Maghi

Solo gli studenti dotati di un intelletto acuto e di una disciplina incrollabile possono percorrere il sentiero di un mago. La magia arcana a disposizione di questi arcanisti è sia grande che pericolosa, ed è quindi accessibile solo ai praticanti più devoti e costanti. Per evitare interferenze con il loro incantesimo, i maghi indossano solo armature di stoffa, e sono gli scudi magici e gli incantesimi arcani a dare loro una protezione aggiuntiva. Per tenere a bada i nemici, i maghi possono evocare esplosioni di fuoco per incenerire bersagli distanti e causare l’esplosione di intere aree, facendo letteralmente saltare in aria interi gruppi di avversari. I maestri del ghiaccio poi, possono comandare bufere di neve che si incidono nella carne e limitano il movimento, e se i nemici riescono a sopravvivere a tutto questo, il mago potrà sempre trasformarli in innocue pecore in un batter d’occhio.

I più potenti maghi possono persino generare potenti incanti e portali magici, assistere gli alleati affilando le loro menti e trasportandoli istantaneamente in tutto il mondo.

Storicamente, l’antica civiltà kaldorei era basata sulla manipolazione diretta della magia proveniente dal Pozzo dell’Eternità affinché da essa si creasse e sostenesse la loro società. Il loro uso costante del Pozzo attirò l’attenzione di Sargeras e della Legione Infuocata, che manipolò la Regina Azshara affinché l’aiutasse a raggiungere Azeroth, garantendo così l’arrivo nel pianeta della Legione. L’arrivo di quest’ultima scatenò un enorme conflitto che in seguito sarebbe stato conosciuto come “Guerra degli Antichi”. La guerra ebbe gravi conseguenze, ed anche se la potenza combinata delle razze mortali di Azeroth ne uscì vittoriosa, il continente di Kalimdor venne distrutto e frantumato ed un vorticoso miasma di tempeste marine e di energie arcane confluì nella zona ormai vacante in cui risiedeva il Pozzo dell’Eternità, a cui venne dato il nome di Maelstrom. Quella che fu in seguito nota come Grande Separazione, permise alle energie del Pozzo di permeare l’atmosfera e diffondere così la magia in tutto il mondo.

Questo evento convinse la maggioranza degli Elfi della Notte a ripudiare la magia arcana e ad abbracciare la strada del druidismo proposta da Malfurion Stormrage. Tuttavia, molti degli Eletti sopravvissuti non potevano sopportare questo stile di vita, soffrendo per il fatto di essere stati strappati violentemente dalla magia e dal non poter più attingere alle energie arcane del Pozzo. Il loro capo, Dath’Remar Sunstrider, chiamò i druidi codardi per aver rifiutato di usare la magia che considerava il loro diritto di nascita, ma nonostante l’avvertimento di Malfurion nel dire che qualsiasi uso della magia sarebbe stato punibile con la morte, Dath’Remar guidò i suoi compagni in rivolta, evocando una gigantesca tempesta magica sulla foresta di Ashenvale nel tentativo di convincere i druidi a sospendere la legge. Non volendo uccidere tanti suoi fratelli, Malfurion ed i druidi esiliarono gli Eletti dalle loro terre. Dath’Remar ed i suoi seguaci scelsero così di salpare da Kalimdor, per poi sbarcare a Lordaeron dove alla fine avrebbero fondato il magico il Regno di Quel’Thalas e si sarebbero dati il nome di Alti Elfi. Tempo dopo, quando il loro regno venne assediato dai troll di Zul’Aman, gli Alti Elfi accettarono di insegnare a cento umani le arti della magia in cambio di aiuti militari dall’impero umano di Arathor. Da queste due razze, le arti arcane si diffusero a tutte le altre presenti in tutta Azeroth.

Illustrazione in evidenza di GENZOMAN