Draenei

Non c’è una razza nell’intero universo che conosca il significato di perdita, caduta e redenzione più dei Draenei. Gli Esiliati, coloro che hanno visto morire non uno ma ben due mondi da loro chiamati casa, che hanno dovuto abbandonare il proprio retaggio ormai distorto e corrotto dal terribile patto stretto da Kil’jaeden e Archimonde con il Titano oscuro Sargeras, che hanno combattuto con terribili nemici uscendone non sempre vincitori, che hanno teso la mano a nuovi alleati e si sono visti amputare quello stesso arto, che si sono dovuti confrontare con le proprie contraddizioni e i propri limiti: tutto questo, senza perdere la bussola della rettitudine e della fede, anche grazie all’enorme carisma e alla saggia guida di Velen. Si può dire che la grande maggioranza degli eventi accaduti negli ultimi 25mila anni di storia ha visto questo popolo, direttamente o indirettamente, coinvolto.

La società degli Eredar ruotava attorno al triumvirato composto dai tre grandi leader che citavamo prima, ma dopo il tradimento del Corruttore e dell’Ingannatore, il Profeta ha raccolto il manto di guida per il suo popolo. Novello Mosè, ha condotto i Draenei attraverso un oceano di stelle alla ricerca di una nuova patria. Costretti ad abbandonare Argus, il loro mondo natio, alla corruzione e alle energie distruttive della Legione Infuocata – per ritrovarlo poi consumato fino alla sua anima più profonda solo in tempi recenti – questa razza di esseri eleganti e fieri scoprì nuova vita nella fede. Attorno alla figura del Profeta Velen e agli insegnamenti dei Naaru – primo fra tutti K’ure – ruota da millenni l’intera società dei Draenei, tenuta insieme da valori fortissimi: unità, rettitudine, fede incrollabile, coraggio, forza, empatia per tutti gli esseri viventi e soprattutto un profondo disprezzo per la Legione e i Man’ari – ovvero quegli Eredar che seguirono Kil’jaeden e Archimonde finendo per essere trasfigurati dalle energie corrotte.

Fuggitivi per migliaia di anni, i Draenei non riuscirono mai a stabilire una vera nuova patria dopo la loro fuga da Argus. Un primo tentativo fu messo in atto quando la nave dimensionale con cui erano fuggiti dal pianeta, la Genedar, si schiantò rovinosamente a Nagrand, su Draenor, dando vita all’impatto ad un’enorme montagna di diamante – che gli Orchi, originari di quel luogo, venerarono come sacra e chiamarono Oshu’gun, ovvero ‘Montagna degli Spiriti’. Di fatto, per secoli i Draenei – che diedero appunto essi stessi il nome ‘Draenor’, cioè ‘Rifugio dall’Esilio’, a questo nuovo mondo – avevano fatto della Genedar la loro casa nello spazio, e questo spiega molto della loro tecnologia: le linee aliene delle strutture poi costruite nelle città della Valle di Torvaluna, la struttura del Tempio di Karabor, la necropoli di Auchindoun e soprattutto la nuova capitale Shattrat furono solo alcuni degli esempi della loro architettura, infusa dal potere arcano e sacro dei cristalli creati dagli stessi Draenei come strumenti di utilizzo quotidiano, seppur avanzatissimo per lo standard delle altre razze – da dispositivi d’alimentazione a focus per incantesimi a sistemi di comunicazione, oggetti dalle fascinazioni quasi ‘kryptoniane’ hanno posto questo popolo tecnologicamente sempre su un gradino superiore alle altre razze. Questo tipo di tecnologia, già in uso su Argus, fu poi perfezionata nel corso dei millenni di viaggio e anche, per molti versi, modellata sulle e ispirata dalle stesse strutture fisiche geometriche dei Naaru. Basta pensare solo alla potenza distruttiva della Xenedar, la nave-fortezza dell’Armata della Luce: originariamente era un modulo della Genedar, staccatosi durante il viaggio nella Distorsione Fatua e utilizzato poi dal Naaru X’era come base per il suo esercito. Il profondo legame con questi esseri alieni è rappresentato dall’Icona di Argus, lo stemma dei Draenei, che simbolizza la loro fuga, la maestria nella tecnologia dei cristalli e la loro abilità nella gioielleria.

Purtroppo, questo primo tentativo di ricostruire una patria su un mondo nuovo andò molto, molto male. Kil’jaeden – che aveva preso decisamente a cuore la distruzione di Velen e dei suoi – riuscì a rintracciare i fuggitivi anche su Draenor e, al posto di attaccarli direttamente, sfruttò la loro vicinanza con gli Orchi per corrompere e manipolare questi ultimi in modo che muovessero guerra ai pacifici Draenei. Di nuovo, il popolo di Velen fu costretto a fuggire, rifugiandosi nella Palude di Zangar e abbandonando la splendida Shattrat con circa l’80% della popolazione che – volontariamente – rimase a sua difesa, finendo sterminata dalla furia dell’Orda. Una nuova perdita si aggiungeva così alle già appesantite spalle dei Draenei, e non era la sola: i sopravvissuti furono costretti a confrontarsi con la corruzione dovuta alle energie demoniache utilizzate dagli stregoni orchi, e molti soggetti ‘de-evolvettero’ allo stato di ‘krokul’, ovvero Corrotti.

Qui si evidenziò una prima rottura valoriale nella società draenei, che invece di tendere la mano ai loro simili, li abbandonarono costringendoli a vivere come eremiti o in piccole tribù come i Linguamorta, guidata da Akama. In alcuni Corrotti la mutazione fu ancora più grave: questi si trasformarono in Perduti, esseri che solo lontanamente ricordano la splendida figura draenei, una pallida imitazione della loro grandezza fisica e d’intelletto. Questi furono di fatto ‘nascosti sotto il tappeto’ dagli incorrotti, che vedevano in loro l’impossibilità di una redenzione anche contro gli insegnamenti della stessa Luce Sacra. In tal senso si può dire che la società draenei nasconda in sé un seme di bigottismo che fu superato solo con fatica e costante lavoro da parte di Velen, sempre aperto ad accogliere, e Nobundo, il primo sciamano Corrotto che – proprio per aver perso il legame con la Luce a causa delle energie vili – trovò comunione con gli spiriti naturali, traditi dagli stregoni orchi a Draenor. Questi fu il primo a insegnare la via dello sciamanesimo ad altri Corrotti prima e agli altri draenei poi. Da questo punto in avanti iniziò un lungo percorso di apertura ad una mentalità diversa, più incline all’adattamento e meno rigida nei confronti del diverso sia fisico, che culturale, che religioso.

Combattenti Draenei – Illustrazione di Alex Horley

Una delle più aspre rivalità della storia draenei fu, oltre a quella con la Legione, con gli Elfi del Sangue. Un primo incontro tra le due razze avvenne su Draenor, quando Kael’thas e i suoi seguaci videro in Forte Tempesta, l’antica fortezza dei Naaru, una nuova fonte di potere da utilizzare per saziare la loro infinita fame di magia. Nella struttura si erano anche ritirati Velen e i suoi, che per sfuggire all’attacco delle forze del principe decisero di utilizzare uno dei satelliti del Forte, la Exodar, per trovare rifugio altrove. Ma alcuni elfi riuscirono a introdursi anche lì, sabotando i motori dimensionali della Exodar che – invece di muoversi liberamente nella Distorsione Fatua – si schiantò rovinosamente proprio su Azeroth. I Sunfury, gli Elfi del Sangue fedeli al principe Kael’thas, erano così determinati ad ottenere la vittoria che seguirono i Draenei fino alle Isole Brumazzurra, dov’era precipitata la nave, per ucciderli, schiavizzare il Naaru O’ros e rubare la Exodar. Da allora, la rivalità tra le due razze non ha fatto che inasprirsi, e solo di recente, dopo la sconfitta dei Sunfury e di Kael’thas, i rapporti si sono distesi: ma sempre rimane nei Draenei la diffidenza verso coloro che li perseguitarono, da innocenti e fuggitivi.

Al contrario, nonostante la loro somiglianza con gli Eredar della Legione – Archimonde in particolare –, le razze dell’Alleanza hanno accolto con calore i Draenei tra le loro fila; ambasciatori di Exodar sono presenti in tutte le più importanti stanze del potere, perfino accanto alla sacerdotessa Tyrande Soffiabrezza, e Velen è diventato un prezioso alleato per Re Varian, un mentore per l’allora principe Anduin e un consigliere fidato al momento della sua incoronazione.

La caratteristica principale dei Draenei è la loro perseveranza. Questa si declina soprattutto nella loro incrollabile fede: la loro società è retta principalmente dai Sacerdoti della Luce Sacra, rivelatasi a loro direttamente dai Naaru, e dai paladini della Hand of Argus, l’ordine che in maniera simile alla Silver Hand di Umani e Nani, ai Blood Knights degli Elfi del Sangue e ai Sunwalkers dei Tauren regolamenta e coordina le azioni militari, politiche e religiose di questi sacri guerrieri. La Hand of Argus è retta dal Triumvirato della Mano, attualmente composto dai Vendicatori Boros, Kuros e Aesom, e ha giurato supporto e fedeltà all’Ordine della Silver Hand durante la terza invasione della Legione Infuocata.

Alla guida dei Sacerdoti draenei, così come dell’intera razza, c’è il Profeta Velen, la cui comunione con la Luce è così profonda da avergli garantito per anni il dono della preveggenza, anche se questa non sempre si è dimostrata infallibile a causa del principio per il quale “la Luce crede esista un’unica Verità e scarta tutto il resto, il Vuoto crede esistano infinite Verità”. Ciononostante, tutti i Draenei sentono un debito immenso nei confronti dei Naaru e della Luce Sacra, che li ha letteralmente salvati dalla corruzione della Legione e dalla completa distruzione più di una volta.

I Draenei sono anche stati la prima razza dell’universo a ricevere una particolare benedizione dai Naaru: quando raggiungono uno stato di comunione totale con la Luce, infatti, i mortali possono essere sottoposti a un rituale dal quale emergono letteralmente riforgiati da questa energia. I Draenei Forgialuce sono stati per l’appunto i primi mortali, affiliati all’Armata della Luce di X’era, a ricevere questo dono potenziando le proprie abilità e conoscenze oltre i limiti della propria esistenza. Come popolo, i Draenei hanno votato la propria esistenza al giorno della battaglia finale, quando uniranno le forze all’Armata della Luce per combattere la Legione Infuocata e redimere i peccati dei Man’ari loro simili. Nonostante la costante devozione a questo obiettivo, i draenei mantengono la propria individualità e perseguono i propri obiettivi di vita, a maggior ragione ora che la Legione è stata definitivamente sconfitta.

Il secondo grande pilastro della società Draenei è la magia arcana, che si mescola quotidianamente con la tecnologia dei cristalli; un sentiero che hanno seguito fin da quando erano ancora su Argus, a Mac’aree, dove sorgeva il Conservatorio dell’Arcano – il più importante centro per gli studi magici del pianeta. Alcuni tra i più potenti maghi di Azeroth sono Draenei. Un esempio di come magia e fede si uniscano nella loro cultura è rappresentato dalla casta sacerdotale degli Auchenai, guardiani dei morti e della necropoli di Auchindoun, in grado di parlare con gli spiriti dei defunti e offrire assistenza spirituale ma anche di realizzare l’antichissimo rituale dei Vigilanti, attraverso il quale le anime dei più grandi guerrieri possono essere richiamate a compiere un ultimo servizio, anche dall’aldilà, per proteggere eternamente Auchindoun e le città Draenei.

Molti di questi rituali vengono potenziati dall’Arkonite, il tipico cristallo viola con cui vengono realizzate costruzioni, armi e armature e che, come dicevamo nella prima parte di questo approfondimento, alimenta d’energia la società draenei quotidianamente. Principalmente, questi cristalli venivano raccolti nelle miniere di Talador, della valle di Torvaluna e della giungla di Tanaan. Uno dei loro usi più comuni è per l’illuminazione pubblica e privata, sotto forma di globi. L’utilizzo civile dei cristalli viene generalmente gestito dagli Artificieri, gli ingegneri della società draenei, attualmente guidati dal Gran Artificiere Romuul.
Attualmente, la società draenei è divisa in diverse fazioni: oltre a quelli della Exodar, alla Hand of Argus, agli Artificieri e agli Auchenai (che, va ricordato, rappresentano l’unica fazione ‘malvagia’ di Draenei incorrotti dediti alla magia vile e alla negromanzia; in questa sede infatti non considereremo la linea temporale alternativa di Draenor), ricordiamo gli Aldor e gli Sha’tar, ovvero rispettivamente l’ordine sacerdotale e la fazione militare fedele ai Naaru rimasti nelle Terre Esterne essendo sopravvissuti alla distruzione di Shattrath, e i Rangari, l’organizzazione di esploratori e scout guidata dall’Esarca Naielle.

La lunga vita dei Draenei non li rende particolarmente prolifici: i pochi bambini che nascono ricevono però un’educazione completa e vengono strenuamente difesi, proprio perché molto rari.

Illustrazione in evidenza di Wei Wang