I tuskarr sono una razza nomade, gente gentile che vaga per le coste meridionali di Northrend e per le Isole del Drago. La loro società è divisa in clan, ciascuno composto da un piccolo numero di famiglie. La maggior parte dei Kalu’ak, i membri del clan più vasto dei Tuskarr, si scolpisce le zanne con ideogrammi che mostrano la loro famiglia e l’affiliazione al clan, mentre altri invece incidono simboli per aver compiuto atti di grande distinzione. Un discorso simile viene fatto per quel che riguarda i nomi di questo popolo. La maggior parte dei Tuskarr sono infatti mononimi; cognomi, suppur rari, come “Sharktasted” o “Beastkiller” sembrano essere applicati in base a tratti distintivi o appunto, imprese particolari.
La società Tuskarr è incentrata sulla pesca e la caccia alle balene, ed è interessante sottolineare come questo aspetto sia di un’importanza talmente vitale che la capacità di un tuskarr di pescare influisce sulla sua posizione sociale all’interno della comunità. Esistono anche altre attività, come la caccia ad animali terrestri in tempi di magra, ma è assolutamente corretto dire il principale sostentamento di questo popolo venga dal mare. A causa di ciò, i Tuskarr sono rinomati per la loro abilità e impavidità nel catturare alcune delle creature più pericolose nelle gelide acque di Northrend, tra cui balene e calamari giganti. Nemmeno i leviatani senza nome che si nascondono nelle profondità oceaniche sono al di là della loro portata.
La maggior parte dei pescatori usa delle barche a remi, mentre i bambini, anch’essi “iniziati” alla pesca, usano delle imbarcazioni più piccole chiamate kayak. Tra i Kalu’ak, è tradizione che l’insegnamento dei metodi di pesca possa avvenire solo tra un genitore e il proprio figlio. Tuttavia, ogni clan ha un “mastro pescatore”, il quale pesa il pescato giornaliero di ognuno e lo registra utilizzando corde multicolori che hanno la funzione di una sorta di “bastone di conteggio”. I Tuskarr condividono il cibo equamente, ma una pesca superiore ai requisiti di base fa guadagnare nodi al cordone di quel pescatore. I nodi possono essere scambiati all’interno del clan con oggetti ritenuti di lusso e altri strumenti, o scambiati con monete se si ha bisogno di commerciare al di fuori del proprio clan. I nodi possono anche essere guadagnati anche attraverso la tessitura, ma questa pratica è meno rispettata rispetto alla pesca.
Generalmente, un kalu’ak indossa abiti di pelliccia e crea foderi e cesti di pelle di foca. La tecnologia non è quasi per nulla presenza in questa società ed i Tuskarr usano ossa e denti di balena come materiali di fabbricazione di oggetti come bottoni o per le armi, anche se alcune di quest’ultime posso anche essere realizzate in vetro vulcanico. Perfino le lampade vengono accese con olio di balena. A questo proposito, quando si accampano durante i loro viaggi nomadi, i Tuskarr dormono in tende, mentre gli insediamenti permanenti consistono in edifici costruiti con le ossa di grandi creature marine. Per quel che riguarda invece le abitazioni di gruppi più grandi, esse sono scavate in profondità nella terra. Di solito, quando un clan viaggia da un punto di sosta all’altro, la maggior parte delle madri, adolescenti e bambini viaggiano attraverso il ghiaccio su delle slitte (e di conseguenza hanno bisogno di molto cibo in caso di ritardi o incidenti), mentre i pescatori vi si recano con le loro barche (permettendo ai primi di rifornirsi lungo la strada). Sempre a proposito di barche, quelle che essi usano per il sistema di trasporto tra le zone di Northrend sono praticamente delle gigantesche tartarughe, le quali vengono guidate tramite una carota posta su una lenza davanti allora. Inoltre, non è raro vedere allevamenti di pinguini tra la popolazione.
Ciò che invece può sorprende è la forma di magia utilizzata dai Tuskarr, la quale è sorprendentemente simile allo sciamanesimo. Gli studiosi del Kirin Tor non hanno ancora decifrato la fonte di tale magia e sebbene i Tuskarr servano gli Elementi in modo diverso rispetto alle altre razze sciamaniche, il potere che sono in grado di evocare è formidabile.
Quello di cui stiamo parlando è un popolo comunque decisamente pacifico, ma ciò non deve ingannare. I Tuskarr difendono ferocemente i loro insediamenti quando necessario e non sono estranei a conflitti che esplodono nei loro continente d’origine. Non sono una razza vendicativa, ma la giustizia ha un ruolo molto importante ed è molto apprezzata nella loro società. Basti pensare che le loro leggi richiedono che tutti i Tuskarr debbano cercare vendetta contro coloro che hanno versato il sangue dei loro parenti.
Un elemento chiaro della loro presenza sono i loro celebri aquiloni. Vederne uno sopra le coste di Northrend o delle Isole dei Draghi è un chiaro segno che questo popolo non si trova lontano. A far volare questi aquiloni sono generalmente i bambini dei Kalu’ak i quali vedono la cosa come un passatempo, ma gli insediamenti possono anche far volare un gran numero di aquiloni contemporaneamente come un modo per segnalare a chi è lontano che sta accadendo qualcosa di grande e meraviglioso.
Infine, parlando delle credenze di questa gente, i Tuskarr adorano un piccolo pantheon di divinità o spiriti noti con i nomi di Tayutka, Karkut, Issliruk e Oacha’noa e si usa scolpire enormi teste di pietra che consentono loro di comunicare con i loro antenati. Ogni testa ospita lo spirito specifico di un anziano che funge sia da casa che da corpo per esso, e viene in seguito indicato come anziano di pietra. Uno sciamano tuskarr usa una serie di oggetti rituali per eseguire una cerimonia, in cui recita un canto in una strana lingua per guidare lo spirito di un antenato alla sua legittima statua.
Una delle credenze dei Tuskarr è che tutte le anime siano una cosa sola con la magia del mondo, e che quindi i tentativi di controllare tutta la magia condannerebbero l’intero pianeta Azeroth. A tal proposito, celebre è il pensiero del mistico Tomkin, il quale si riferisce alla magia come “Silap Inua” e afferma che essa “è imbrigliata da tutte le persone pensanti per guarire o nuocere. È il potere della vita. È il potere delle anime vive e morte”.
Tomkin sostiene quindi che anche che gli sforzi dello Stormo dei Draghi Blu di ingabbiare tutta la magia sono la più grande minaccia per e tutto il suo popolo, e per estensione, per tutta la vita nel mondo di Azeroth.
IN ALTO: Un villaggio Tuskarr. Illustrazione di Patrick Raines.