Un tempo conosciuta come Talador, la Foresta di Terokk era composta da alberi dalle foglie rosse e arancioni il cui colore bagnava l’intera area in una perpetua tonalità autunnale. Questi splendidi alberi di olemba e gli altrettanto impressionanti giardini dei Draenei circondavano la più grande città degli “Esiliati” sul pianeta Draenor: Shattrath. Splendido monumento alle capacità architettoniche draenei, la grandezza della capitale fu eguagliata da quella del santo mausoleo di Auchindoun nel sud della regione. Quest’ultimo era il luogo in cui tutte le anime dei draenei si preparavano per il loro viaggio nell’aldilà e dove molti dei loro corpi furono sepolti. Vicino al mausoleo si trovava anche un piccolo villaggio, Tuurem, il quale veniva spesso visitato da coloro che si mettevano in cammino per raggiungere il sacro Tempio di Karabor, attuale Tempio Nero, nella confinante Valle di Torvaluna. A quel tempo, solo la parte più vicina alle Guglie di Arak era conosciuta come Foresta di Terokk, in quanto essa era la base degli emarginati Arakkoa.
Quando la prima Orda devastò Draenor, Talador e Shattrath divennero l’ultima roccaforte dei Draenei. Essi riuscirono a respingere gli attacchi per un po’, ma quando gli Orchi bevvero il Sangue di Mannoroth la furia demoniaca che gli fu concessa diede loro il potere di cui avevano bisogno per mettere a ferro e fuoco la stessa città di Shattrath. La magia demoniaca corruppe la regione, trasformando gli alberi rossi e arancioni in un verde pallido e scuro dando così a quest’ultimo l’aspetto tetro che si vede oggi.
Una volta che la maggior parte dell’Orda raggiunse Azeroth, tutta Talador passò sotto il dominio degli Arakkoa, in quanto i Draenei erano stati largamente sterminati ed i pochi sopravvissuti erano fuggiti. L’intera area venne così ribattezzata in “Foresta di Terokk” in onore in nome di un leggendario Re degli Arakkoa. Sfortunatamente, nemmeno Auchindoun venne risparmiato dalla furia dell’Orda. Conquistato dagli Orchi, quest’ultimi eseguirono un rituale che distrusse e corruppe il mausoleo e gran parte dell’area circostante, creando quella landa desolata nota oggi come le “Distese d’Ossa”.
Illustrazione in evidenza di Trent Kaniuga