenza rafforza la fiera lealtà degli Gnomi nei confronti dell’Alleanza. Molti Umani si sono perfino uniti agli Gnomi nei vari tentativi di riconquista della capitale Gnomeregan: un legame di sangue forgiato nella guerra che i piccoli e intelligenti esseri non hanno dimenticato. La storia si è ripetuta con la liberazione di Mechagon e il conseguente arrivo dei Meccagnomi con le loro incredibili e ancora inesplorate tecnologie.
Con le razze elfiche il legame è più particolare: dopo il fallimento del lungo sodalizio con gli Alti Elfi, poi Elfi del Sangue, spesso le relazioni con queste razze sono frutto di frustrazioni e problemi – anche con gli Elfi della Notte, ormai alleati di vecchia data. Ciò non significa che i rapporti con i Kaldorei non siano buoni, anzi: entrambe le razze condividono il desiderio di guarire le Terre Infette dalla Piaga e riportarle al loro stato originale, un obiettivo che al momento viene attivamente perseguito dall’Argent Dawn e dal Circolo Cenariano; gli Umani, poi, rispettano grandemente l’impegno degli Elfi della Notte nel voler guarire e preservare la bellezza naturale di Azeroth. I recenti avvenimenti hanno da un lato rafforzato questo legame nel comune odio per i Non Morti, dall’altro lo hanno messo in discussione viste le posizioni più diplomatiche di Re Anduin rispetto a quelle decisamente più belligeranti dell’Alta Sacerdotessa Tyrande Whisperwind. Da poco, inoltre, una nuova razza elfica – gli Elfi del Vuoto – si è unita all’Alleanza, spinta dal suo leader Alleria Windrunner.
La solida alleanza con i Draenei viene invece dalla condivisione di principi – il culto della Luce Sacra, la nobiltà di sentimenti e azioni, la ricerca di obiettivi più elevati – e nemici comuni, in primis la Legione Infuocata. Grazie al Gran Esarca Turalyon, anche i Draenei Forgialuce hanno trovato una casa naturale nell’Alleanza, una realtà decisamente multietnica e molto diversa da quella originale composta solo dai 7 grandi regni Umani: di questi, rimangono infatti solo Stormwind, Kul Tiras – che sotto il comando dell’Ammiraglio Supremo Jaina Proudmoore è tornato nei ranghi della fazione – e Gilneas con i suoi Worgen, selvaggi e brutali ma guerrieri sopraffini e leali trattati con lo stesso rispetto degli altri alleati. Consapevoli dei propri limiti, gli Umani hanno insomma sfruttato la propria forza: senza di loro, l’Alleanza come la conosciamo oggi non esisterebbe affatto.
Questa commistione di varie razze nel corso degli anni è stata fonte di diverse relazioni miste, anche se meno note di quelle che si possa credere. Il primo Guardiano di Tirisfal, Alodi, era un mezzelfo. I già citati Turalyon e Alleria sono sposati e hanno un figlio, Arator. Rhonin, leggendario mago che fu a capo del Kirin Tor, era spostato con la sorella di Alleria, Vereesa, e insieme ebbero due figli: Giramar e Galadin. Meno nota, una donna umana di nome Tamara Wobblesprocket sposò lo gnomo Marvin Wobblesprocket. OItre Rhonin, Tamara è l’unico altro Umano di cui si ha notizia ad aver sposato un membro di una razza differente.
Per quanto riguarda l’aspetto religioso, abbiamo già detto che gli Umani seguono principalmente i dettami della Luce Sacra. Cattedrali, chiese e cappelle sorgono in ogni loro città, e i Sacerdoti ne guidano i fedeli, curando i feriti e i malati oltre a perseguire ciò che ritengono malvagio. I Paladini sono il braccio armato della Chiesa: guerrieri sacri che seguono la Luce e distruggono il male e il caos nel suo nome. Sono organizzati in diversi ordini, i più noti dei quali sono quello della Silver Hand e l’Argent Dawn. Prima di Arathor e della diffusione della Luce Sacra, gli antichi Uomini avevano religioni primitive e basate sula natura che condividevano molti punti con quella dei Druidi. Tracce di questo si possono ritrovare nelle Streghe del Raccolto di Gilneas e nei Drust di Kul Tiras: grazie al rispettivo isolamento dal resto del mondo, in questi regni tali culti sono sopravvissuti. I Kul Tirani, in particolare, hanno conservato queste religioni naturali continuando a perfezionarsi nelle vie del druidismo – come i Worgen – e dello sciamanesimo: i Saggi delle Maree, la casta sacerdotale di Kul Tiras, venerano infatti la Madre delle Maree e hanno una connessione particolare con gli spiriti elementali dell’acqua.
Nella prima parte di questo approfondimento abbiamo parlato di come gli Umani siano particolarmente legati alla Magia, e siano tra le razze più versate ad essa, in grado di rivaleggiare perfino con Elfi, Gnomi e Draenei. Ma gli Umani hanno anche un’ottima comprensione della tecnologia, pur non raggiungendo le capacità di Nani e Gnomi – che sono assolutamente oltre quelle delle altre razze. Anche a causa di questo, il legame diplomatico tra queste razze è stato voluto e cercato: l’intera Alleanza beneficia così dell’avanzatissima meccanica ed ingegneria gnomica e nanica, che tanto hanno portato beneficio in tempo di guerra grazie alle potenti macchine d’assedio alimentate a vapore e ai girocotteri. Il Deeprun Tram è forse il capolavoro più grande espresso dal sodalizio: ideato e progettato dal Gran Meccanista Gelbin Mekkatorque, è stato realizzato da Umani, Nani e Gnomi insieme e collega da anni in modo veloce ed efficiente Ironforge e Stormwind, consentendo un velocissimo trasporto di civili, militari e rifornimenti con un decisivo vantaggio tattico.
Pur non raggiungendo la qualità di quella dei loro alleati, l’adattabilità degli Umani e il loro essere una razza giovane e ‘affamata’ si esprime anche a livello tecnologico: possono diventare maestri artigiani e realizzare semplici ma efficaci strumenti come cannoni, baliste, torri d’assedio e quant’altro. Non sembrano però essere pienamente consapevoli – o forse non importa loro davvero – dell’impatto che possono avere sul mondo e sulla natura con l’avanzamento di civilizzazione, tecnologia e magia. Ciononostante, hanno comunque appreso dai Kaldorei l’importanza del rispetto dell’equilibrio naturale. La loro architettura è semplice, meno armoniosa di quella elfica, meno elaborata di quella draenei e meno robusta di quella nanica: ma consente loro di costruire rapidamente ed edificare villaggi, fortilizi ed intere città in tempi brevissimi. Queste sono generalmente solide, ben edificate e difese e rappresentano una sfida per chiunque voglia ingaggiare un assedio e infrangere uomini su uomini contro le impenetrabili mura di pietra e malta.
Tutti questi fattori confluiscono nell’impressionante forza armata dei regni umani, in grado di disporre di eserciti temibili. Oltre ai guerrieri e alle truppe da battaglia addestrate e in armatura pesante, la cavalleria rappresenta una marcia in più che altre razze non sono in grado di schierare. Gli arcieri elfici e i fucilieri nani hanno addestrato una nuova generazione di cecchini e cacciatori Umani che rappresentano l’elite delle truppe a distanza, ma a fare la differenza in battaglia sono i potenti maghi, gli oscuri e temuti stregoni e i devoti sacerdoti. L’intelligence è garantita dall’SI:7, i servizi segreti di Stormwind gestiti dal Maestro delle Spie Mathias Shaw che vedono tra le loro fila i migliori assassini e maestri della furtività del regno. Il vero maglio da sfondamento degli eserciti Umani è rappresentato però dai Paladini, i campioni dell’Alleanza, in grado di portare giustizia e vendetta sui propri avversari scatenando la potenza della Luce, come di infondere sollievo, coraggio e conforto negli alleati. Recentemente, in prima fila combattono anche gli spaventosi Cavalieri della Morte, implacabili campioni dei dannati, speculari e opposti ai Paladini, che però non hanno dimenticato il proprio onore e il dovere di servizio nei confronti della propria patria: davanti alle loro lame runiche, perfino il più coraggioso degli avversari trema e si dispera, mentre gli alleati che ne temono i poteri negromantici imparano a rispettarne la potenza. Insieme, tutti questi elementi rendono gli eserciti degli Umani delle forze impareggiabili, che devono proprio all’innata adattabilità della loro razza la capacità di mettere insieme aspetti così differenti tra loro al servizio di un unico, grande ideale: la sopravvivenza e la supremazia dell’Umanità.
Illustrazione in evidenza di Stan Chan