Situata a Suramar, quella che oggi è la Tomba di Sargeras, fu in passato il Tempio di Elune, il principale luogo dedicato al culto della dea Elune e maggiore tra i quindici templi della dea, prima della Guerra degli Antichi.
Si trattava di un vero e proprio gioiello, il più imponente edificio di tutto l’antico Azeroth. Il complesso era davvero molto grande, la sezione centrale del Tempio, la più importante, era chiamata la Camera della Luna. Quest’ultima consisteva in un percorso circolare in pietra che conduceva alla pedana al centro della stanza, realizzato interamente con un mosaico che delineava i cicli annuali della luna. La Camera era rettangolare e piena di fiori notturni, ed era anche l’unica a non avere il tetto.
Durante la Guerra, la Legione Infuocata tentò di aprire un secondo portale, oltre a quello situato nel Pozzo dell’Eternità, all’interno del Tempio per attaccare gli Elfi della Notte su due fronti. Tuttavia, gli Alti Nobili usarono i Pilastri della Creazione per chiudere il portale applicando successivamente diversi sigilli magici sul Tempio.
Come sappiamo, la Grande Separazione, il colossale cataclisma che colpì Azeroth in quell’epoca, fece sprofondare nelle profondità dell’oceano la maggior parte di Suramar e con essa anche il grandioso Tempio, che avrebbe rivisto la luce solo millenni dopo, quando l’allora Guardiano di Tirisfal, la maga Aegwynn, combatté e sconfisse l’Avatar di Sargeras.
Ella scelse quindi di imprigionare l’Avatar proprio all’interno del Tempio sommerso e c’era un motivo ben preciso per questa scelta. I sigilli degli Alti Nobili infatti, bloccavano la magia demoniaca e la stessa Aegwynn protesse ulteriormente il luogo in modo che nessuna razza di Azeroth potesse entrarvi.
E questo è proprio uno dei motivi per cui il Titano Oscuro scelse gli Orchi per invadere Azeroth. Essi infatti sarebbero potuti entrare senza problemi in quella che divenne da quel momento la Tomba di Sargeras, poiché provenivano da un altro pianeta e non sarebbero stati bloccati dalla magia di Aegwynn.
Oggi, della magnificenza del Tempio di Elune resta ben poco. La Tomba di Sargeras è un luogo infestato e inquietante. Orchi scheletrici e spettrali si combattono all’interno delle sue mura diroccate all’infinito. Alcuni stregoni del clan Razziatempesta, resti della disastrosa spedizione dello stregone Gul’dan, il quale innalzò la Tomba dagli abissi durante la Seconda Guerra, occupano ancora i luoghi più profondi, così come i demoni, che sono particolarmente diffusi nella Camera dell’Occhio. Quest’ultima è la sezione della Tomba che conteneva l’avatar del Titano Oscuro e, fino a poco tempo fa, l’ultimo residuo della sua sorta di forma fisica: l’Occhio di Sargeras.
Ma alcuni elementi che costituivano il Tempio di Elune sono ancora presenti. Pesanti cancelli di pietra e porte rotonde possono ancora essere viste a barricare i tunnel. E poi altri elementi tipici dell’architettura Kaldorei, come le colonne, presenti in grande numero; alcune sono ancora integre, ma molte sono crollate o si sono spezzate durante l’inabissamento. Immancabili poi altri elementi come obelischi, fontane, statue di cavallucci marini, archi, bracieri, casse e botti. Molte delle superfici di questi elementi sono oggi quasi totalmente ricoperti dalle alghe marine, ma in alcuni punti il pavimento originale del Tempio è ancora intatto.
Un eco perpetuo a quello che per molto tempo è stato, in un certo senso, il centro del mondo di Azeroth, e che poi è caduto nelle tenebre, luogo di riposo del più grande nemico di tutti i popoli dell’universo.
IN ALTO: La Tomba di Sargeras come appare oggi.